APG Group, innovazione per un futuro sostenibile

| Federica Biffi |

Non si può parlare di sostenibilità senza innovazione. Se fino a poco tempo fa questi due principi stavano agli antipodi – storicamente il progresso industriale ha portato al consumo delle risorse naturali e all’inquinamento – oggi la situazione è cambiata. Grazie a misure come l’European green deal – un insieme di iniziative politiche proposte dalla Commissione europea per azzerare le emissioni di anidride carbonica entro il 2050 – e il Next generation Eu, da cui deriva il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) – che prevede un investimento di quasi 60 miliardi per la transizione ecologica – numerose realtà hanno iniziato a dirigere i propri sforzi verso soluzioni sostenibili. Ma al di là degli sforzi istituzionali, la rivoluzione in atto è una grande opportunità per le aziende che si trovano nella condizione di anticipare i bisogni del mercato, distinguersi dalla concorrenza e garantire lo sviluppo.

Un esempio è A&A Fratelli Parodi, azienda oleochimica specializzata nella produzione di esteri sintetici a base naturale, oli industriali e cosmetici, che nel 2015, attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e di processi sostenibili e diverse acquisizioni, ha costituito APG Group. Il gruppo si propone l’obiettivo di creare valore attraverso prodotti industriali qualitativamente avanzati e tecnologie ecocompatibili per una crescita industriale, sociale ed economica equa e sostenibile. L’attenzione per l’ambiente è il fondamento delle politiche di sviluppo di APG, attraverso un continuo investimento in ricerca e innovazione. Lo racconta Gianluca Fenaroli, CEO di APG Group, che, al fianco del proprietario e Presidente del Gruppo, Augusto Parodi, ne ha coordinato la nascita: “Abbiamo puntato le nostre strategie di crescita su prodotti di nicchia, con formulazioni nuove e una linea produttiva elastica che ci permettono di coprire quella fetta di mercato che sfugge ai grandi produttori, oggi prevalentemente malesi e indonesiani”. Non a caso dal 1955 – anno di fondazione della Società ‘madre’ A&A Fratelli Parodi – l’azienda ha brevettato più di 7.500 formulazioni, un numero destinato a crescere in futuro dopo l’acquisizione del Laboratorio di biotecnologie Active Cells, parte del polo pubblico/privato di ricerche biotecnologiche dell’Ospedale San Martino di Genova.

Oggi APG conta tre divisioni: al centro, come nel 1955, c’è l’oleochimica per l’industria, mentre la seconda divisione è Advanced biofuel e si occupa della raffinazione di biodiesel di seconda generazione. “Questo tipo di carburante si distingue da quello classico perché è prodotto a partire da oli di scarto, non facendo affidamento né su colture alimentari né sulle risorse necessarie alla loro coltivazione”, spiega Fenaroli. La terza divisione è Life science, che comprende realtà che si occupano di ricerca, sviluppo e produzione di materie prime e prodotti finiti per farmaceutica e cosmetica.

L’importanza della ricerca per un sito interamente sostenibile

Un esempio di innovazione ed economia circolare è lo stabilimento di Camporosso, in Liguria. Situato sul confine con la Francia, produce circa 7mila tonnellate di oli alimentari e cosmetici all’anno. Ciò che contraddistingue il sito è il ciclo produttivo autosostenibile: “L’energia elettrica e termica necessaria per la lavorazione degli oli è prodotta in loco grazie da fonti rinnovabili. Inoltre, l’anidride carbonica liberata dai diversi processi è parzialmente riutilizzata nella produzione di microalghe, coltivate su un ettaro di superficie fotosintetica”, spiega Fenaroli. Le microalghe sono infatti microrganismi in grado di assorbire l’anidride carbonica per completare il proprio metabolismo e riprodursi. È così che da una minuscola forma di vita immersa in una vasca, si ottiene quella che viene definita “acqua verde”, ovvero una coltura ricca di biomassa algale.

Ma il vantaggio di questa tecnologia non sta solo nella riduzione dell’impronta ambientale dello stabilimento: c’è anche un interesse economico. Spiega Fenaroli: “Una volta essiccate, le microalghe possono essere vendute come biomassa in diversi impieghi – quali per esempio l’allevamento di pesci – come mangime o anche come integratori e superfood nell’alimentazione umana (la cosiddetta nutraceutica). Inoltre le microalghe sono una fonte di molecole interamente sostenibili per l’industria cosmetica e farmaceutica”. Alcuni esempi sono l’omega3 – un acido grasso con numerose proprietà benefiche che generalmente si ricava dall’ olio di fegato di pesce – o l’acido ialuronico, un ingrediente molto comune nella cosmetica, attualmente estratto dalle creste dei galli: “Grazie alle microalghe possiamo creare una fonte rinnovabile per queste sostanze, in modo da rispondere alla domanda crescente senza danneggiare l’ecosistema”.

Il polo di Inveruno come nuovo step evolutivo

Ciò che caratterizza l’innovazione del gruppo è di certo lo sguardo rivolto al futuro. È proprio in quest’ottica che APG Group ha acquistato il nuovo sito produttivo di Inveruno, in provincia di Milano dove tra l’altro è stata insediata la sede del Gruppo APG: si tratta di un importante complesso industriale di 10 ettari (ex raffineria di oli vegetali) che, a differenza degli stabilimenti liguri, ha il vantaggio di trovarsi in un territorio pianeggiante, in posizione strategica rispetto alle grandi direttrici per il trasporto di materie prime. In questo nuovo sito, il progetto è quello di produrre acidi grassi, la materia prima dell’oleochimica, usando il più possibile sottoprodotti, in una logica di economia circolare. “In questo modo si accorcia la filiera, che generalmente si serve dell’olio di palma di origine malese e indonesiana che, oltre ad essere notoriamente causa di importanti deforestazioni, comporta il trasferimento di migliaia di tonnellate di merci dal far-east all’Europa; quindi, il vantaggio è sia ambientale sia economico con una riduzione dei costi e delle emissioni dovute ai trasporti”, approfondisce Fenaroli.

Il secondo progetto di APG Group – che inizierà nel 2023 sulla base del programma Life che ha ricevuto l’approvazione della Commissione europea – riguarda la costruzione di un impianto pilota, primo in Europa, per la rigenerazione dei bio-lubrificanti esausti, ovvero grassi e oli che non sono più utilizzabili. Spiega il CEO del Gruppo APG: “Oggi i bio-lubrificanti e i lubrificanti di origine minerale – ottenuti dalla raffinazione del petrolio – sono raccolti e trattati insieme. Le due sostanze, tuttavia, sono molto diverse e la loro rigenerazione comune non consente di ottimizzare i processi di recupero”. Anche in questo caso, quindi, i vantaggi in termini di sostenibilità e ambientali sono molti, motivo per cui il manager auspica che i fondi del Pnrr possano sostenere l’iniziativa: “Innovazione e sostenibilità sono i due mantra di APG Group; per attuarli investiamo il 3% del nostro fatturato nella ricerca. Il sostegno dello Stato rappresenterebbe una grande opportunità”.

C’è poi un ultimo progetto per il polo di Inveruno: il totale utilizzo di fonti rinnovabili per il fabbisogno energetico del sito, attraverso la realizzazione di un impianto fotovoltaico e di produzione di biogas, da condividere in una comunità energetica per sfruttare al meglio i picchi di produzione. Raggiungere questo obiettivo è cruciale dal punto di vista sia ambientale sia economico. A questo proposito Fenaroli fa notare: “Ci eravamo interessati a soluzioni di questo tipo già all’acquisizione del polo, all’inizio del 2022. Lo scoppio della guerra in Ucraina e la crisi energetica hanno confermato l’importanza di raggiungere l’autosufficienza energetica”. Ecco quindi come sostenibilità e innovazione continuano a guidare APG Group. È grazie a questi valori che il Gruppo riesce a mantenersi competitivo, facendo la differenza per il Pianeta e per chi lo abita.

L’articolo è stato scritto in collaborazione con Alessandra Peluzzi

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