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Le aziende italiane pronte a gestire il Purchase to Pay con la tecnologia

| Redazione |

La necessità di aumentare la produttività e ridurre i costi ha portato le aziende europee a una continua ottimizzazione dei processi nei dipartimenti finanziari. Tuttavia il controllo delle singole spese diventa più complicato a causa di una responsabilità frammentata tra differenti gruppi e business unit. A ciò si aggiunge una gestione della spesa indiretta ancora più articolata. È stato l’ex direttore di McKinsey, Peter Kraljic, che ha identificato per primo la necessità di definire un ruolo diverso nella gestione della tradizionale supply chain. Oggi il procurement è considerato una funzione in grado di assicurare risparmi sull’intera catena del valore, minimizzandone i rischi. Tuttavia, sebbene tale dipartimento abbia vissuto un’evoluzione coerente con il modello Kraljic, la modalità di operare non è stata del tutto perfezionata.

Il futuro del Purchase to Pay

Una recente ricerca di CanonIl Futuro del Purchase to Pay (P2P) 2016, ha evidenziato che il 67% di aziende ritiene di avere solo un parziale controllo delle spese indirette. Ancor più preoccupante è che il 7% affermi di non avere nessun sistema di controllo. L’indagine è stata commissionata da Canon a ICM Unlimited, istituto che si occupa di ricerca e analisi di mercato, e ha coinvolto aziende di varie dimensioni (dai 100 dipendenti fino a oltre 5mila dipendenti, presenti in 12 mercati europei). Sono stati intervistati 706 decision maker, selezionati all’interno di funzioni finance e acquisti. L’esito di questa indagine è uno studio che racconta le aspettative, le priorità, i cambiamenti oltre alla nascita di nuovi servizi a livello organizzativo per il mondo del purchase to pay (P2P). Molte aziende dichiarano di non avere ancora adottato un sistema che consenta loro di controllare interamente le spese utilizzando gli ordini di acquisto (PO), mentre la metà delle realtà intervistate afferma di riuscire a esercitare il proprio controllo su meno del 50% delle spese sostenute.

È convinzione generale che il processo P2P vivrà un’automatizzazione sempre maggiore; molte aziende europee, infatti, hanno già intrapreso questa strada. Anche le imprese italiane credono nella trasformazione della gestione del Purchase to Pay. Ne è un segnale forte il fatto che solo l’1% (rispetto a una media europea del 3%) crede ancora nella gestione manuale di tale processo per il futuro.

L’Italia pronta a cambiare grazie alla tecnologia P2P

I dati emersi denotano una particolare propensione al cambiamento nel nostro Paese. Le aziende italiane, infatti, sono motivate a esplorare i benefici della tecnologia P2P con l’obiettivo di migliorare i propri livelli di produttività ed efficienza. Il 54% dei responsabili finance (dato europeo: 50%) ritiene che la produttività della propria divisione sia inferiore alla media, mentre il 44% dei responsabili acquisiti (dato europeo: 42%) afferma che il reparto operi al di sotto del livello di produttività desiderato. Sono probabilmente queste considerazioni a spingere il 40% dei decision maker a voler completare la trasformazione digitale del processo P2P entro i prossimi due anni. Si tratta di una percentuale molto interessante se messa a confronto con la media europea che si colloca intorno al 23%.

Molte aziende italiane rilevano una scarsa collaborazione tra dipartimenti finance e acquisti. A partire da questa importante presa di consapevolezza occorre grande impegno affinché questa non diventi una pratica comune. Infatti, il 78% delle aziende italiane (dato europeo: 66%) crede che sia possibile raggiungere maggior successo di business migliorando l’integrazione tra queste due divisioni. A oggi, il 15% delle aziende italiane (dato europeo: 10%) ha già completato la trasformazione digitale in ambito P2P, affidandosi a soluzioni end-to-end.

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