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Industria 4.0 diventa Impresa 4.0 e punta sulle competenze digitali

| Elisabetta de Luca |

Investimenti, internazionalizzazione e giovani sono i tre pilastri su cui si fonda l’Impresa 4.0, evoluzione del Piano Nazionale per l’Industria 4.0. Lo ha annunciato Carlo Calenda, Ministro per lo Sviluppo Economico, durante la presentazione alla Camera dei risultati del primo anno del piano avviato a settembre 2016 per il sostegno delle imprese nell’aggiornamento tecnologico.

Affinché i paradigmi dell’Industria 4.0 prendano veramente avvio – ha ricordato il Ministro – sono necessarie le competenze digitali. Ecco che allora il Governo stanzierà incentivi per le aziende che investono in formazione. Il credito di imposta, ha chiarito Calenda, si applicherà alle spese relative ai costi del personale che ha sostenuto corsi di formazione, decisi attraverso accordi sindacali, su almeno una tecnologia applicabile all’Industria 4.0 e sulle seguenti tematiche: vendita e marketing, informatica, tecniche e tecnologie di produzione.

Loda l’iniziativa Marco Taisch, docente del la School of Management del Politecnico di Milano, co-responsabile scientifico dell’Osservatorio Industria 4.0 e membro del comitato scientifico di Sistemi&Impresa: “La ripresa di competitività del sistema industriale italiano non dipenderà solo dagli investimenti in tecnologia, ma anche dalla disponibilità di nuove competenze da acquisire attraverso una formazione dedicata. In questo momento l’Italia sconta uno skill gap, con la situazione paradossale di un’alta disoccupazione giovanile e imprese che faticano a trovare le persone giuste”. L’Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano ha identificato oltre 100 skill tecniche necessarie per la ‘rivoluzione’ industriale italiana. Tra tutte, la competenza piu rilevante per le imprese è risultata la capacità di “definire un piano di adozione delle tecnologie per il miglioramento dei processi produttivi”, su cui meno della metà delle aziende (il 46%) è sufficientemente preparata.

Nel 2018 verranno rifinanziate le principali misure del Piano nazionale per l’Industria 4.0, ma le aliquote e i perimetri degli incentivi saranno riviste in base alle risorse disponibili. Al 1 settembre 2017, secondo il Ministero, i contratti di sviluppo finanziati sono 102, di cui 88 al Sud e 14 al Centro Nord. Gli investimenti previsti sono pari a 3,6 miliardi di euro, con una netta prevalenza del settore alimentare (21%), dell’automotive (17%) e della meccanica (15%). Le agevolazioni concesse sono pari a 1,9 miliardi, di cui 1,7 al Sud e 200 milioni al Centro-Nord. L’occupazione salvaguardata e/o creata è pari a oltre 53.185 addetti.

Altro abilitatatore che può trasformare l’Industria 4.0 in Impresa 4.0 è la banda larga, infrastruttura necessaria per la digitalizzazione. Calenda ha ricordato che i bandi per la posa della fibra nelle aree bianche sono stati assegnati entrambi a Open Fiber, ma “una cosa è assegnarli e una è fare delivery secondo i tempi”. Su questo, assicura il Ministro, “c’è un faro di attenzione molto significativo”.

Calenda ha fatto eco e alle parole di Pier Carlo Padoan, Ministro per l’Economia, il quale ha ribadito che, seppure il Pil è in crescita, le risorse restano poche e che saranno investite soprattutto per garantire l’occupazione dei giovani.