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Barilla traccia il pesto con le blockchain

Qualità, trasparenza, sostenibilità: sono queste le esigenze dei consumatori italiani, sempre più attenti e consapevoli. E a questi bisogni Pesto Barilla risponde con l’innovazione e la tracciabilità. A partire da giugno 2023, infatti, i vasetti di Pesto alla Genovese Barilla venduti in Italia saranno progressivamente dotati di un QR code in etichetta che consentirà di ripercorrere il viaggio del basilico grazie al sistema di tracciabilità con blockchain.

Il Pesto Barilla alla Genovese, icona di uno dei condimenti più apprezzati della cucina italiana, acquisisce un nuovo livello di sicurezza e affidabilità, grazie al progetto in collaborazione con Connecting Food, la prima piattaforma per la tracciabilità e la trasparenza alimentare nata in Europa. Il QR code presente in etichetta aiuterà ad approfondire che cosa significa “Basilico da agricoltura sostenibile”, raccontando direttamente ai consumatori la filiera italiana del basilico, svelandone l’origine, il valore e la sostenibilità.

Attenta alla sostenibilità, la filiera del Basilico Barilla è italiana, certificata e incontra le esigenze degli amanti del pesto, sempre più attenti all’impatto su territorio, pianeta e persone. Attraverso la Carta del Basilico, Barilla si impegna su tre fronti: l’approvvigionamento di basilico proveniente da agricoltura sostenibile, la protezione della biodiversità e la valorizzazione delle comunità di agricoltori.

Il viaggio del basilico dal campo alla tavola

Grazie alla tecnologia blockchain si potrà ripercorrere il viaggio del basilico del Pesto Barilla alla Genovese ‘dal campo alla tavola’. Basterà semplicemente scansionare il QR code presente in etichetta – senza scaricare alcuna applicazione –, accedere ad una Web App e inserire il numero di lotto riportato sulla confezione. Da qui sarà possibile rivivere le diverse fasi del processo produttivo, acquisendo immediatamente tutte le informazioni – sicure e garantite – sugli agricoltori che hanno coltivato il basilico, il luogo di coltivazione e la data di raccolta, e ancora la data e il luogo di produzione di quel singolo vasetto di pesto.

Il progetto è stato reso possibile anche grazie al rapporto di fiducia instaurato con i fornitori, che hanno partecipato in maniera propositiva nel fornire le informazioni necessarie per la tracciabilità. Barilla ha identificato e mappato tutti gli attori della filiera del basilico del Pesto alla Genovese: un processo che ha coinvolto 50 unità operative, 19 aziende agricole e 6 fornitori. Non solo, tra i protagonisti del progetto anche lo stabilimento di Barilla a Rubbiano (PR), che, grazie alla riduzione dei consumi di acqua e al suo riutilizzo nel processo produttivo, è il più grande e sostenibile impianto produttivo di sughi d’Europa.

“Il tema della tracciabilità è sempre più caro al consumatore consapevole ed è strettamente connesso a quello della sostenibilità”, dichiara Matteo Gori, Global Marketing Director Pesto Barilla. “Il QR code in etichetta e la tracciabilità in blockchain ci consentono di essere ancora più vicini ai consumatori, comunicando in maniera trasparente tutta la qualità di una filiera eccellente come quella del basilico italiano, il nostro oro verde, offrendo informazioni sicure e garantite, raccontando chi l’ha raccolto, dove e molto altro”. Tutti i dati raccolti sono stati quindi autenticati in blockchain: le informazioni così acquisite e fruibili dal consumatore sono la prova del costante impegno di Barilla in ottica di trasparenza, per continuare a costruire un rapporto di fiducia con gli amanti del pesto.