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Dai distributori automatici di Dpi al magazzino innovativo

Ogni organizzazione aziendale si struttura per assicurare ai propri collaboratori un ambiente lavorativo ottimale, dove ogni necessità pratica è prontamente soddisfatta per favorire la massima produttività, efficienza e sicurezza. Facilitare la gestione logistica interna significa garantire alle imprese le condizioni ideali per operare e, a lungo termine, può essere una leva per ottimizzare gli sprechi e i costi.

In questo scenario si inserisce Indaco Project, azienda di distributori automatici di dispositivi di protezione individuale (Dpi) e utensili come materiali di cancelleria e altro usato quotidianamente in azienda. L’idea è nata su ispirazione del classico distributore automatico di vivande che, al posto di erogare merendine e bibite, può distribuire materiale utile ai lavoratori: “Con il proprio badge, l’addetto può prelevare in autonomia dalla macchina ciò di cui ha bisogno per la sua mansione e la sua sicurezza sul posto di lavoro”, spiega Antonio Marzo, CEO di Indaco Project.

La svolta è arrivata quando i distributori – denominati da Indaco Project ‘Personal storage machines (Psm)’ – hanno iniziato non solo a distribuire oggetti che servono al lavoro sul campo, ma anche a ottimizzare tutte le fasi della logistica aziendale interna. Il progetto è stato possibile grazie alla capacità dell’azienda di personalizzare sia hardware sia software così da monitorare, gestire e distribuire un numero elevato di articoli di diversa tipologia e grandezza: “Oggi questi magazzini intelligenti fanno molto più che il semplice picking, perché si occupano del caricamento del distributore, del prelievo, della registrazione e certificazione della consegna, ma anche del riordino degli articoli, dell’invio di alert per i sotto scorta e per lo stock di magazzino”, spiega il CEO.

Sicurezza, sostenibilità economica e ambientale

Indaco Project ha introdotto quindi un concetto di magazzino totalmente innovativo che, spiega Marzo, ha richiesto di diffondere una nuova cultura verso i propri clienti. Su cosa puntare quindi? Il CEO fa l’esempio della distribuzione dei Dpi: “Il modus operandi classico è quello di avere un capo reparto a cui si affida una scorta di dispositivi, dal quale i lavoratori si devono recare per prelevare i dispositivi di sicurezza; l’attuale norma richiede la firma della presa in carico di un Dpi da parte di tutti i fruitori. Purtroppo, non tutte le aziende lo riescono a fare, risultando quindi fuori norma. Infatti, una delle prime cose che è stata apprezzata dei distributori dai clienti è stata la facilità con cui è possibile tracciare chi ha estratto i dispositivi dal distributore utilizzando il badge (operazione che per legge sostituisce la firma)”. Inoltre, sottolinea Marzo, la normativa obbliga l’azienda a istruire in modo continuativo i lavoratori nell’indossare correttamente e costantemente i Dpi di seconda e terza categoria; anche in questo la distribuzione automatica può essere un valido alleato: “Abbiamo creato quella che oggi chiamiamo ‘Tc Consolle’, una specie di piattaforma di elearning che ogni qualvolta di preleva, per esempio, la mascherina, tramite un display touchscreen è possibile fruire di brevi sessioni formative per l’uso corretto del dispositivo, con test finale”.

Sebbene l’acquisizione di un distributore possa inizialmente sembrare solo una conformità normativa, la verità è che si tratta di un’autentica automazione dei processi che consente di risparmiare notevolmente in termini di sprechi e costi. “Nessun guanto o mascherina esce dall’azienda e tutto il necessario per svolgere il lavoro è fornito e smaltito direttamente dalla struttura. Questo processo, se monitorato, si tramuta in un’opportunità di abbattimento dei costi e di risparmio di materiale di rifiuto”, spiega Marzo, portando come esempio un nuovo cliente di Indaco Project: “Tramite le analisi condivise dal cliente, abbiamo notato che quando ha adottato i nostri distributori, solo pochi mesi fa, ha ridotto i consumi di alcuni oggetti anche del 90%”. Quali sono quindi le resistenze che incontrano queste soluzioni in azienda? Il CEO condivide che la paura della sottrazione del lavoro umano in favore della macchina è un concetto che spaventa anche gli imprenditori più illuminati: “Sebbene possa sembrare riduttiva in termini di occupazione umana, l’automazione in realtà apre la strada a un uso più intelligente delle risorse e all’impiego di persone per attività ad alto valore aggiunto. È questa la direzione verso cui stiamo andando”.