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Efficientamento energetico degli edifici, nuovi strumenti grazie all’IoT

| Redazione |

Il 75% del parco immobiliare italiano è inefficiente dal punto di vista energetico. È stato stimato, dalla Federazione Anie, che a questa mancanza è attribuibile il 40% dei consumi energetici e il 36% delle emissioni di gas serra. L’efficientamento energetico dei edifici, in primis di quelli pubblici, sfruttando l’IoT porterebbe a una drastica diminuzione di queste percentuali.

Di riduzione degli sprechi e di ricerca di fonti rinnovabili in ambito energetico se ne è occupata l’Europa, con una Direttiva che è stata recepita dal Governo italiano. Dal 12 giugno 2017, sui siti del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’ambiente, è stata aperta la consultazione pubblica sulla Strategia energetica nazionale (SEN). Cittadini e imprese hanno un mese di tempo per inviare commenti, segnalazioni e proposte che saranno valutate per la predisposizione del documento finale.

Si legge sul sito del Mise: “L’Italia (…) può senz’altro avere un ruolo di primo piano nello sviluppo di un mercato europeo delle tecnologie e delle soluzioni per l’efficienza. La riqualificazione del parco immobiliare rappresenta, inoltre, un’importante occasione di miglioramento del territorio e di rilancio per il settore dell’edilizia. Poiché il nostro Paese ha da tempo un’intensità energetica inferiore alla media UE, si può presumere che per ridurre ulteriormente i consumi al ritmo dell’1-1,5% all’anno, come previsto dalla Direttiva europea oggi in discussione, si vada incontro a costi marginali crescenti; è dunque necessario puntare a discontinuità tecnologiche che riducano in prospettiva il costo degli interventi. Il settore industriale ha storicamente contributo in modo importante alla riduzione dei consumi e continuerà a dare un forte impulso in innovazione. Tuttavia, per tendere al raggiungimento contestuale anche degli obiettivi di riduzione delle emissioni nei settori NON-ETS, si dovranno focalizzare gli sforzi sui settori residenziale e trasporti, il primo ad oggi presidiato da strumenti poco efficaci ed efficienti, il secondo poco presidiato”.

La soluzione di Honeywell

Grazie a questo intervento istituzionale, si prevede un drastico aumento di strumenti in grado di rendere digitali gli edifici attraverso l’interconnessione e condivisione dei dati dentro e fuori l’edificio. Un esempio è Outcome Based Service di Honeywell, un servizio basato su cloud per gli edifici connessi progettato per ottimizzare la manutenzione e la gestione delle strutture. Sfruttando l’automazione avanzata e l’analisi dei dati, Outcome Based Service permette ai service engineer Honeywell di valutare ed esaminare gli asset degli edifici 24 ore su 24, favorendo in questo modo una più rapida identificazione di anomalie e di configurazioni errate. Rispetto ai servizi di manutenzione ‘tradizionali’ comporta un risparmio di tempo. Monitorare il consumo di energia, inoltre, può agevolarne le organizzazione a diminuire le spese energetiche e le chiamate reattive per richiedere assistenza.

Il servizio sfrutta la connettività degli edifici e, attraverso i sensori, si pone l’obiettivo di garantire che la dotazione tecnologica dell’edificio possa dare il massimo, come ha spiegato John Rajchert, Presidente di Honeywell Building Solutions: “Con Outcome Based Service, Honeywell sfrutta al massimo la connettività per ‘ascoltare’ l’edificio. I dati raccolti forniscono informazioni spendibili per migliorarne le prestazioni. Al posto di scorrere un elenco di elementi da revisionare regolarmente, attività che richiede molto tempo, Honeywell ottimizza l’efficienza e monitora le prestazioni in tempo reale”. Outcome Based Service è il servizio più recente aggiunto al portfolio di tecnologie Connected Services di Honeywell: utilizzando strumenti di diagnostica e la rete Honeywell di tecnici presenti in loco, il servizio si concentra su interventi mirati per aiutare le strutture a individuare più facilmente i problemi dell’edificio e le opportunità di miglioramento.