La dimensione digitale alla base dell’innovazione di prodotto

Utilizzando gli strumenti digitali, molte aziende leader di mercato stanno lanciando prodotti meglio rispondenti alle esigenze di mercato  più rapidamente rispetto al passato.
È tempo, quindi, di adottare un modello digitale per la gestione del ciclo di vita del prodotto (PLM) per non rischiare che i competitor acquisiscano vantaggio competitivo

di Ariano Arboletti e Luigi Accardo

La capacità da parte delle aziende di fornire prodotti innovativi e di forte impatto sul mercato non è mai stata come oggi un fattore tanto rilevante per ottenere successo nello scenario economico mondiale.
Per raggiungere l’obiettivo di avere prodotti adeguati alle esigenze di mercato in tempi più rapidi e con il prezzo ottimale, le aziende stanno, infatti, investendo più del passato in Ricerca e Sviluppo e, secondo una ricerca di mercato svolta da Ac- centure, per alcuni settori come l’HighTech e il BioTechnology, la spesa in termini di R&S supera addirittura il 20% dei ricavi.
La stessa ricerca ha anche messo in evidenza che soltanto il 30% dei dirigenti è pienamente soddisfatto dell’abilità della propria impresa di trasformare le idee in prodotti e/o servizi realmente pronti per il mercato e di costruirvi, quindi, un business model reale. Solo il 21% crede di avere un processo efficace per l’individuazione delle esigenze reali del mercato e di cattura delle idee innovative che circolano all’esterno dell’azienda e il 28% individua nella lentezza del time to market il fattore chiave perché il mercato percepisca come non innovativo un prodotto che, nelle intenzioni dell’azienda, doveva invece esserlo.
Questo è poco sorprendente se si considera che molte aziende stanno ancora utilizzando un modello sequenziale per il PLM.
Tali modelli, nei quali diversi processi e sistemi coesistono in maniera quasi totalmente indipendente e disconnessa, non consentono alle informazioni rilevanti di fluire in maniera ottimale e tale da ottimizzare lo sviluppo del prodotto. I progettisti sono spesso, per esempio, totalmente disconnessi dall’iniziativa di lancio di un nuovo prodotto che, come conseguenza, sentirà l’esigenza di modifiche e rework per adattarsi a criteri di fattibilità che potrebbero anche modificarne in maniera sostanziale l’idea innovativa iniziale. Con tali modelli sequenziali la mancata condivisione di informazioni essenziali sfocia talvolta nella realizzazione di prodotti che non soddisfano le reali esigenze del mercato.
Inoltre, a causa di questo approccio lineare, il lancio del prodotto sul mercato risulta spesso ritardato rispetto alle reali esigenze.
L’esperienza Accenture suggerisce l’introduzione di modelli digitali che possano aumentare significativamente l’efficienza e l’efficacia dei processi PLM e condurre, di conseguenza, a un sostanziale aumento del ritorno atteso degli investimenti di R&D (ROI); le aziende con le performance più elevate hanno già cominciato, infatti, a introdurre tale approccio e a ottenerne benefici tangibili. Queste aziende leader del mercato hanno capito, in sostanza, che le tecnologie digitali, come social media, mobile, big data, analytics e cloud, possono abilitare la realizzazione di sistemi PLM notevolmente più rapidi, modulari, intelligenti e connessi, integrando tutte le Funzioni e i componenti in un unico network efficiente.
L’approccio che Accenture propone si basa sul framework Digital PLM Network che prevede contemporaneamente l’utilizzo di tecnologie digital e il passaggio da un approccio tipicamente sequenziale del processo di sviluppo prodotto a uno che si fonda sulla collaborazione tra enti diversi in tutte le fasi con la possibilità di condividere, sempre e in tempo reale, tutte le informazioni necessarie. Un esempio concreto di come l’utilizzo efficace e integrato di soluzioni PLM possa addurre valore concreto al ciclo di vita sta nell’utilizzo combinato di meccatronica, software e utilizzo di tecniche di simulazione nel processo di progettazione, possibile grazie all’utilizzo di una Integrated BOM in grado collezionare in maniera “integrata” tutte le informazioni.
I sistemi PLM, per essere di reale supporto alla trasformazione digitale devono essere in grado di fare da collettore della miriade di informazioni distribuite dentro e fuori l’azienda e capaci di fornire delle viste specializzate del prodotto, anticipando tutte le evoluzioni di quest’ultimo anche sulla base delle informazioni massive dal campo, le quali possono addurre valore solo se controllate e indirizzate correttamente. La gestione della Distinta Base di Customer Service con il PLM si presta, ad esempio, a una gestione ottimale delle informazioni che arrivano da una analisi statistica dei guasti.

 

Più agile, più reattivo
Le tecnologie che supportano il PLM digitale consentono una maggior agilità e reattività, sia all’interno dei confini dell’impresa, sia al di fuori di essi.
Prendiamo per esempio i social media. Grazie ai social network le aziende possono non solo sfruttare le idee dei propri clienti per sviluppare nuovi prodotti, ma anche essere in grado di ottenere feedback in relazione alle performance dei propri prodotti. Una food company ha, per esempio, utilizzato il sistema dei “voti” su forum attivi sui social network per lanciare nuovi gusti di patatine.
I social media possono anche aiutare le imprese a personalizzare i loro prodotti. È questo il caso di Nike, che permette ai clienti di personalizzare scarpe, borse e accessori di abbigliamento. Alcune aziende utilizzano i dati ricavati dalle preferenze espresse dai consumatori per disegnare nuove versioni dei loro prodotti. Analytics e big data sono tool che consentono l’acquisizione di dati da un’utenza vasta ed eterogenea, che può portare a intuizioni più nitide e a un migliore processo decisionale. Le aziende leader sono in grado di osservare come i consumatori utilizzano i prodotti e possono comprendere quali aspetti e funzionalità sono più o meno popolari. Hanno poi la possibilità di far leva su questo tipo di informazioni per sviluppare le caratteristiche del prodotto da includere nelle generazioni successive di aspirapolveri, lavastoviglie, frigoriferi e televisori. Molte aziende leader, grazie allo sviluppo di applicazioni mobile basate sulle necessità espresse dei consumatori, si stanno, inoltre, posizionando con successo nel mondo connesso dell’Internet delle cose.
Le app disponibili su smartphone, consentono all’utilizzatore di avere pieno controllo sui sistemi di sicurezza domestica; “scale intelligenti”, collegate tramite wifi a una app sul cellulare, permettono all’utente di sapere quante calorie ha bruciato. Il mobile è un fattore abilitante per clienti, dipendenti e fornitori che possono comunicare e partecipare all’interno dei processi PLM più velocemente e più facilmente, riducendo il tempo di attesa e accelerando il time to market. Il modello cloud, con la sua struttura commerciale pay-per-use, la sua rapidità di implementazione e la notevole flessibilità, consente alle imprese di utilizzare un approccio modulare e parametrico all’infrastruttura, perché le fasi iniziali dello sviluppo prodotto hanno, tipicamente, un’esigenza di maggiore capacità di elaborazione dati rispetto a quelle successive.
Questo consente, in pratica, di ovviare alla costante necessità di costruire nuove infrastrutture di ingegneria per il supporto del processo di sviluppo prodotto, così come al pagamento delle stesse anche quando non utilizzate.

Integrato, collaborativo ed efficiente
Le imprese stanno ottenendo benefici evidenti grazie all’utilizzo del modello digitale di PLM.
Un produttore di attrezzature industriali, per esempio, ha ottenuto risparmi per circa 20 milioni di dollari grazie all’implementazione di un processo efficiente ottenuto con il modello digitale e un risparmio stimato di 200 milioni sui costi di gestione magazzino. Un’azienda leader globale del settore Consumer Goods ha ottenuto una riduzione del 20% del time to market e ha migliorato la produttività della R&D di oltre il 30% utilizzando strumenti digitali. Un numero sempre maggiore di imprese sta utilizzando tecnologie digitali per incrementare il livello di efficienza del proprio processo di sviluppo prodotto e quasi tutte riconoscono oramai che l’approccio digitale consente un aumento notevole dei ritorni sugli investimenti di R&D. Gli investimenti si stanno dunque focalizzando su soluzioni PLM che abilitino tale trasformazione. 

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FabbricaFuturo è il progetto di comunicazione rivolto a tutti gli attori del mercato manifatturiero (responsabili delle direzioni tecniche, imprenditori e direzione generale, responsabili organizzazione e HR) che ha l’obiettivo di mettere a confronto le idee, raccontare casi di eccellenza e proporre soluzioni concrete per l’azienda manifatturiera di domani.

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