Roncadin produce 400mila pizze al giorno, ma l’obiettivo è crescere fino a 500mila entro qualche anno.
Qualità e innovazione hanno consentito alla società di raggiungere una quota dell’export pari al 70%
di Luca Bastia
Ottanta milioni di pezzi fra pizze e snack, tanto produce ogni anno Roncadin, un’azienda di Meduno, in provincia di Pordenone, che realizza pizze surgelate di alta qualità per l’Italia e per l’estero. Lo stabilimento, situato ai piedi delle Dolomiti Friulane, è esteso su 22mila metri quadrati di superficie e conta cinque linee di produzione, l’ultima delle quali realizzata nel 2015 ha portato la capacità produttiva dello stabilimento a 400mila pizze al giorno. A queste linee se ne è aggiunta una sesta a fine 2015, ubicata in uno stabilimento a Genova, strategico per l’export, dedicata alle pizze senza glutine.
Roncadin è un’azienda in crescita costante e nel 2015 ha inserito 30 nuovi lavoratori superando quota 400 tra dipendenti e collaboratori che hanno un’età media di 35 anni, con un’alta presenza femminile (75%).
La società si è data un piano di sviluppo di medio-lungo periodo che prevede, entro il 2020, il raggiungimento delle 500mila pizze al giorno, con un aumento anche dell’occupazione.
Roncadin ha saputo creare un corretto mix tra industrializzazione e lavoro manuale per mantenere e valorizzare la qualità dei prodotti. Per approfondire queste tematiche, Sistemi&Impresa ha incontrato l’Amministratore Delegato Dario Roncadin, classe 1978, discendente da una famiglia che ha nel Dna lo spirito imprenditoriale. L’azienda di Meduno è stata infatti fondata nel 1992 dai tre fratelli Roncadin, Edoardo (padre di Dario), Siro e Renzo, emigrati in Germania negli Anni 60 dove hanno dato vita a un importante gruppo alimentare del gelato.
Roncadin produce pizze a marchio proprio, ma soprattutto sviluppa ricette (attualmente più di 300) per le private label della grande distribuzione organizzata. Commercializza i propri prodotti sia in Italia sia all’estero e l’export rappresenta una quota pari al 70% del fatturato. Nel 2013 è stata aperta una filiale commerciale negli Stati Uniti, un Paese dove il marchio made in Italy è ricercato e apprezzato.
Roncadin si inserisce in un mercato, quello delle pizze surgelate, che anche negli ultimi anni di crisi ha mantenuto un segno positivo. “In questo ambito è in crescita il segmento delle private label, anche se in Italia non ha ancora raggiunto quote paragonabili a quelle del resto d’Europa”.
Certamente. La pizza è un prodotto che si identifica fortemente con la tradizione italiana, ma non per questo è sempre uguale a se stesso, anzi. I consumatori ricercano infatti sempre di più gusti e abbinamenti insoliti, non solo in pizzeria, ma anche a casa propria. Inoltre sono sempre più interessanti nicchie di mercato diversificate. Cresce ad esempio il numero di consumatori celiaci, intolleranti al glutine o che semplicemente desiderano eliminare questo elemento dalla dieta: per questo, a fine 2015, Roncadin ha avviato una linea di produzione specifica per il gluten free. Così come cresce la richiesta di alimenti adatti a un’alimentazione vegetariana e vegana ed è sempre più alta l’attenzione dei clienti verso il biologico e la provenienza degli ingredienti. Realizziamo anche prodotti che prevedono la cottura in microonde, mettendo insieme la praticità dei tempi moderni con una preparazione antica e tradizionale come la pizza. Oltre che nella tipologia dei prodotti, l’innovazione in Roncadin è anche nel processo produttivo, nella scelta di utilizzare energie rinnovabili e di essere un’azienda che non grava sull’ambiente. Abbiamo, infatti, dotato lo stabilimento di un sistema fotovoltaico che produce 1.200.000 KW/annui e la restante parte di energia necessaria a far lavorare l’industria proviene comunque dal mercato verde.
L’obiettivo di Roncadin è sempre stato quello di abbinare logiche industriali a una grande attenzione ai migliori elementi della tradizione italiana. La produzione in Italia, l’utilizzo di ingredienti di alta qualità e il brevetto di pressatura a caldo dell’impasto, esclusivo di Roncadin, sono alcuni degli elementi d’eccellenza riconosciuti dai clienti nazionali e stranieri. La scelta di Roncadin è stata, fin dall’inizio, quella di scegliere le migliori materie prime: un mix di farine diverse di grano tenero e forte provenienti da mulini italiani; la salsa, che è ottenuta da pomodori italiani; l’acqua delle Dolomiti Friulane. I processi sono quelli che più si avvicinano alla tradizione: ad esempio le lievitazioni lunghe (da cinque a 24 ore, per una maggiore digeribilità grazie all’uso di pochissimo lievito), la farcitura a mano degli ingredienti e la cottura in forno a legna e su pietra.
È sicuramente necessario un elevato livello di automazione se un’azienda vuole posizionarsi sul mercato con prodotti ‘primo prezzo’. Ma non è il nostro caso: Roncadin punta a produrre il medio e il top di gamma, e ciò comporta lavorare materie prime di prima scelta che vanno trattate solo a mano. Per produrre una pizza margherita Roncadin sono necessarie 12 persone in linea, mentre per una pizza super farcita si arriva anche a 40 persone coinvolte. In media, su una nostra linea, sono attive 33 persone. L’automazione l’abbiamo introdotta in maniera più consistente nella fase di imballaggio.
La società, dopo anni di studio e diverse prove, è riuscita a realizzare uno speciale impianto, brevetto esclusivo Roncadin, che utilizza un procedimento di pressatura a caldo che consente di produrre una pizza sottile e croccante, simile a quella che si consuma in pizzeria (la classica lavorazione in cui la pasta viene battuta, schiacciata o tirata). L’impasto delle pizze Roncadin non viene steso in grandi quantità, ma in piccole palline, una per ogni pizza; la base si ottiene con un’unica operazione di pressatura a caldo, senza sottoporre l’impasto a stress. Questo metodo consente di creare una base friabile e croccante, perché risulta protetta dall’umidità della salsa di pomodoro.
FabbricaFuturo è il progetto di comunicazione rivolto a tutti gli attori del mercato manifatturiero (responsabili delle direzioni tecniche, imprenditori e direzione generale, responsabili organizzazione e HR) che ha l’obiettivo di mettere a confronto le idee, raccontare casi di eccellenza e proporre soluzioni concrete per l’azienda manifatturiera di domani.
Nasce nel 2012 dalla rivista Sistemi&Impresa come reazione alla crisi finanziaria del 2011. Negli anni il progetto è cresciuto significativamente, parallelamente alla definizione di politiche pubbliche in ambito industria 4.0 (Piano Calenda e successivi).
Oggi FabbricaFuturo affronta i temi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per offrire alle aziende gli strumenti per affrontare le sfide nella fabbrica di domani.
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