Ori Martin, la ricerca come motore di crescita

| Alessandro Gastaldi |

Il concetto di innovazione contempla solo due possibilità: la si insegue oppure la si crea. Questo principio vale anche nella Manifattura in cui i cambiamenti si susseguono con grande ritmo e il tempo per adeguarsi è poco (e spesso chi arriva dopo rischia di uscire dal mercato).

A livello industriale, l’applicazione di idee e modelli innovativi non è possibile senza la cooperazione di intere filiere e mercati; per questo motivo, le istituzioni propongono incentivi e sostegni per le aziende del territorio. Uno di questi è il progetto Lombardia innovativa, un programma rivolto alle imprese che premia l’ideazione di sistemi industriali all’avanguardia.
La prima edizione (2020-21) si è conclusa da poco e tra le aziende che hanno ottenuto il riconoscimento c’è Ori Martin, realtà bresciana attiva nella produzione di acciai speciali per vari settori industriali, in particolare quello dell’Automotive. L’azienda fa parte di JrcMatt, progetto premiato come modello innovativo di collaborazione da Regione Lombardia. Il Joint research centre Metal and transformation è un modello innovativo di ricerca di filiera del settore automobilistico formato da quattro aziende, Ori Martin, Agrati, Mario Frigerio e Growmetal, coordinate dal Politecnico di Milano, polo di Lecco. Il modello nato dalla volontà di queste imprese si basa sulla consapevolezza di dover anticipare il processo di rinnovamento del settore dell’Automotive, per intercettare le future richieste del mercato e quindi agire in anticipo.

Maurizio Zanforlin, R&D Manager di Ori Martin, spiega quali sono i vantaggi di operare in modo condiviso all’interno della Supply chain e di avere a disposizione un polo di ricerca dedicato (in questo caso è situato a Lecco): “Questo progetto ci dà la possibilità di pensare un’idea innovativa, svilupparla dal punto di vista scientifico e testarla all’esterno delle nostre linee produttive vere e proprie. Avendo un impianto destinato esclusivamente al progetto, inoltre, possiamo svolgere il lavoro di sviluppo senza interferire con le nostre attività industriali”. Un contributo fondamentale per la realizzazione del progetto è anche quello accademico, rappresentato dalla collaborazione con il Politecnico di Milano, che fornisce la componente scientifica aggiornata per lo sviluppo delle nuove tecnologie.

Le nuove frontiere dell’energia a confronto con la sfida sostenibilità

Da sempre, Ori Martin dà grande importanza alla valorizzazione della sua funzione Ricerca e Sviluppo: in collaborazione con Tenova, l’azienda bresciana sta sviluppando uno dei primi quattro progetti Lighthouse approvati dal MISE, il progetto Acciaio 4.0 che ha come obiettivo la digitalizzazione dello stabilimento. All’interno di questo progetto è stato sviluppato un sistema di riconoscimento automatico del rottame che si basa su algoritmi di machine learning, di fatto introducendo l’intelligenza artificiale nel processo produttivo siderurgico. “Abbiamo istruito un sistema di AI per riconoscere autonomamente la tipologia di rottame che riceviamo dai fornitori. Dopodiché, l’algoritmo suggerisce la natura del materiale al classificatore, che può decidere di accettare o contestare il carico”, dice Zanforlin, che sottolinea come il procedimento consente di snellire e rendere il processo più sicuro.
L’automazione dei modelli industriali è un tema fondamentale che, però, deve essere approcciato in sintonia con il rispetto della sostenibilità e con altre innovazioni, come il percorso di decarbonizzazione e gli investimenti sullo sviluppo delle energie innovabili.

Proprio rispetto a questi ultimi aspetti, ci sono alcune perplessità sull’elettrificazione dei settori, in particolare quello dell’Automotive. In merito, Zanforlin dice: “Per procedere con la decarbonizzazione bisogna capire, a livello scientifico e tecnico, qual è la fonte energetica che ci permette di farlo al meglio, garantendo la continuità operativa a livello industriale. Le rinnovabili, inoltre, saranno delle tecnologie di transizione, l’Italia ha tutte le carte in regola per diventare l’hub dell’energia del futuro, l’idrogeno”. L’importanza della diversificazione dei motori è stata sottolineata anche da Akio Toyoda, Presidente del colosso automobilistico Toyota: secondo l’imprenditore giapponese, l’elettrico non può rappresentare l’unica strada per il futuro, è fondamentale contemplare e favorire altre tecnologie come l’ibrido, il plug-in e, soprattutto, l’idrogeno.

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