L’industrializzazione prodotto. Crocevia di competenze

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L’azienda manifatturiera  dotata di una struttura definita e sufficientemente organizzata conta tra i propri reparti l’Industrializzazione Prodotto. Si tratta di un reparto cuscinetto funzionalmente  collocato in mezzo ad altri reparti o piuttosto di un centro interdisciplinare, questo lo scopriremo cammin facendo. Per adesso limitiamoci a dire che l’Industrializzazione Prodotto è un centro di competenza fortemente orientato ai core business aziendali e costituisce il fondamentale anello di congiunzione tra le aree Tecnica e Produzione.
L’esigenza aziendale primaria a cui l’Ente in esame risponde in modo istituzionale  è la seguente : ‘La  Produzione non deve mai fermarsi’. Non vi è alcun riferimento all’alimentazione delle linee o le isole di produzione con tutti i materiali necessari, questo lo lasciamo fare alla Logistica;  parliamo di tutto il ‘resto’ che ora andremo a dettagliare opportunamente.

A cura di:
Luigi Faleo

Le aree di intervento

Analizzando le attività appena riassunte come ‘tutto il resto’ scopriamo che esse si suddividono in tre importanti categorie:

1 – Distinte Base e Cicli di Fabbricazione;

2 – Layout di Produzione;

3 -Attrezzature di Assemblaggio.

Vediamo in dettaglio uno per volta questi tre punti.

1 – Distinte Base e Cicli di Fabbricazione: prima  di produrre un oggetto  bisogna ordinare tutti  i componenti di cui esso è fatto e per far ciò le distinte base devono essere codificate e inserite nel sistema informativo gestionale. Lo stesso vale per i cicli di produzione: le istruzioni operative in dettaglio devono  essere fornite  agli operatori e ai capi reparto  corredate dalle liste delle attrezzature da utilizzarsi di volta in volta. Il tempo necessario per le varie fasi di produzione deve essere definito e anch’esso inserito a sistema. Questo permette la misurazione delle performance dei reparti  produttivi e inoltre  fornisce all’Azienda un’indicazione sul costo di produzione di ogni singolo articolo presente in anagrafica articoli. Nello svolgimento delle attività correlate  con questo  punto,  le interfacce intese come gli altri Reparti  con cui collabora re, sono costituite da: Ufficio Tecnico, Ufficio Acquisti, Direzione di Produzione e vari reparti produttivi facendo preciso riferimento ai vari Capi-Reparto.
Ricapitoliamo: l’Ente industrializzazione, lavorando a stretto contatto con il personale tecnico- progettista, con­ verte i dati contenuti sulla documentazione tecnica informato interpretabile dagli Acquisti i quali fanno le loro valutazioni ‘make or buy’ (produzione interna o acquisto da fornitori esterni) effettuando poi le opportune richieste di offerta. Seguono le trattative con i potenziali forni­ tori e le successive assegnazioni che definiscono il fornitore, le condizioni di fornitura e le quotazioni di acquisto da applicarsi per ciascun componente.

2 – Layout di Produzione: nella definizione del sito produttivo adatto alla tipologia di operazioni da eseguire, lo studio di un corretto posizionamento delle postazioni in cui avviene la ‘trasformazione’ dei materiali, indipendentemente che si tratti di linee oppure isole, riveste una grandissima importanza ai fini di ‘fluidificare’ i processi operativi. Ne consegue un abbattimento dei tempi necessari per la cosiddetta “trasformazione” sia che questa consista ne!l’esecuzione di lavorazioni oppure di operazioni di assemblaggi. In riferimento alle attività di pertinenza di questo punto, l’Ufficio Industrializzazione dovrà  interfacciarsi con i Reparti Produttivi condividendo quanto realizzato conla Direzione di Produzione.

3 – Attrezzature: si intende lo studio, il commissionamento e la realizzazione di tutte le attrezzature, generiche e specifiche, necessarie per costruire/assemblare ogni singolo componente che transita per il reparto produttivo. Intendiamoci, in questa categoria sono contenuti dai più banali attrezzaggi come  può essere  una chiave speciale fino alle attrezzature automatizzate tra quelle maggiormente sofisticate. Altri esempi da riportare possono essere costituiti da oggetti quali  paranchi di sollevamento, nastri trasportatori, dirne di posizionamento, oppure, nell’ambito della carpenteria metallica, parleremmo di maschere di saldatura, stampi di tranciatura – imbutitura,  dirne di foratura e molto  altro  ancora  per ciascun settore preso in esame. In questo caso, i reparti con cui l’Industrializzazione deve coordinarsi sono costituiti dalla Direzione di Produzione e i rispettivi Reparti Produttivi.

Nelle attività elencate  ve ne sono alcune  che per tipologia possono essere classificate come appartenenti alla sfera di competenza dell’Ingegneria di Produzione. Tal volta quest’ultimo reparto costituisce un’unità a sé indipendente dall’Industrializzazione Prodotto che dipende direttamente dalla Direzione di Produzione. Per l’esperienza diretta che riportiamo all’interno di queste considerazioni, potremmo dire che è preferibile avere un Ente unico e univoco indipendente dalla Direzione di  Produzione, che  si faccia  da  garante nei confronti dell’Azienda di tutti  i costi  di prodotto, inclusi quelli di trasformazione. Questo è opportuno anche per evitare  possibili situazioni di conflitto di interesse dovuti al fatto  che le Aziende, che solitamente misurano le performance dei Reparti Produttivi, vincolano l’erogazione di ‘premi di produzione’ al raggiungimento di determinati obiettivi.
Dette performance vengono misurate tramite lo scostamento percentuale tra i tempi di trasformazione assegnati e quelli realmente impiega ti per svolgere un’attività. Proprio per questo è opportuno che il ‘controllore’ e il ‘controllato’ non dipendano dalla medesima figura.
A questo punto possiamo completare la panoramica declinando gli Enti aziendali con cui l’Industrializzazione si interfaccia.

L’interazione  con i vari enti

1- Area Tecnica:

• Studio  della fattibilità tecnica  in  cooperazione  con il Tecnico Progettista. La praticità,  la concretezza e l’esperienza forniscono assistenza al Tecnico Progettista sulle migliori soluzioni da intraprendere anche in funzione dei relativi costi. Idem per la gestione delle modifiche tecniche;

• Co-design con fornitori esterni  per azioni mirate di riduzione  costi;

• Standardizzazione della  componentistica.  Creazione banche dati della componentistica maggiormente utilizzata in Azienda;

• Supporto all’Area Tecnica  nella gestione  dei Progetti. Organizzazione delle Design  Review Gestionali;

• Pianificazione Reparti Prototipazione ed Attrezzeria in modo da coordinare l’avanzamento delle attività di prototipazione e allestimento delle attrezzature necessarie per le fasi di preserie e produzione;

2 – Area Acquisti:

• Definizione dei target price e supporto Ente Acquisti nelle trattative con i vari fornitori. Elaborazione analisi del valore;

• Intervento nella definizione dei costi standard;

• Assistenza agli Acquisti nelle attività di Qualifica Fornitori;

• Conduzione congiunta di progetti di riduzione costo prodotto.

3 – Area Produttiva:

• Definizione e analisi layout siti produttivi. Analisi flussi materiali e organizzazione del corretto asservimento del­ le linee/ isole di montaggio. Analisi delle operazioni da svolgersi  valutandone l’ergonomia;

• Adozione di mascheraggi e attrezzature atte a facilita­ re le operazioni svolte dall’operatore di linea con conseguente riduzione dei tempi di produzione;

• Definizione “metodi” e condivisione conla Direzionedi Produzione;

• Rilievo dei tempi di produzione  con cui valorizzare le operazioni di montaggio;

• Bilanciamento operatori di linea.

4 – Direzione Aziendale:

• Emissione di  una  reportistica mensile su:  stato di avanzamento dei Progetti, analisi degli scostamenti rileva ti su l costo  prodotto (sia progetti in sviluppo che già in Produzione),  emissione reportistica su i risultati ottenuti mediante interventi mirati di riduzione costo effettuati.

 

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FabbricaFuturo è il progetto di comunicazione rivolto a tutti gli attori del mercato manifatturiero (responsabili delle direzioni tecniche, imprenditori e direzione generale, responsabili organizzazione e HR) che ha l’obiettivo di mettere a confronto le idee, raccontare casi di eccellenza e proporre soluzioni concrete per l’azienda manifatturiera di domani.

Nasce nel 2012 dalla rivista Sistemi&Impresa come reazione alla crisi finanziaria del 2011. Negli anni il progetto è cresciuto significativamente, parallelamente alla definizione di politiche pubbliche in ambito industria 4.0 (Piano Calenda e successivi).
Oggi FabbricaFuturo affronta i temi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per offrire alle aziende gli strumenti per affrontare le sfide nella fabbrica di domani.

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