Dalla materia prima all’energia rinnovabile, Imbal Carton si fa green

L’azienda non è una monade: è inserita in un contesto territoriale e sociale e influenza la vita dei suoi dipendenti come della comunità che la circonda. Non è un caso, dunque, che secondo i dati dell’Osservatorio Socialis – il canale di informazione di Errepi, società di consulenza alla responsabilità sociale – la spesa delle imprese italiane per iniziative sociali è cresciuta del 400% dal 2001 (da 450 milioni a 1.771 milioni di euro).  

Ecco, quindi, che l’impresa moderna non può limitarsi a produrre, ma deve entrare a far parte della vita della comunità. È questa la filosofia di Imbal Carton, azienda bresciana specializzata nella produzione di packaging in cartone ondulato. In particolare il gruppo ha deciso di puntare sulla sostenibilità, con una serie di azioni concrete volte a migliorare la vita delle persone e del Pianeta.  

Così, sotto la guida del CEO Michele Lancellotti è iniziata la Road to green di Imbal Carton, ovvero il viaggio verso la ‘rivoluzione verde’. Dopo più di 50 anni di attività (l’azienda è nata nel 1967), questo passaggio non è semplice, ma sono già stati mossi i primi passi.  

Investire su fonti rinnovabili per raggiungere l’autosufficienza energetica 

La prima iniziativa in questa direzione risale al 2007, con l’istallazione di un impianto fotovoltaico nello stabilimento di Piadena Drizzona (Cremona). Il progetto si è rivelato un successo e nel 2021 Imbal Carton ha deciso di acquisire nuovi spazi, arrivando a produrre 400 kilowatt di picco (unità di misura che indica la potenza di un impianto in condizioni standard). Ma l’autonomia energetica non è stata ancora raggiunta. Infatti, perché ciò avvenga è necessario ampliare ulteriormente la superficie coperta dai pannelli e munirsi di accumulatori per immagazzinare l’energia e usarla anche in assenza di sole. L’investimento, invece, dovrebbe rientrare in 10 anni. Come riporta Matteo Saponi, Responsabile di Ricerca e Sviluppo, IT e Analisi Dati di Imbal Carton: “I risparmi sono considerevoli; abbiamo stimato circa 100mila euro all’anno sulla bolletta dell’energia elettrica. Inoltre, con l’aumento dei costi dovuti alla guerra in Ucraina, la possibilità di attingere a una fonte di energia interna, si è rivelata una scelta lungimirante”. 

A questo proposito il manager sottolinea più volte come un approccio rivolto alla sostenibilità non sia vantaggioso solo dal punto di vista del Pianeta, ma anche economicamente. A sostegno di questo claim ci sono i numeri. Percorrendo la Road to green, Imbal Carton continua a prosperare. Infatti, a partire dal 2019 il gruppo ha chiuso ogni anno con una crescita a due cifre, che nel 2021 ha raggiunto il 30%, con un fatturato di 47 milioni di euro. La produzione, allo stesso modo, non è stata sacrificata, con 77 milioni di metri quadri di cartone ondulato nel 2021 e 92 milioni previsti per il 2022. Ma l’istallazione degli impianti fotovoltaici è solo il primo step che è stato compiuto da Imbal Carton. Al di là delle fonti di energia sostenibile, la ‘rivoluzione verde’ dell’azienda passa per il prodotto: dalla materia prima fino alla distribuzione.   

La partnership con Progroup e la filiera integrata 

Centrale per Imbal Carton è il recupero della materia prima. “Il cartone è per sua natura sostenibile: riusciamo a riciclarlo fino a quattordici volte e grazie a processi di lavorazione avanzata le performance sono simili a quelle della carta vergine”, spiega Saponi. Ecco, dunque, che gli imballaggi del gruppo sono composti solo per il 20% da cartone ‘nuovo’ – che pure proviene dalle foreste regolate dal Forest stewardship council, la non-profit internazionale che comprende Wwf e Greenpeace – mentre il restante 80% è riciclato. 

In questo contesto è stata cruciale la partnership con Progroup, uno dei maggiori produttori di carte riciclate nel mercato europeo, che ha eretto il suo stabilimento proprio a Piadena Drizzona, all’interno dell’area produttiva della già citata sede di Imbal Carton. È così che è nato il Packaging Park, la prima filiera integrata in Italia, che produce energia (tramite l’impianto fotovoltaico), cartone e imballaggi, tutto nello stesso luogo. In questo modo dall’inizio della collaborazione nel 2018 è stato ridotto l’impiego di risorse e materie prime e anche i costi – ambientali e non – degli spostamenti sono diminuiti: “Siamo passati da ricevere 10-15 tir carichi di cartone al giorno, a fare tutto door-to-door”, racconta Saponi. 

Ma la chiave della collaborazione è il cartone ondulato next generation, un’esclusiva di Progroup. “Si tratta di un prodotto performante, resistente e durevole che, grazie a un innovativo design a onde, presenta, a parità di prestazioni, uno spessore e una grammatura ridotti rispetto alle composizioni classiche. Ciò significa minori volumi da movimentare e il conseguente abbattimento dell’anidride carbonica emessa nelle attività di trasporto”, spiega Saponi. Inoltre, le caratteristiche meccaniche della linea next generation permettono di sostituire le carte derivanti da fibra vergine con carte riciclate, riducendo l’impiego di materie prime. La somma di questi fattori garantisce un risparmio in termini economici, di emissioni e, in ultima analisi, anche di alberi (circa 21mila all’anno su una produzione di circa 77 milioni di metri quadri). Se, dunque, la materia prima è di qualità è importante che il design e la linea produttiva sappiano valorizzarla. Per questo Imbal Carton dedica una parte dei suoi investimenti alla ricerca e all’innovazione, con 6,5milioni di euro nel 2021. 

Investire sul futuro attraverso la ricerca 

Sono già due i brevetti depositati dal team di ricerca di Imbal Carton: la scatola BB6, per il trasporto ed esposizione delle bottiglie di vetro – che si è aggiudicata il premio Conai per Imballaggi a ridotto impatto ambientale nel 2019 – e la linea di packaging per alimenti Fresh4you lanciata nel 2021. Alla base di questi risultati c’è una scommessa: “Prodotti di questo tipo comportano un importante sforzo di ricerca e progettazione e costi più elevati, ma per noi si tratta di un investimento sul futuro, a favore di un consumo consapevole”, spiega Laura Giuzzi, Responsabile Marketing di Imbal Carton. Ed effettivamente il cartone è il futuro.  

Da gennaio 2022, infatti, è entrata in vigore anche in Italia la direttiva europea Single use plastic (Sup) che entro il 2025 si propone di ridurre del 50% la diffusione degli imballaggi in plastica monouso (ed entro il 2030, dell’80%). Inoltre, a partire dal 2023, sarà adottata la Plastic tax, che tassa di 0,45 centesimi di euro ogni chilo di plastica venduto. Ecco quindi che Imbal Carton con i suoi prodotti innovativi conta di aggiudicarsi quella fetta di mercato che ora si serve di plastica monouso, ma che presto troverà nel cartone un’alternativa più conveniente. “Consapevoli del nostro impatto sull’ambiente vogliamo integrare il valore economico con i valori sociali e ambientali. Da qui il claim che accompagna da un anno a questa parte le comunicazioni aziendali: We love the Planet”, conclude Giuzzi. 

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