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Crearsi il futuro da sé

| FabbricaFuturo |

“Il 1994 segna il compimento dei quarant’anni di vita di Sistemi&Impresa, un arco di tempo particolarmente significativo nello scenario produttivo italiano e internazionale.
Un periodo che ha visto la tecnologia entrare nell’impresa, dapprima come strumento atto a semplificare e rendere più efficienti le operazioni, oggi, come elemento portante nello sviluppo di nuovi disegni organizzativi e di business.
Con orgoglio, possiamo affermare di essere stati testimoni di un’epoca e di averne rappresentato le evoluzioni. Le differenti linee editoriali e i direttori che si sono avvicendati in questi anni hanno rispecchiato le altrettante fasi storiche, con le loro specificità culturali. Per questo ci piace ricordarli tutti, ringraziandoli per aver legato il proprio nome alla testata. Questa nasce nel gennaio-febbraio del 1955, con il nome Schede perforate &Calcolo elettronico, diretta dal professor Pietro Gennaro. La pubblicazione prosegue ininterrottamente per dodici anni.
Agli inizi del 1967 la prima svolta. Sono gli anni in cui si comincia a legare le tecnologie agli scenari, più complessi, dell’automazione. Per sottolineare l’importanza delle nuove prospettive, viene cambiato il nome: nasce Sistemi&Automazione, sempre sotto la direzione di Pietro Gennaro. La pubblicazione segna l’arco di un ventennio.
In questo periodo si avvicendano, alla direzione, Gianfranco Biraghi, Giustino Gasbarri, Michele Bonomo e Mauro Bonetto. Nel 1988 un’ulteriore svolta. Gli sviluppi dell’automazione investono campi sempre più vasti, dalla fabbrica alle frontiere dell’intelligenza artificiale.
In questo periodo, con la direzione di Massimo Merlino nasce Sistemi&Impresa, risultato della fusione di tre testate: la precedente Sistemi&Automazione, Logistica d’Impresa e Fabbrica Automatica. Alla fine del 1989 Merlino lascia la testata e, nel 1990, subentra Sandro Brancaccio, sino a quando, agli inizi del 1991, prende avvio la nostra direzione.
Oggi, Sistemi&Impresa deve fare i conti con una profonda crisi che coinvolge il modo classico di intendere la tecnologia e l’organizzazione: il venir meno della convinzione che il solo uso della tecnologia funga da elemento razionalizzatore di un complessivo sistema di business. Detto in altri termini, risulta difficile pensare che una strategia di sviluppo organizzativo possa essere disegnata a tavolino, senza considerare gli effetti sinergetici prodotti dal rapporto tra le risorse umane, le loro abilità cognitive e la tecnologia stessa. Anzi, da questo punto di vista, lo sviluppo organizzativo tende a configurarsi come un processo non riducibile a semplici criteri di progettazione e pianificazione.
Il process redesign si limita a creare dei punti d’attacco in grado di massimizzare possibili effetti sinergici tra cognizione umana e potenzialità tecnologica. In questo senso, la funzione della tecnologia risulta addirittura rovesciata rispetto al ruolo che si pensava dovesse svolgere: non razionalizzatrice complessiva di un sistema, ma addirittura attivatrice di uno sviluppo disordinato. A seconda dei differenti addensamenti tecnologici, all’interno dell’impresa scattano meccanismi di autoapprendimento multifocali con le relative aggregazioni organizzative (learning organization).
È come se il mutamento avvenisse per orientazioni successive, frutto di processi di apprendimento che possono differire sensibilmente anche all’interno di una stessa fabbrica. Diventa quindi fondamentale valutare la tecnologia in un’ottica nuova che coinvolga, allo stesso tempo, il mondo della ricerca e dell’impresa: si tratta di misurare la tecnologia in relazione al suo impatto nei sistemi in cui andrà a funzionare, fornendo risposte su come deve essere gestita come effettuare le azioni di management e, in genere, come configurare la prassi concreta…”.

Riporto l’editoriale del numero di gennaio-febbraio del 1994 scritto dal mio predecessore alla direzione di questa testata Franco Rebuffo. In questo scritto la traccia di un progetto editoriale che attraverso i decenni ha avuto come missione affiancare le imprese in un percorso di ricerca di innovazione continua e che mi piace raccontare, le tracce del passato ci aiutano a capire il presente.
E oggi Sistemi&Impresa, cos’è?
Abbiamo l’ambizione di proseguire il lavoro dei nostri illustri predecessori continuando a fornire a chi guida le fabbriche strumenti, idee e metodi per affrontare una concorrenza sempre più agguerrita una velocità di cambiamenti alle quali è difficile stare al passo. Come ha detto molti anni fa Johann Risak, professore di economia e gestione delle imprese dell’Università di Vienna, se le aziende il futuro non lo creano da sé, lo creeranno altri. Noi abbiamo questa ambizione: sostenere le aziende, oggi, nella creazione del loro futuro.

Chiara Lupi

Direttore Responsabile di Sistemi&Impresa