Virtualizzare il desktop per una mobility sicura

| FabbricaFuturo |

Un’indagine di Citrix solleva dei dubbi sulla sicurezza in mobilità.
La virtualizzazione dei desktop dà uno strato ulteriore di security

“Sono ormai cinque anni che Citrix persegue la medesima strategia e porta il medesimo messaggio ai propri clienti. Noi operiamo sul Software Defined, perché il software definisce l’esperienza primaria e il valore di business di un prodotto o di un servizio. Noi ci occupiamo di Software Defined Workspace, ovvero dal luogo di lavoro che sarà definito dal software basandoci su tre elementi: la trasformazione del workflow che prevede la massima flessibilità, un ingaggio migliore per i collaboratori e i dipendenti dell’azienda cliente su cui si interviene e un ripensamento, da parte della direzione generale, dei luoghi di lavoro. Un background che si basa su mobility e cloud”, afferma Benjamin Jolivet, Country manager di Citrix Italia, Southeastern Europe e Israele.
Non si tratta certo di cambi di rotta profetici, ma dell’evidenza dei dati diffusi dagli analisti e ottenuti, sul campo, dalla stessa Citrix. Secondo una recente indagine svolta dalla società, su un campione di intervistati, circa l’84% utilizza il proprio smartphone per lavoro. Il concetto di Byod non fa più notizia perché si tratta oramai di un paradigma diffuso verticalmente. “La ricerca ci dice che le persone sono solite sfruttare il proprio device per accedere a file e applicazioni professionali”, prosegue Jolivet, “per questo c’è necessità che tali vengano distribuiti in maniera sicura. Ciò non comporta un limite nell’accesso, anzi seguiamo da sempre la linea secondo cui si deve garantire l’informazione su qualunque device e rete ma senza trascurare l’adozione di soluzioni di protezione sicure. La virtualizzazione dei desktop fornisce quello strato aggiuntivo di sicurezza che offre alle organizzazioni la piena libertà di adottare le iniziative aziendali quali la mobility, illavoro flessibile e il Byod”.
La strategia di Citrix si traduce in XenApp, XenDesktop, XenMobile che, assieme a NetScaler e ShareFile, rappresentano i punti di accesso chiave di una nuova mobilità aziendale consapevole.

La consapevolezza del rischio


Quale livello di consapevolezza dei rischi esiste tra chi ogni giorno gestisce il proprio lavoro tra laptop, smartphone, tablet e cloud? Quali sono gli accorgimenti messi in atto per proteggere i propri dati? Una risposta a queste domande la offre una ricerca commissionata a Ales Market Research da Citrix Italia, realizzata su un campione di 600 lavoratori italiani maggiori di 18 anni che utilizzano quotidianamente diversi device.
Secondo lo studio, il 73% degli intervistati avverte oggi una maggiore vulnerabilità delle proprie informazioni rispetto a quando non utilizzava questi strumenti, in particolare, sono i millennials a percepire più di tutti l’aumento del livello di vulnerabilità dei propri dati.
Il senso di insicurezza è comunque diffuso, se si pensa che l’81% dei rispondenti avverte il rischio che i propri dati possano essere violati in qualsiasi momento. E non troviamo più sicuro annotare le password della banca in una nota cartacea o digitale: infatti non c’è troppa differenza nella percezione del rischio tra salvare le proprie coordinate bancarie nel portafoglio (48%) o salvarle in formato digitale su smartphone, tablet o PC (52%), mentre il cloud è considerato piuttosto affidabile, se si pensa che il 53% considera al sicuro i dati salvati sulla nuvola. Le informazioni sensibilie i dati personali sono comunque percepiti come un valore da tutelare con la massima attenzione almeno dal 70% degli intervistati.

Le strategie di sicurezza


Per quel che riguarda la protezione dei dati aziendali, i rispondenti si affidano in egual misura (43%) all’utilizzo di dispositivi esterni per l’archiviazione dei file e alla protezione dei documenti con una password mentre è leggermente inferiore il numero di coloro che utilizzano software di sicurezza approvati dall’azienda (37%). Solo il 18% utilizza Cloud, mentre un non irrilevante 14% non mette in sicurezza in alcun modo i file aziendali.

La sicurezza dei dati: priorità per le aziende?


L’86% dei rispondenti – quasi l’unanimità del campione – percepisce la sicurezza e la protezione dei dati come una priorità per l’azienda per cui lavora. Una percezione, questa, che si acquisisce soprattutto tra i boomers – la generazione che ha superato i cinquant’anni e per la quale molte delle dinamiche odierne non sono naturali come possono esserlo per i millennials.

www.citrix.it

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