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Istat: a novembre la produzione industriale fa un passo indietro

| FabbricaFuturo | ,

L’indice Istat della produzione industriale pubblicato il 14 gennaio 2016 e riferito a novembre 2015, mostra un calo dello 0,5% rispetto a ottobre, in crescita invece se confrontato con lo stesso mese del 2014 (0,9). È la prima frenata dopo qualche mese in costante e leggera crescita. La media del trimestre settembre-novembre è comunque positiva (+0,4%) rispetto al trimestre precedente e anche accorpando i dati da gennaio a novembre gli 11 mesi analizzati mostrano un andamento moderatamente positivo della produzione industriale (1,1%) rispetto al medesimo periodo del 2014.

L’indice destagionalizzato mostra variazioni congiunturali mensili negative diffuse a tutti i principali comparti. Diminuiscono i beni di consumo (-1,3%), i beni strumentali (-0,8%), l’energia (-0,7%) e i beni intermedi (-0,4%). In termini tendenziali gli indici corretti per gli effetti di calendario segnalano, a novembre 2015, aumenti nei comparti dei beni strumentali (+3,6%), dell’energia (+2,1%) e dei beni intermedi (+0,7%). L’unico tra i principali raggruppamenti d’industrie a registrare una variazione negativa è quello dei beni di consumo (-1,8%).

Macchinario art Istat

Per quanto riguarda i settori di attività economica, a novembre 2015, i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (+13,6%), della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+10,5%) e della fabbricazione di prodotti chimici (+5,2%). Le contrazioni più elevate si registrano nei settori delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-5,1%), della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-4,9%) e delle industrie alimentari, bevande e tabacco (-3,6%).

Confindustria si aspettava un dato del genere, secondo il Presidente dell’associazione Giorgio Squinzi, che si è detto comunque fiducioso per l’anno in corso nonostante le numerose incertezze che possono influire sui mercati.