Accenture nell’arena dell’Industry 4.0

Intervista a Giuseppe La Commare, Managing Director Industrial Equipment, Infrastructure and Travel Accenture

 

Un’Italia divisa in due quella che emerge dal contrasto tra settori industriali altamente performanti e i consumi fermi che lasciano al palo gli investimenti. Lo riferiscono i dati dell’Istat, secondo cui nel terzo trimestre 2014 i consumi finali nazionali non hanno registrato alcuna crescita rispetto al secondo trimestre. In questo scenario di stagnazione gli investimenti hanno subìto una contrazione dell’1%. Nulla di nuovo sotto il sole dunque. Ma l’Italia che conosciamo è anche altro, come emerso dal colloquio con Giuseppe La Commare, Managing Director responsabile della business unit Industrial Equipment, Infrastructure and Travel di Accenture Italia, Medio Oriente, Paesi dell’Est Europa, Russia, Turchia.

Giuseppe La Commare
Giuseppe La Commare

“L’Italia che conosciamo, è fatta di realtà che non hanno ancora dismesso imperativi come quello di innovare partendo dalle sue preziose risorse. Talvolta tuttavia non c’è piena consapevolezza delle potenzialità di ottimizzazione che abbiamo a portata di mano” chiarisce La Commare.
Alimentare, moda, metalmeccanico. Questi sono tra i fiori all’occhiello di un Paese che, fra gli scivoloni della fantapolitica e i salti nel buio della finanza creativa ha sofferto molto, ma che vede un bagliore di ripresa alla fine del tunnel. Una ripresa che non è frutto di rare abilità governative, ma della capacità di risposta delle medie aziende manifatturiere alla crisi. Reazione che è stata esemplare, secondo La Commare.
Complici, i mega-trend di sviluppo economico mondiale, come la digitalizzazione delle fabbriche, la reingegnerizzazione dei processi e tutta l’ondata di tecnologie che ha radicalmente stravolto l’approccio delle aziende al business 2.0.
Preparare l’industria di domani significa consolidare quella del presente, muovendo le leve che permettono di fare efficienza riscrivendo i processi. Laddove, ovviamente, sia possibile farlo.
Un approccio ‘No capital intensive’, come lo definisce La Commare. Ma sentiamo dalle parole del manager quali gli obiettivi e i progetti di sviluppo della divisione Industrial Equipment di Accenture Italia nella roadmap verso la fabbrica del futuro.

2015: l’anno della svolta per la divisione Industrial Equipment?
L’evoluzione tecnologica ha portato oggi il digitale al centro dell’industria. Era da tempo che osservavamo il fenomeno, motivo per cui già da qualche anno ci stavamo preparando per consolidare il nostro know how in materia di fabbrica intelligente del futuro.
Accenture ha aumentato la propria capacità di competere sul mercato manifatturiero, grazie anche a recenti acquisizioni in centro Europa di realtà operanti in ambito PLM ed embedded software.

Quali cambiamenti impattanti ha avuto modo di osservare in questi anni nel settore manifatturiero?
Il settore per anni ha sofferto subendo una forte contrazione, in particolare in Italia. Gli elementi contingenti li conosciamo bene. In termini assoluti la crisi ha pesato, spingendo le aziende a tagliare, secondo dati Confindustria, oltre 900.000 persone.
Per diversi anni il focus principale è stato nella ricerca della massima efficienza e conseguente riduzione dei costi. Oggi le aziende, osservando alcuni segnali, seppur deboli, di ripresa, sono a un bivio: se investire nella costruzione di nuovi impianti nella convinzione che la flebile domanda di oggi sia indicativa di una tendenza a lungo termine, oppure se ridurre al minimo l’esborso di cassa e il rischio facendo leva sugli asset esistenti.

Quali strumenti Accenture può mettere in campo per supportare le aziende nel contenimento dei costi?
Accenture ha sviluppato in questi anni una competenza specifica in programmi di monitoraggio e ottimizzazione della spesa.
Per esempio, nel mondo della logistica e della produzione, abbiamo utilizzato delle ‘Control Tower’ per monitorare l’esecuzione delle attività dei processi di planning, manufacturing, trasporti, gestione dei ricambi.

E-6Abbiamo fino a ora parlato di approcci e metodologie per nuove strategie d’impresa, che ruolo gioca la tecnologia?
Sviluppo prodotto, produzione, marketing, vendite. Tutte le divisioni interne alle medio-grandi organizzazioni sono state impattate dall’ondata di trasformazione digitale che ha interessato la catena del valore.
All’interno di questo scenario riteniamo che lo sviluppo delle metodologie di implementazione e del software PLM (Product Lifecycle Management) sia una delle aree di ricerca di maggior interesse per la creazione dell’industria di domani. La scelta del prodotto giusto è strategica per competere in un mercato globale. L’integrazione tra ingegneria, sviluppo prodotto, processi e tecnologie a supporto è fondamentale.

Accenture punta al Product Lifecycle Management quale tecnologia abilitante un nuovo modello di industria. Quale il vostro posizionamento all’interno dell’universo PLM?
Il Product Lifecycle Management facilita il collegamento e l’integrazione tra il mondo digitale e quello fisico, comporta l’introduzione di nuove capacità, nuovi processi aziendali e significativi cambiamenti organizzativi.
Il valore aggiunto che portiamo, oltre alla implementazione del software, è il supporto all’azienda in questo cammino di profondo cambiamento, che rivede i processi di gestione prodotto, dal mondo dell’Ingegneria e dei CAD, alla gestione dei requisiti di prodotto, alla produzione, alla collaborazione con terze parti, sino alla gestione dei processi di post-vendita e manutenzione, con profondi impatti sull’organizzazione.

PLM a parte, che ruolo giocano le altre Key Enabler Technologies? Analytics, Internet of Things, nanotecnologie, robotica avanzata…
L’utilizzo intelligente dei dati è una tematica di sicuro interesse in tempi di trasformazione digitale. Lo sviluppo degli Analytics per la rapidità di decisioni strategiche è diventato una priorità assoluta.
C-3In questo contesto l’offerta di ‘Analytics as a Service’ si traduce in un valore aggiunto senza precedenti per i nostri clienti. Un valore misurato sull’ottimizzazione dei processi.
Un’altra tecnologia sulla quale puntiamo molto è l’Internet of Things, di cui è parte integrante l’‘embedded software’. La fabbrica intelligente di domani avrà infatti bisogno di macchine e robot capaci di autoprogrammarsi – indipendentemente dal prodotto che andranno ad assemblare – e di prodotti capaci di comunicare con le macchine.
Internet of Things e Analytics rappresentano lo scenario che influenzerà sempre di più lo svolgimento dei processi in fabbrica.

Le medie aziende italiane sono pronte al salto digitale?
Dal nostro punto di vista molte aziende italiane operanti nel manifatturiero sono già pronte, molto più di quello che crediamo. Gli imprenditori che incontriamo sono spesso persone molto innovative.
Esiste invece un problema relativo alla focalizzazione sul tema digitale: spesso le aziende hanno le risorse e la forma mentis per fare il salto di qualità, ma non trovano il tempo per farlo.

Come l’outsourcing può supportare l’industria nella gestione dei processi. Cosa è cambiato in questo universo negli ultimi anni?
Nel tempo abbiamo rilevato una trasformazione dall’outsourcing di processi di back office, con principale obiettivo la riduzione dei costi, verso una tipologia di servizio in outsourcing molto più verticale, con l’obiettivo di poter accedere a conoscenze specifiche di industry, ad analitiche più evolute, e all’innovazione. Oggi, ad esempio, supportiamo gli uffici acquisti nell’ottimizzazione della spesa sugli indiretti così come i CMO nel creare valore dal canale digitale tramite Analytics di dettaglio su vari tipi di dati (a partire dai clienti), nell’esecuzione delle campagne di marketing, nella gestione dei contenuti e dei diversi canali.
Dunque una nuova Accenture, non solo delle grandi aziende, ma oggi al fianco anche delle medie imprese manifatturiere nel cammino di trasformazione digitale…
Accenture, con i suoi professionisti in Italia e nel mondo, può affiancare anche le medie aziende manifatturiere italiane per favorire lo sviluppo di un settore che nel nostro Paese rappresenta una grossa fetta dell’economia nazionale.
Accenture può supportarle nel portare avanti la crescita organica e inorganica, nel migliorare la produttività e l’utilizzo degli asset aziendali e industriali e nel riportare o mantenere in Italia gli stabilimenti e le attività produttive, seguendo la tendenza avviata dagli Stati Uniti. E tutto questo con modalità strettamente collegate al valore creato e misurato.

Luca Papperini

 

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FabbricaFuturo è il progetto di comunicazione rivolto a tutti gli attori del mercato manifatturiero (responsabili delle direzioni tecniche, imprenditori e direzione generale, responsabili organizzazione e HR) che ha l’obiettivo di mettere a confronto le idee, raccontare casi di eccellenza e proporre soluzioni concrete per l’azienda manifatturiera di domani.

Nasce nel 2012 dalla rivista Sistemi&Impresa come reazione alla crisi finanziaria del 2011. Negli anni il progetto è cresciuto significativamente, parallelamente alla definizione di politiche pubbliche in ambito industria 4.0 (Piano Calenda e successivi).
Oggi FabbricaFuturo affronta i temi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per offrire alle aziende gli strumenti per affrontare le sfide nella fabbrica di domani.

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