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Ingaggiare le persone con l’onboarding, anche in fabbrica

Forse in passato, la complessità che sperimentiamo oggi era solo un ostacolo facilmente superabile. Tuttavia, la situazione attuale, specialmente per le aziende, non può essere definita solo ‘complessa’. La sfida più grande per le imprese – anche per quelle manifatturiere – è la selezione delle persone adatte per l’inserimento nelle organizzazioni. Anche se alcune aziende del settore della Ricerca e Selezione prevedono un aumento del 17% nella richiesta di personale per il 2023, tre imprese su quattro hanno difficoltà a trovare candidati con le competenze necessarie.

La vera questione, in questa fase storica, è che c’è un mismatch tra le competenze dei candidati e i valori delle aziende; ma, spesso, il problema è facilmente arginabile puntando su una narrazione adeguata da parte delle organizzazioni, come spiega Roberto Giacometti, Managing Partner di Tailor&Fox, azienda specializzata in Head Hunting e focalizzata su profili Engineering, IT e Digital, e in grado di comprendere al meglio tutti i requirement tecnologici. Le aziende più strutturate si sono già adattate al nuovo contesto, avendo anche maggiori risorse per raccontarsi efficacemente sul mercato e offrire ciò che i candidati cercano; quelle meno strutturate, invece, faticano a stare al passo.

Gli effetti del covid sulle persone

La pandemia da covid ha poi stravolto il già complesso mercato del lavoro, orientandolo verso altre direzioni: per esempio i giovani cercano contesti lavorativi molto diversi rispetto al passato. Secondo Alberto Tenore, Senior Partner & Advisory di Tailor&Fox, la possibilità di lavorare da remoto e la conciliazione tra lavoro e vita personale sono le prime richieste fatte in fase di colloquio dai candidati, che cercano informazioni anche sui benefit e sul welfare offerti dall’azienda. È anche qui che bisogna ricercare le ragioni dei fenomeni della Great resignation e del Quiet quitting: si tratta non solo di scelte di vita alternative, ma rappresentano una diffusa insoddisfazione generale verso una specifica posizione lavorativa. Ecco perché serve prendersi cura della fase di onboarding, cioè l’inserimento all’interno del nuovo luogo di lavoro da parte delle nuove risorse.
Per la verità le imprese strutturate prestano già molta attenzione a questa fase per il coinvolgimento delle persone e per garantire una relazione duratura tra le parti. Tuttavia, molte altre aziende, soprattutto le Piccole e medie imprese (PMI) meno strutturate, non danno la giusta importanza a questo processo. Sarebbe, invece, importante comprendere che l’onboarding ben strutturato – e già chiaro sin dalla fase di selezione – può influenzare positivamente la scelta dei candidati se accettare o meno una posizione di lavoro, ma pure li può convincere a restare nella nuova organizzazione.

È bene sapere che spesso l’abbandono dei candidati avviene ancor prima di entrare in azienda, perché le persone sono ‘scoraggiate’ dal dover affrontare il periodo di prova. L’onboarding può così ‘agevolare’ le persone nel superare questa fase di cambiamento, facendo loro comprendere che non saranno sole. E non è un caso che, ancora una volta, siano proprio le imprese più grandi a curare con attenzione questi aspetti.
Per consentire alle aziende meno strutturate di gestire questa fase, Tailor&Fox e Cegos Italia, azienda specializzata nella formazione aziendale, hanno sviluppato due percorsi formativi per un onboarding mirato e specifico, al fine di affrontare le nuove sfide con competenze trasversali e manageriali e vivere in modo efficace i primi 100 giorni all’interno delle nuove organizzazioni.

L’articolo integrale è pubblicato sul numero di Maggio 2023 di Sistemi&Impresa.
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