Crescita e internazionalizzazione. Le sfide del Nord-Est che innova

Prodotti, sistemi produttivi, organizzazione, sistemi informativi.
L’inchiesta presenta le esperienze di innovazione che hanno permesso alle aziende di superare indenni i momenti più difficili.

di Luca Bastia

Per non essere travolte dalla crisi degli ultimi anni, molte imprese, sia che si tratti di piccole o medie o grandi aziende, da qualche tempo hanno imboccato la strada dell’innovazione. Questo ha consentito di ottimizzare i costi, restare competitivi sul mercato e aprirsi ai mercati internazionali.
Sistemi&Impresa, all’interno di un progetto più ampio che nel corso dell’anno vedrà altre tre inchieste che coinvolgeranno altre regioni italiane, ha realizzato un’indagine sul territorio del Nord-Est (Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia), coinvolgendo 25 aziende di diverse dimensioni e operanti su differenti mercati, per comprendere dove si è focalizzata l’innovazione, se gli interventi sono stati ad ampio spettro o se sono stati concentrati sul prodotto, sui processi produttivi, sull’organizzazione della produzione, sulla supply chain o nel reparto IT. Il nostro campione non vuole essere rappresentativo della realtà del territorio preso in esame, ma intende descrivere dove hanno indirizzato i loro sforzi le aziende che hanno scelto la strada dell’innovazione.
Il territorio Nord-Est, come risulta dai dati dell’Istat riferiti al 2013, è particolarmente attivo in Ricerca e Sviluppo, infatti il Friuli Venezia Giulia si posiziona al quarto posto tra le regioni italiane per l’intensità della R&D, con 6 addetti ogni mille abitanti – contro una media nazionale di 4 – e al secondo posto per intensità brevettuale, con 160 brevetti registrati all’European Patent Office per milione di abitanti contro una media italiana di 90 (media degli anni 2008- 2009-2010). Anche le altre due regioni del territorio che abbiamo preso in esame sono ben posizionate nelle classifiche Istat: per quanto riguarda l’intensità della Ricerca & Sviluppo, ilTrentino Alto Adige è al decimo posto e il Veneto all’undicesimo, mentre per intensità brevettuale quinto è il Veneto e sesto il Trentino.
Ciascuna impresa fa i propri passi, quasi sempre da sola, non c’è molto supporto da parte delle istituzioni, solo qualcuna trova nelle Università del territorio un supporto alla ricerca. Ricerca che, come si sa, quando si intraprende non dà certezza di un ritorno economico e strategico, talvolta si va verso un vicolo cieco e bisogna ricominciare da capo, o quasi. Una ragione in più per sottolineare lo sforzo sostenuto, ma per fortuna premiato dal mercato, dalle aziende delle quali raccontiamo brevemente l’esperienza nel loro percorso di innovazione. I concetti che risultano più ricorrenti nella nostra indagine sono l’innovazione di prodotto e la riorganizzazione della produzione in un’ottica Lean, ma non mancano esperienze di innovazione che toccano la quasi totalità dell’azienda.

La ricerca alla base dell’innovazione di prodotto


Una parte consistente del nostro campione si è, infatti, concentrata sullo sviluppo di nuovi prodotti, alla ricerca di soluzioni innovative per anticipare la concorrenza e acquisire o mantenere un vantaggio competitivo.
L’efficienza energetica l’obiettivo di Riello
È il caso di Riello Bruciatori che, nell’ambito dei bandi “Efficienza energetica e mobilità sostenibile”, pubblicati dal Ministero dello Sviluppo Economico (‘Industria 2015’) si è classificata prima su 90 progetti, presentando la proposta ‘Piace’ (Piattaforma intelligente, Integrata e Adattativa e microCogenerazione a elevata Efficienza perusi residenziali). Il progetto è iniziato nel 2010 e terminato nel 2014, dal 2015 è iniziata la fase di test e di industrializzazione. Si tratta, come ha specificato Giuseppe Toniato, Consulente aziendale di Business Innovation presso Riello, di cogeneratori di taglia piccola che possono produrre circa 2 KW elettrici e 5-6 KW termici pensati per applicazioni in ambito residenziale. “Questo è per Riello un filone di sviluppo importante per integrare, per esempio, delle unità di cogenerazione con le pompe di calore o con altri prodotti già a catalogo”. In ambito manifattura, Riello ha inoltre rinnovato alcuni processi.
Una pompa di calore a energia rinnovabile da Clivet
Restando in un ambito industriale affine, Clivet, società che progetta, produce e distribuisce sistemi di climatizzazione e trattamento aria ad alta efficienza e minimo impatto ambientale, basati sulla tecnologia della pompa di calore, ha sviluppato un approccio innovativo e distintivo alla climatizzazione basandosi su sei principi chiave che, insieme, consentono di raggiungere l’obiettivo di garantire comfort totale e sostenibile: pompa di calore ad energia rinnovabile, rinnovo dell’aria, alta efficienza stagionale, multifunzione, decentralizzazione, sistemi integrati. Per realizzare prodotti innovativi Clivet ha dedicato molte risorse nella ricerca e sviluppo, sia economiche sia intellettuali, “basti pensare che in questo reparto sono attivi 50 progettisti che utilizzano sistemi di progettazione e simulazione di alto livello come le ‘sale prova’ in cui vengono effettuati test avanzati sulle unità medio-piccole e sui grossi chiller, verificandone e monitorandone tutte le funzionalità”, afferma Massimiliano Venturi, Direzione vendite Italia, della società. In linea con il principio secondo cui ogni fabbricato ha esigenze diverse legate alla propria tipologia costruttiva e destinazione d’uso e che solo con sistemi specializzati si può ottenere il massimo del comfort con un uso razionale dell’energia, per soddisfare le diverse esigenze del comfort residenziale Clivet ha creato una nuova divisione, Clivet Live, che dispone di una squadra dedicata di professionisti specializzati nei sistemi per il comfort nelle abitazioni e di una propria Clivet University, con aule per la formazione teorica e un’area pratica attrezzata di oltre 500 metri quadrati con 7 sale climatiche, che riproducono le condizioni di temperatura e umidità, simulando i diversi climi a partire da -20°C fino a +50°C di aria esterna. Clivet realizza un fatturato di circa 100 milioni di euro basandosi su 600 addetti, 50.000 metri quadri di stabilimenti in Italia, 6 Filiali (Inghilterra, Francia, Spagna, Emirati Arabi, India, Russia).

Per leggere l’articolo completo (totale battute: 49000 circa – acquista la versione .pdf scrivendo adaniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434419)

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FabbricaFuturo è il progetto di comunicazione rivolto a tutti gli attori del mercato manifatturiero (responsabili delle direzioni tecniche, imprenditori e direzione generale, responsabili organizzazione e HR) che ha l’obiettivo di mettere a confronto le idee, raccontare casi di eccellenza e proporre soluzioni concrete per l’azienda manifatturiera di domani.

Nasce nel 2012 dalla rivista Sistemi&Impresa come reazione alla crisi finanziaria del 2011. Negli anni il progetto è cresciuto significativamente, parallelamente alla definizione di politiche pubbliche in ambito industria 4.0 (Piano Calenda e successivi).
Oggi FabbricaFuturo affronta i temi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per offrire alle aziende gli strumenti per affrontare le sfide nella fabbrica di domani.

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