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L’innovazione per crescere nella complessità

Le imprese manifatturiere si trovano a far fronte ad alcune tensioni che ormai da qualche anno stanno condizionando il mercato: dai rincari dei prezzi – soprattutto energetici – alle pressioni sulle catene di fornitura, fino alle tensioni geo­politiche e alle difficoltà di reperire materiali. Come si cresce in un contesto di incertezza e di complessità? Se ne è parlato in occasione della tappa di Torino di FabbricaFuturo, il progetto multicanale promosso dalla casa editrice ESTE (editore anche della rivista Sistemi&Impresa) dedicato ai temi del Manifatturiero, che da oltre 10 anni analizza i macrotrend del Manufacturing italiano.

L’esperienza pluridecennale non è sufficiente

Un’azienda a conduzione familiare, con sede sul Lago d’Orta, in provincia di Novara: Cimberio produce valvole, componentistica e sistemi di regolazione per la climatizzazione; esporta i suoi prodotti in tutto il mondo, commercializzando in circa 80 Paesi e destinando all’export il 95% della sua produzione, confermando una forte voca­zione ai mercati internazionali. “Rappresento la terza generazione della mia azienda, che è stata fondata nel 1957, ma lo scenario dell’ulti­mo periodo mi porta a pensare che tanti anni di esperienza non siano necessariamente la chiave per rispondere al cambiamento che sta investen­do il mercato. Negli ultimi anni abbiamo dovuto trasformare radicalmente i nostri modi di lavora­re, di pensare, di essere – credo siano state molte le aziende a doverlo fare – ripartendo in alcuni aspetti da zero, cambiando filosofia e approc­cio”: a raccontarlo è Roberto Cimberio, CEO di Cimberio.

All’emergenza covid e ai tanti clienti in tutto il mondo preoccupati della sospensione delle forniture, l’azienda piemontese ha risposto tempestivamente attivando una strategia diversa dal passato: la prima attività è stata di triplicare i prodotti a stock in tutti i suoi magazzini, per poter fare fronte alle necessità future e anticipando le difficoltà di reperimento di materiali che sareb­bero arrivati a da lì a poco. “Sono orgoglioso di dire che durante il periodo della pandemia non solo abbiamo evaso tutti gli ordini, ma addirit­tura abbiamo aumentato e migliorato il nostro servizio nei confronti della clientela, dando il via a determinate politiche che hanno poi avuto un forte impatto a livello di risultati, anche perché dimostrare vicinanza al cliente e consolidare i rapporti ha un valore che va molto oltre a quello che può essere un risultato immediato diretto”. Il repentino cambio di strategia è stato possibile, secondo il CEO di Cimberio, grazie alla flessibilità e all’agilità dimostrata da tutto il personale, sia a livello apicale – basti pensare che la decisione di cambiare l’approccio verso il mercato è stata presa in una mattinata – sia dei collaboratori.

Si è rivelata vincente, sottolinea Cimberio, la scel­ta perseguita negli anni di non delocalizzare, non seguire ‘le mode’, e mantenere in Italia la produ­zione, così come l’intera catena fornitura: nello stabilimento di San Maurizio d’Opaglio operano oggi circa 200 persone, a cui se ne aggiungono circa 40 che lavorano nelle filiali all’estero. “La volontà di restare nel nostro territorio ci ha dato un continuo stimolo a migliorare, a essere efficienti, a sviluppare prodotti sempre nuovi per offrire al mercato un’alternativa valida che non fosse legata alle logiche di prezzi al ribasso”. Dal legame con il territorio sono nati anche i progetti in sinergia con le scuole, promossi con la finalità di trovare personale qualificato, come quella con l’istituto salesiano Don Bosco di Borgomanero che ha portato alla fondazione di una Academy che ha come scopo unico quello di fornire formazione, in primis ai dipendenti di Cimberio, ma non solo, aprendo le porte anche agli operatori delle altre industrie che operano nel distretto locale.

L’articolo integrale è pubblicato sul numero di Aprile 2023 di Sistemi&Impresa.
Per informazioni sull’acquisto di copie e abbonamenti scrivi a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434400)