Macchine utensili, robotica e automazione: il trend positivo del 2022 lancia il 2023

| Davide Amata |

Barbara Colombo è stata chiara. E rileggendo l’andamento del 2022 del business dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, la Presidente di Ucimu Sistemi per produrre (l’associazione italiana che riunisce i player del settore) si è detta soddisfatta e si attende nel 2023 un altro anno di grandi soddisfazioni. “Il 2022 ha segnato nuovi record per le nostre aziende e sono stati raggiunti risultati mai toccati prima per quasi tutti gli indicatori economici”, ha detto Colombo nella consueta conferenza stampa di fine anno, dalla quale è emerso che la produzione ha raggiunto un giro d’affari di 7.225 milioni di euro, raggiungendo così un incremento del 14,6% rispetto al 2021 (la notizia fa ben sperare e soprattutto rimedia al calo dell’8,5% che si era registrato nel primo trimestre del 2019).

Il risultato sopra le aspettative del 2022 è dovuto al buon trend delle consegne dei costruttori italiani verso il mercato interno, che hanno registrato un incremento del 27%, pari a 3.980 milioni di euro; ma anche verso l’estero le esportazioni sono cresciute del 2,5%, pari a 3.275 milioni di euro. La domanda del mercato italiano di macchine e utensili, robot e automazione è stata sostenuta dal consumo domestico, incrementato del 31,3%, corrispondente a 6.575 milioni di euro e anche l’import è aumentato (+38,5%, pari a 2.595 milioni di euro).

Riguardo l’estero, le stime di Ucimu sui dati Istat, nell’arco temporale gennaio-agosto 2022, mostrano come i principali Paesi di sbocco dell’offerta italiana siano stati gli Stati Uniti (281 milioni di euro, +24,7%), la Germania (199 milioni, -15,6%), la Cina (122 milioni, -3,5%), la Polonia (111 milioni +4,7%) e la Francia (105 milioni, +9,1%). Sull’estero, Colombo ha spiegato: “Al di là delle problematiche legate ai singoli paesi, occorre comunque potenziare l’attività delle nostre imprese oltreconfine perché è all’estero che troviamo le opportunità di business più interessanti e perché il mercato italiano non può reggere ancora a lungo i tassi di crescita a cui ci ha abituato negli ultimi anni”.

Previsioni di crescita nonostante lo scenario incerto

Benché il quadro politico globale resti incerto, la tendenza positiva del mercato è destinata a proseguire anche nel 2023. Nel dettaglio, secondo le ultime previsioni del Centro Studi Ucimu, nel 2023 la produzione registrerà un ulteriore aumento del 4,3% sul 2022, pari a 7.565 milioni di euro, aumento riconducibile alla crescita delle esportazioni che si attesteranno su 3.375 milioni di euro (+3,1%) e dalle consegne dei costruttori nel mercato interno, che sono previste in crescita del 5,3% a 4.190 milioni di euro.

La conferma attendibile che nel 2023 continui la crescita registrata nel 2022, come evidenziato dalle previsioni, proviene anche dall’analisi del carnet ordini dei costruttori italiani, il quale nei primi nove mesi dell’anno (ultimo dato disponibile) risulta pari a 8,1 mesi di produzione assicurata, il valore più elevato registrato negli ultimi 30 anni.

A dare fiducia sono soprattutto le risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Su questo aspetto, Colombo ha spiegato: “Non essendoci spazi di manovra per l’inserimento di risorse ad hoc in legge di Bilancio, accogliamo con favore l’idea avanzata dal Governo di proporre in Europa di utilizzare parte delle risorse non spese (pari a 3,8 miliardi di euro) stanziate per Transizione 4.0 nel Pnrr, per finanziare la misura del credito di imposta con le aliquote attualmente in vigore”.

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