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Il fattore umano guida l’evoluzione digitale

| Chiara Lupi |

Gregorio De Felice traccia una lucida analisi dello stato di salute del nostro sistema economico. Non siamo in grande forma, dobbiamo reagire e creare le condizioni per un ‘rimbalzo’ nel secondo semestre. L’aspetto positivo in un quadro a tinte fosche è rappresentato dalla solidità del sistema industriale: se la crisi degli ultimi 10 anni ha lasciato sul campo il 10% delle imprese manifatturiere, le aziende sopravvissute sono riuscite a rafforzarsi puntando su qualità e internazionalizzazione.

La nostra economia ha ora bisogno di un ‘piano straordinario’ per scongiurare la recessione e contrastare fragilità finanziarie. Ora che l’individuo governa un’azienda intelligente anche l’approccio deve cambiare: alle competenze tecniche si deve affiancare la conoscenza del mondo che ci circonda, spiega Edoardo Gambel.

La cultura diventa un ‘viatico’ per consentire ai sistemi di funzionare in maniera armonica e per connettere le differenti dimensioni aziendali. L’anello debole è l’individuo con i suoi gap di conoscenze. Per questo la formazione continua per garantire lo sviluppo digitale deve rappresentare una responsabilità per le imprese, come ribadisce Diego Comella nell’intervista di copertina.

Per sostenere il sistema produttivo stanno entrando nella fase operativa otto Competence Center: grazie a un partenariato pubblico-privato le aziende trovano sul territorio luoghi di orientamento, formazione e supporto per l’innovazione e ricerca, come raccontiamo nel dossier. Giuliano Busetto, Presidente di Siemens Industry Software e Vice Presidente del Made, il Competence Center del Politecnico di Milano, sottolinea il ruolo di sostegno allo sviluppo e i benefici sociali che ne derivano.

Luisa Arienti, Amministratore Delegato di SAP Italia, pone l’accento sulla velocità: è necessario accelerare la digitalizzazione del Manufacturing e i Competence Center rappresentano un punto di congiunzione tra università e produttori di tecnologie, un ecosistema per affiancare le aziende in un delicatissimo passaggio che sta portando a una nuova forma di collaborazione uomo-macchina.

I robot collaborativi, spiega Massimo Callegari, possono agire come partner piuttosto che come strumenti di lavoro. La robotica collaborativa consente di valorizzare le capacità di operatori che operano accanto a robot evoluti. Mettere la persona al centro delle trasformazioni significa questo: far sì che sia l’uomo a guidare i cambiamenti dell’era digitale e non la tecnologia.

Tutto ruota intorno alle competenze, come evidenzia anche Elio Piccolo nel contributo dedicato all’Intelligenza Artificiale (AI). La risposta alla domanda se l’AI ci dominerà è affermativa, se non saremo in grado di farlo noi, ognuno nel proprio settore specifico. Dedichiamo un focus anche alla cybersecurity: i sistemi produttivi connessi alla Rete possono essere oggetto di attacchi informatici in grado di compromettere produttività e competitività. Per questo la cybersecurity deve diventare parte integrante della strategia aziendale. Occorre una nuova consapevolezza; il progetto FabbricaFuturo è stato pensato anche per questo.

L’articolo è l’editoriale del numero di Marzo-Aprile 2019 di Sistemi&Impresa.
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