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Rallenta l’industria, al Pil ci pensano i servizi

Lo scenario economico attuale ci evi­denzia gli effetti di una crescita dove Manifattura e Servizi non sono in equili­brio. Alcuni dati sono positivi: nel primo trimestre del 2023 siamo cresciuti dello 0,6% mentre la Germania, con un Prodotto interno lordo a -0,3%, è ufficialmente entrata in recessione tecnica; diminuisce il prezzo del gas (questo dovrebbe dare respiro ai settori maggiormente ener­givori), e anche i dati sull’occupazione sono positivi.

Trend positivi anche per i dati sul com­mercio estero, ma è naturale immaginarsi una ripercussione legata alle performan­ce tedesche, considerando il livello di correlazione tra le due economie. I dati sull’export rilevano, in ogni caso, già ora una crescita più sostenuta verso i mercati extra europei.

Fin qui i dati del Pil. Se si analizza, però, la parte legata alla produzione indu­striale si rileva una flessione negativa che riguarda soprattutto i settori alimentare, tessile, gomma-plastica, legno, carta, chimica e metallurgia. Le tendenze divergenti nella crescita sono da ricer­care soprattutto nella crescita di servizi sociosanitari e assistenziali – ‘trainati’ dall’invecchiamento demografico – che contribuiscono a conformare un Pil sem­pre più dematerializzato.

La questione demografica avrà un impatto forte sul nostro sistema industriale, alla costante ricerca di risorse formate. E anche da questo dipenderà la sostenibilità della nostra economia. L’Italia sta dimostrando grande reattività di fronte alle tante crisi e la flessibilità delle nostre azien­de rappresenta un punto di forza nella competizione globale. Cresce anche la consapevolezza dell’esigenza di concilia­re innovazione tecnologica e sostenibilità: dai dati elaborati dal Manufacturing Group del Politecnico di Milano, il 45% delle imprese ha già intrapreso proget­ti di sostenibilità che impattano sulle Operations: applicare l’innovazione tec­nologica al supporto di scelte sostenibili rappresenta un vantaggio competitivo, anche per le aziende manifatturiere.

La mancanza di una cultura specifica e la poca chiarezza sui benefici attesi rappre­sentano ancora ostacoli da superare, ma il percorso verso un’industria sostenibile passa per l’adozione di tecnologie 4.0. Oltre al monitoraggio, abilitato dall’ana­lisi dei dati, si stanno rivelando preziose anche le tecnologie di simulazione per anticipare diversi scenari, e la Blockchain per certificare la sostenibilità del proces­so produttivo.

La crescente sensibilità verso il tema è emersa anche nel corso dell’edizione 2023 di Sps Italia, la fiera dell’automa­zione e del digitale dell’industria dove abbiamo partecipato con uno stand animando anche diversi momenti di dibattito. Sps Italia rappresenta un osser­vatorio importante e ci restituisce un quadro di aziende focalizzate sull’avvio di transizioni digitali sempre più green e attente alla dimensione umana. Questo il focus di Industria 5.0, un passaggio culturale che coinvolge stili di vita e di consumo e pone l’attenzione su persone e competenze. La valorizzazione dell’es­sere umano è una sfida importante, in particolare in un’epoca dove l’innova­zione tecnologica corre molto veloce. Migliorare la vita delle persone è un tema etico e travalica il business.