Nuove competenze per la fabbrica del futuro

In un tempo in cui la quarta rivoluzione industriale sembra ormai inevitabile e inarrestabile, Irene Tinagli, Parlamentare del Partito Democratico e autrice per le riviste della casa editrice Este, ha spiegato in un articolo su La Stampa come per vincere la paura nei confronti delle trasformazioni tecnologiche sia necessario un radicale cambio di prospettiva: non frenare l’adozione nuove strumentazioni, bensì fare in modo che tanto le imprese quanto le persone siano preparate a rispondere e ad accogliere l’innovazione. A questo scopo, l’impegno sia del settore privato sia del pubblico deve essere rivolto alla formazione di nuove competenze, per rimettere al centro il fattore umano, tema già affrontato in occasione della tappa di Milano di Fabbrica Futuro.

 

La domanda da porsi in modo preliminare è se sia necessario porre un freno all’innovazione al fine di evitare la consistente perdita di posti di lavoro. Per trovare una risposta, Tinagli ha ventilato uno scenario verosimile che verrebbe a concretizzarsi qualora l’Italia introducesse nella prossima legge di Bilancio una tassa sulle nuove tecnologie, non soltanto robot, ma anche dispositivi digitali e software. Con ogni probabilità, secondo la Parlamentare PD, accadrebbe che le aziende più ricche di risorse continuerebbero a investire, spostando i siti produttivi all’estero, mentre le PMI non reggerebbero il peso fiscale e sarebbero costrette a rinunciare al progresso: il divario fra le une e le altre non farebbe che aumentare. Tinagli ha osservato che un simile contesto produrrebbe senza dubbio un impatto occupazionale negativo in un Paese come l’Italia, caratterizzata da imprese di dimensioni medio-piccole.

Il progetto per la diffusione delle conoscenze previsto dal Piano Nazionale Industria 4.0

 

“La storia dell’innovazione ci insegna che le nuove tecnologie possono creare più lavoro e benessere di quanto ne distruggono a patto che nella società ci siano le condizioni per una loro ampia e pervasiva diffusione, per una maggiore e migliore distribuzione dei loro benefici”, ha scritto Tinagli e non ha tralasciato di individuare come componenti essenziali l’offerta di prodotti e servizi nuovi, capaci di soddisfare le richieste del mercato in continuo divenire e la qualificazione della forza lavoro, in grado di adeguarsi rapidamente.

 

Proprio in questa direzione si è mosso il Governo con la proposta del Piano Nazionale Industria 4.0, che individua nella formazione delle competenze una delle direttrici chiave e al tempo stesso dedica un apposito capitolo al tema dell’Awareness, per la diffusione di conoscenze in merito all’Industria 4.0, attraverso Competence Center, Roadshow sul territorio e l’assistenza individuale a PMI ad alto potenziale.

 

Fra gli operatori culturali, persegue il medesimo obiettivo la casa editrice Este che, nella tappa di Bologna di Fabbrica Futuro del 14 marzo, dedica una delle sessioni pomeridiane parallele proprio al tema della trasformazione di competenze e processi di lavoro alla luce dell’evoluzione verso l’Industria 4.0: fra i relatori d’eccezione interverranno Annalisa Magone, autrice del libro Industria 4.0. Macchine e uomini nella fabbrica digitale, Lauro Venturi, Amministratore Delegato di Ocmis Irrigazione, Guido Caselli, Direttore del Centro Studi Ricerche Unioncamere Emilia Romagna, e Simona Sconfietti, Presidente e socio fondatore di Ego-Sé.

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FabbricaFuturo è il progetto di comunicazione rivolto a tutti gli attori del mercato manifatturiero (responsabili delle direzioni tecniche, imprenditori e direzione generale, responsabili organizzazione e HR) che ha l’obiettivo di mettere a confronto le idee, raccontare casi di eccellenza e proporre soluzioni concrete per l’azienda manifatturiera di domani.

Nasce nel 2012 dalla rivista Sistemi&Impresa come reazione alla crisi finanziaria del 2011. Negli anni il progetto è cresciuto significativamente, parallelamente alla definizione di politiche pubbliche in ambito industria 4.0 (Piano Calenda e successivi).
Oggi FabbricaFuturo affronta i temi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per offrire alle aziende gli strumenti per affrontare le sfide nella fabbrica di domani.

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