Cloud, il miglior amico del business

| FabbricaFuturo |

Soluzioni verticali per risolvere ogni esigenza. Che liberano i clienti dalla gestione delle infrastrutture.
Infor è già pronta alla digital transformation.

Intervista a Enza Fumarola,Vice President, Sales South Europe

di Dario Colombo

Per due anni Infor si è dedicata a diffonderne la cultura. Poi nel 2015 il cloud ha finalmente fatto breccia anche nelle imprese italiane. “È in atto una rivoluzione copernicana”, svela Enza Fumarola, Vice President, Sales South Europe di Infor, azienda che si è fatta trovare pronta all’avvento della digital transformation.
“Il 2015 è stato un anno decisamente importante, perché abbiamo potuto capire quanto le indicazioni strategiche date dal board negli ultimi 24 mesi abbiano poi avuto riscontro nell’attività quotidiana dei clienti”, continua la manager. Infor, infatti, ha iniziato – quasi precorrendo i tempi – a parlare di cloud quando l’argomento ancora non stimolava l’attenzione delle imprese del nostro Paese: “Abbiamo discusso su ciò che le aziende avrebbero potuto fare con le nostre soluzioni, presentando anche case history concrete”, puntualizza Fumarola. E se in Italia appena due anni fa c’era ancora molta diffidenza rispetto alla ‘nuvola’, oggi le cose sono cambiate, tanto che, secondo i dati di Infor, “il 50% dei clienti si sta informando sulle soluzioni cloud”. Ma c’è da rilevare “una disomogeneità geografica” e una “differenza tra tipologia di settore” nella diffusione del Software as a Service, la cui implementazione dipende inoltre dalla “maturità dell’azienda”. Poi ci sono i soliti ostacoli, come la sicurezza: resta sempre il dubbio (infondato, viste le recenti azioni dell’Unione europea) “che i dati sensibili delle aziende possano essere insicuri a causa della difficoltà a comprendere dove risiedano le informazioni”. Eppure “nel Vecchio Continente il settore industriale è in forte avvicinamento al cloud e più l’azienda è orientata al business dei servizi, maggiormente sceglie questa soluzione”, specifica Fumarola. Gli Usa restano ancora lontani: Oltreoceano, infatti, si sono “mossi in anticipo” rispet-to all’Europa e pur non potendo parlare del 100% in cloud, i numeri si avvicinano molto a questo risultato. È ciò che Charles Phillips, CEO di Infor, predica e traduce come “il futuro senza se e senza ma”. Leggasi appunto come digital transformation. Nonostante arrivare ai risultati degli Stati Uniti appaia, almeno a oggi, una chimera, Infor continua la sua azione formativa e “già da tempo” lavora alla “verticalizzazione ampia e spinta verso i micro-vertical”: “L’obiettivo è offrire la gestione completa dell’infrastruttura e l’efficienza in ambito applicativo”, continua la Vice President, Sales South Europe di Infor. Che declinato, si può anche tradurre così: le aziende possono finalmente tornare a occuparsi del business. “Il cliente non deve più preoccuparsi se si parli di ERP o di altri applicativi; c’è un problema di business da risolvere e Infor propone una soluzione in questo senso; i fornitori possono davvero liberare il cliente finale dalla gestionedi tutti gli aspetti architetturali”. Spesso, però, a frenare l’introduzione del cloud si inserisce la “difficoltà a capire il ritorno dell’investimento”, argomenta Fumarola; si tratta quindi, ancora, di un aspetto culturale: “Non basta più presentarsi ai clienti parlando solo di tecnologie e funzionalità”. Inoltre, oggi “i sistemi informativi sono molto pervasivi nelle aziende e quando ci si vuole orientare verso il cloud a essere coinvolto non è, per esempio, solo l’ERP: si tratta allora di un problema progettuale”, prosegue la manager. Ecco perché per il “cloud serve un percorso graduale”: prima si porta sulla ‘nuvola’ un applicativo e poi un altro. E magari un giorno riusciremo – finalmente – a seguire le orme degli Usa.

Il futuro, infatti, è l’Internet of Things (IoT): secondo una recente survey di Infor – sono state coinvolte aziende del settore manifatturiero di 12 Paesi inclusi Nord America, Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Cina e India – un’impresa su 10 a livello mondiale lo considera una priorità principale, mentre il 28% lo colloca tra le prime tre. D’altra parte, l’IoT offre nuove e interessanti opportunità di business basate sulla commercializzazione delle informazioni, anche se la maggioranza degli intervistati (55%) ritiene che l’opportunità principale sia la riduzione dei costi, mentre un terzo prevede di ottenere un vantaggio competitivo grazie ai ricavi aggiunti da questi nuovi servizi.
Ma non è finita, perché la ricerca mostra che altri vantaggi possono derivare dall’incremento di produttività (20%) seguita dal miglioramento di insight e decision making (15%), da un utilizzo ottimizzato delle attrezzature e dei macchinari (15%), da nuovi servizi (11%) e nuove opportunità di business (13%).
Per cavalcare la digital transformation, Infor propone da tempo le suite Infor CloudSuite, applicazioni multitenant specifiche di settore, disponibili attraverso Amazon Web Services e costantemente aggiornate. Per esempio CloudSuite Industrial Enterprise (l’ultimo aggiornamento risale a fine 2015) è concepita per soddisfare le esigenze di aziende manifatturiere e service provider, offrendo funzionalità in aree chiavi quali finanza globale, pianificazione e configurazione di prodotti, project management, controllo qualità, visibilità sulla supply chain, attività produttive, analisi, gestione dei rapporti con i clienti (CRM) e dei materiali. “È una suite con soluzioni omnicomprensive che permette di risolvere le tematiche di business di uno specifico mercato”, puntualizza Fumarola. Altra novità della trasformazione digitale delle aziende riguarda le nuove figure con cui i fornitori di servizi si devono confrontare: “Oggi i nostri interlocutori sono i nativi digitali che non vivono la digital transformation come una rivoluzione perché la considerano una normalità”, illustra Fumarola.
È allora necessario “offrire una tecnologia che parta dalle esperienze quotidiane” e poi “affrontare i temi dell’efficienza e del ritorno dell’investimento”. Per questo, Infor si confronta da sempre con i suoi clienti per ridisegnare le applicazioni e migliorare la customer experience, con l’obiettivo di offrire “strumenti in cui le persone possono riconoscersi”. Non per nulla l’azienda si è dotata di un’agenzia interna con sede a NewYork – Hook & Loop – che ha il compito di sviluppare una user experience ottimale, eliminando l’esigenza di costose personalizzazioni.
E a proposito di cloud e business, da non dimenticare le applicazioni Infor Ming.le e Infor Business Intelligence per Apple Watch che forniscono agli utenti la wearable technology per effettuare facilmente il follow di colleghi, asset e processi aziendali per l’azienda. “È un modo per rivoluzionare le modalità di lavoro e rendere il software più accessibile, intelligente e significativo in ogni situazione”, commenta Fumarola. In questo modo, infatti, i dipendenti sono più informati, preparati e allineati. In un mondo in costante movimento, le aziende hanno sempre più bisogno di “affidarsi a fornitori capaci di affrontare la digital transformation”, a patto che “siano aggiornati e pronti a offrire al mercato ciò che necessita”.

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FabbricaFuturo è il progetto di comunicazione rivolto a tutti gli attori del mercato manifatturiero (responsabili delle direzioni tecniche, imprenditori e direzione generale, responsabili organizzazione e HR) che ha l’obiettivo di mettere a confronto le idee, raccontare casi di eccellenza e proporre soluzioni concrete per l’azienda manifatturiera di domani.

Nasce nel 2012 dalla rivista Sistemi&Impresa come reazione alla crisi finanziaria del 2011. Negli anni il progetto è cresciuto significativamente, parallelamente alla definizione di politiche pubbliche in ambito industria 4.0 (Piano Calenda e successivi).
Oggi FabbricaFuturo affronta i temi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per offrire alle aziende gli strumenti per affrontare le sfide nella fabbrica di domani.

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