Lean production e Lean accounting, i nuovi processi efficienti di Santex

La storia di Santex è quella di un’impresa che è stata capace di trasformarsi, adattarsi e crescere nel mercato delle forniture mediche e ortopediche, diventando nel tempo leader nella produzione di ausili per l’incontinenza e dei prodotti per la medicazione.

Come racconta a Sistemi&Impresa Alessandra Castiglioni, Managing Director di Santex e rappresentante della terza generazione al comando dell’impresa, tutto ebbe inizio nel 1961 quando il fondatore Alberto Santurro diede vita al primo stabilimento a Vicenza (qui ci sono tuttora i plant produttivi, mentre la sede legale e amministrativa è a Milano).

“Per i primi 20 anni di attività l’azienda si concentrò unicamente nella produzione dei tradizionali articoli per la medicazione ortopedica come garze, fasce elastiche e affini, destinate principalmente al mercato della Pubblica amministrazione (ospedali, Asl, ecc.). Un mercato proficuo, certamente, ma anche fortemente legato alle gare d’appalto pubbliche e, quindi, a tutte le criticità che possono emergere da questa forma contrattuale”.

La svolta negli Anni 80

La prima grande svolta, spiega Castiglioni, è arrivata negli Anni 80, quando fu deciso di diversificare la produzione. “In quel periodo era avvenuta la prima successione ai vertici, essendo passati al comando dell’azienda i figli di Alberto, che ben presto si accorsero della necessità di ampliare l’offerta dei prodotti. Per questo motivo fu presa la decisione di entrare nel mercato degli ausili per l’incontinenza”.

L’intuizione fu sicuramente azzeccata: inserire una linea produttiva per realizzare prodotti ‘vicini’ a quelli storici dall’azienda – il mondo dei disposable – ma comunque in grado di rispondere alle previsioni in ambito demografico, che già al tempo facevano presagire un aumento esponenziale della popolazione nelle fasce d’età più alte.

Ma non è stato solamente l’aspetto predittivo a spingere Santex verso questo mercato. I dispositivi dedicati all’incontinenza infatti erano stati inseriti all’interno del nomenclatore tariffario, il documento emanato e periodicamente aggiornato dal ministero della Salute che stabilisce la tipologia e le modalità di fornitura di protesi e ausili a carico del Servizio Sanitario Nazionale. In pratica i prodotti rientravano nel mercato più conosciuto dall’azienda vicentina.

E dunque la scommessa si è rivelata vincente e oggi gli ausili per l’incontinenza rappresentano all’incirca l’80% del giro d’affari dell’azienda, arrivata a fatturare 80 milioni di euro, dando lavoro a circa 250 persone, di cui 160 in produzione.

Per continuare a leggere l’articolo, leggi il numero di Gennaio-Febbraio 2019 di Sistemi&Impresa.
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