Politica, Crescita e Impresa

Intervista a Giulio Sapelli, Economista, docente di Storia economica ed Economia politica all’Università Statale di Milano ed editorialista del Corriere della Sera

A cura di Antonino Leone

Giulio Sapelli
Giulio Sapelli

Giulio Sapelli è un economista, docente di Storia economica ed Economia politica nell’Università Statale di Milano ed editorialista del Corriere della Sera. Sostiene le politiche Keynesiane per avviare la crescita dell’economia e superare la crisi finanziaria internazionale del 2007. Non condivide la politica di austerità che ha portato ad una deflazione e a una disoccupazione devastante ed è favorevole al sostegno della domanda per riavviare la crescita. Ritiene che per sostenere le imprese occorre detassare e sburocratizzare, lottare contro gli sprechi e migliorare la produttività.

Vuole spiegare la sua posizione a favore di un governo di riappacificazione e le motivazioni che stanno alla base di questa scelta?
Occorre ricostruire la Nazione e questo è possibile solo ritornando alla politica con un governo di unità nazionale che riaffermi una comune volontà ricostruttiva dinanzi a una crisi da deflazione tra le più dure degli ultimi cento anni.

Vi è un acceso confronto tra coloro che sostengono la politica di austerità e quelli che propongono una politica di crescita attraverso la spesa pubblica. Vuole chiarire i difetti e i pregi di tali scelte?
L’onore della prova che Lord Keynes avesse torto spetta ai Suoi detrattori. L’austerità ha portato a una deflazione e a una disoccupazione devastante. Gli Stati Uniti e il Giappone si stanno risollevando dalla crisi da altissimo rischio finanziario e da sottoconsumo. Solo la ripresa della domanda può riavviare la crescita.

Per l’Italia non è rischioso – a causa dell’elevato debito pubblico – affidarsi unicamente a una politica della spesa pubblica alfine di avviare la crescita del paese?
Non ci si affida solo alla spesa pubblica ma alla lotta contestuale allo spreco pubblico e all’aumento della produttività del lavoro.

Quali sono i motivi per cui le imprese italiane, particolarmente le Pmi, non sono capaci di reagire alla crisi economica e finanziaria internazionale?
Lo sono state invece, con una capacità di resilienza enorme e che non è compresa dagli economisti neoclassici.

Le Pmi in Italia rappresentano in gran parte il tessuto produttivo della ricchezza nazionale. Quali interventi da parte del Governo e delle imprese stesse occorre fare per sostenere le Pmi in questo momento di difficoltà?
Nessun intervento. Solo detassare, sburocratizzare e sostenere le banche cooperative e popolari che sono le uniche ad aiutare le piccole imprese.

Le micro e piccolissime imprese possono farsi carico dell’avvio dello sviluppo del paese?
Nessun settore da solo può farsi portatore ditale carico. Occorre l’integrazione polifonica tra diverse dimensioni di scala e diverse merceologie e destinazioni dei prodotti.

 

Chi è Giulio Sapelli
Giulio Sapelli è nato a Torino nel 1947, dove si è laureato in Storia economica e ha conseguito la specializzazione in Ergonomia. Ha studiato presso l’Institut fur Weltwirschaft di Kiel e ha insegnato e svolto attività di ricerca presso la London School of Economics and Political Sciences, nonchè presso l’Università Autonoma di Barcellona e l’Università di Buenos Aires. A cavallo tra gli anni ’80 e gli anni’90 è stato Directeur d’Etudes presso l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi. Ai temi della cultura organizzativa ha dedicato, oltre al lavoro di consulenza e di intervento operativo, molte ricerche, tra cui ricordiamo: Educare e studiare insieme nell’impresa. Una testimonianza di Giulio Sapelli, in G.Maifreda e S.Roncaglia, “Narrare la formazione. Grande impresa e sindacato”, Guerini Editore, 2005. Ai temi delle patologia dei mercati e della necessità della loro trasparenza istituzionale, organizzativa ed etica, ha dedicato i lavori: Cleptocrazia. Il meccanismo unico della corruzione tra economia e politica, Feltrinelli,1994. Responsabilità d’impresa. Tra mercato e nuova sovranità politica, Guerini & Associati, 1996. La sua riflessione ora si rivolge alle trasformazioni della sovranità e quindi della teoria dello stato, tra economia, politica, geostrategia: Prefazione. La nuova grande trasformazione, in (a cura di G. Vittadini), “Che cosa è la sussidiarietà. Un altro nome della libertà”, Guerini Editore, 2007, pp 13-16.
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FabbricaFuturo è il progetto di comunicazione rivolto a tutti gli attori del mercato manifatturiero (responsabili delle direzioni tecniche, imprenditori e direzione generale, responsabili organizzazione e HR) che ha l’obiettivo di mettere a confronto le idee, raccontare casi di eccellenza e proporre soluzioni concrete per l’azienda manifatturiera di domani.

Nasce nel 2012 dalla rivista Sistemi&Impresa come reazione alla crisi finanziaria del 2011. Negli anni il progetto è cresciuto significativamente, parallelamente alla definizione di politiche pubbliche in ambito industria 4.0 (Piano Calenda e successivi).
Oggi FabbricaFuturo affronta i temi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per offrire alle aziende gli strumenti per affrontare le sfide nella fabbrica di domani.

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