Quando innovazione è sinonimo di collaborazione

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L’esperienza dell’Innovation Lab di ASAM dedicato alla social collaboration raccontata da Stefania Todisco, Head of Online Community, Innovation presso UniCredit Business  Integrated Solutions

Gli Innovation Lab sono gruppi di lavoro operativi composti da manager aziendali ed esponenti del mondo accademico che affrontano in modo innovativo temi di particolare attualità e interesse comune con l’obiettivo di proporre e implementare soluzioni concrete per il business.
Nel corso del 2012 ASAM (Associazione per gli Studi Aziendali e Manageriali dell’ Università Cattolica di Milano) ha rilevato l’urgenza di condividere con gli associati il tema della ‘Governance’ del processo di social collaboration.
Comunicare, collaborare e innovare secondo le logiche del Web 2.0 stanno diventando gli imperativi per tutte le organizzazioni che hanno fiutato le opportunità offerte da un ridisegno dei processi in salsa ‘social’.
Ma quali sono le competenze che occorrono in azienda per sviluppare e mantenere un sistema di social collaboration?
Ne abbiamo parlato con Stefania Todisco, Head of Online Community, Innovation presso UniCredit Business  Integrated Solutions.

Stefania Todisco, Head of Online Community, Innovation presso UniCredit Business Integrated Solutions
Stefania Todisco, Head of Online Community, Innovation presso UniCredit Business Integrated Solutions


Quali sono gli obiettivi dell’Innovation Lab?

Seguendo la formula dello scorso anno l’Innovation Lab Social Collaboration 2013 si presenta come un gruppo di lavoro operativo composto da manager aziendali ed esponenti del mondo accademico. Da un lato, il business si fa portavoce di nuovi bisogni, sfide e best practice, dall’altro l’università offre una metodologia rigorosa, consolidata, costruita sul contesto specifico, capace di accogliere l’innovazione e propone uno sguardo sulle nuove frontiere della letteratura internazionale. L’Innovation Lab Social Collaboration 2013 ha l’obiettivo di identificare i ruoli che il processo di cambiamento della Social Collaboration introduce in azienda e individuare le competenze professionali che occorre far crescere internamente.


Come è nata l’idea?

Il tema è emerso durante uno degli incontri conclusivi dell’Innovation Lab Social Collaboration 2012 e, data la complessità dell’argomento, si è pensato di dedicarvi non solo un incontro, ma un intero anno di lavoro.
I partecipanti al tavolo di lavoro di quest’anno saranno impegnati nella creazione di un testo descrittivo dei ruoli che la Social Collaboration introduce in azienda e nell’individuazione di competenze specifiche da coltivare all’interno di ciascuna organizzazione. Sono state individuate tre aree di interesse: le prime due legate alle nuove figure professionali del Digital Coach e del Community Manager, la terza legata alle competenze di base necessarie a tutte le risorse aziendali  per poter accogliere i messaggi di queste due nuove figure professionali. Verranno toccati aspetti diversi: organizzativi, gerarchici, formativi, vicini alla crescita professionale, alla comunicazione interna, all’individuazione del potenziale e al talent management.


Quali attività supporta l’Innovation Lab?

L’Innovation Lab Social Collaboration supporta le funzioni aziendali direttamente coinvolte nella definizione del modello di gestione di sistemi per la Social Collaboration, affiancandole nelle scelte strategiche e nella valutazione delle proprie decisioni. L’Innovation Lab si propone di analizzare casi aziendali per mettere a fuoco gli elementi nodali e i punti di attenzione per lo start-up e la gestione efficace della collaborazione su piattaforme “Social” rivolte alla collaboration interna. Si concentra sulla definizione degli obiettivi, su un approfondimento dei sistemi di motivazione e sostegno alla partecipazione, su nuove figure professionali da creare e formare, su criteri per la scelta degli strumenti.


Le nuove frontiere della collaboration richiedono figure professionali nuove: chi è il Digital Coach?

Una figura esperta nell’utilizzo di piattaforme social che aiuta l’azienda a trasformare le prassi e le pratiche operative tradizionali in attività ‘2.0’. L’Innovation Lab Social Collaboration 2013 indagherà sulle competenze specifiche di questa nuova figura professionale, sulle modalità di recruitment interno, di crescita professionale attraverso percorsi formativi ad hoc, nonché sulla sua interazione con il resto della popolazione aziendale.


Perché oggi l’innovazione viaggia sugli stessi binari dei canali social? Le aziende non innovano più dal proprio interno?

L’innovazione in azienda non può prescindere da un continuo scambio tra la realtà interna e il mondo esterno. Da un lato i canali social esterni consentono alle aziende di dialogare con la propria clientela, ma anche raccogliere idee innovative, confrontandosi con i competitor; dall’altro le aziende accolgono il paradigma del social all’interno della propria organizzazione, recependo nuove modalità di collaborazione e nuovi stili di interazione, anche attraverso l’introduzione di piattaforme digitali interne di social collaboration che facilitano e rilanciano l’innovazione anche dall’interno, con un contributo da parte di tutte le funzioni aziendali, che si sentono così chiamate ad essere attori fondamentali della creatività aziendale.

 

Il prossimo appuntamento con l’Innovation Lab è in previsione il 24 giugno 2013 alle ore 15.00 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La partecipazione è riservata ai soci ASAM

Per maggiori informazioni:

www.asamonline.net

http://asam.unicatt.it/commissioni-tecniche-scheda.php?id=18

asam.comunicazione@unicatt.it o tel. 02.80583037

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FabbricaFuturo è il progetto di comunicazione rivolto a tutti gli attori del mercato manifatturiero (responsabili delle direzioni tecniche, imprenditori e direzione generale, responsabili organizzazione e HR) che ha l’obiettivo di mettere a confronto le idee, raccontare casi di eccellenza e proporre soluzioni concrete per l’azienda manifatturiera di domani.

Nasce nel 2012 dalla rivista Sistemi&Impresa come reazione alla crisi finanziaria del 2011. Negli anni il progetto è cresciuto significativamente, parallelamente alla definizione di politiche pubbliche in ambito industria 4.0 (Piano Calenda e successivi).
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