Adattamento e sostenibilità guidano la nuova era del Manifatturiero
Trasformare le catene del valore in modo prudente
La trasformazione del Manifatturiero è sotto osservazioni da tempo anche dal mondo accademico che analizza i megatrend che si stanno consolidando nel settore a livello globale. A questo proposito, il Chairman del board scientifico del Wmf, Marco Taisch, Professore di Digital Manufacturing, Sustainable Manufacturing e Operations Management presso il Politecnico di Milano, ha proposto 10 raccomandazioni chiave che, se debitamente seguite, dovrebbero favorire lo sviluppo di Supply chain più resilienti. I primi suggerimenti emersi dal Wmf vanno nella direzione della regolarizzazione delle catene di approvvigionamento del futuro: l’approccio deve essere interattivo e volto al miglioramento, ma pur sempre prudente, evitando reazioni esagerate ai cambiamenti che riportino indietro il pendolo della globalizzazione. Ne è un esempio il caso della Cina: la Banca mondiale ha tagliato le stime di crescita del Pil cinese di oltre cinque punti percentuali (dall’8,1% del 2021 al 2,8% del 2022) come conseguenza, secondo gli analisti, delle politiche estreme adottate per la gestione della pandemia da Covid-19. Taisch ha poi sottolineato l’importanza di agire, in futuro, dando un impulso alla promozione della circolarità: “Ben venga la fine della globalizzazione come l’abbiamo vissuta fino ad adesso, perché ci consentirà di ridisegnare le catene del valore in un’ottica di maggiore sostenibilità”. Quindi il docente, rivolgendosi alle grandi imprese le ha invitate a includere le piccole e medie imprese nel ripensamento delle Supply chain, sfruttando le loro qualità e rispondendo ai loro bisogni, stimolando però le PMI a dotarsi di appropriati strumenti tecnologici e digitali.Affrontare attivamente i cambiamenti per esserne protagonisti
Il futuro del Manifatturiero – secondo quanto emerso dai lavori del Wmf 2022 – è dunque il rimodellamento delle Supply chain in termini di circolarità e sostenibilità. Rispetto a questi temi, infatti, finora la consapevolezza e l’azione delle aziende sono spesso strettamente veicolate dalle norme oppure legate alla Responsabilità sociale d’impresa (CSR): secondo gli esperti, però, tocca alle organizzazioni prendere in mano la situazione, diventando le prime promotrici di Supply chain innovative. A questo proposito, Taisch ha spiegato: “L’approccio delle imprese alla circolarità non dovrebbe solo esser reattivo e basato sulle regolamentazioni, ma dovrebbe tentare di ridurre proattivamente gli effetti avversi che le loro attività o i loro prodotti hanno sull’ambiente. A differenza dei tradizionali metodi utilizzati per creare circolarità, basati sulla collaborazione con rivenditori e clienti per ottenere un flusso inverso degli articoli, l’industria manifatturiera dovrebbe sviluppare, in futuro, catene di approvvigionamento circolari più autentiche”. Una delle questioni più dibattute – come affrontato anche nella due giorni del Wmf 2022 – è stata la cosiddetta transizione elettrica; in particolare nell’Automotive (settore maggiormente impattato dalla novità) chi critica la direzione intrapresa dai grandi player sottolinea due perplessità: le emissioni collaterali generate dalla produzione della auto elettriche e lo smaltimento delle batterie; i posti di lavoro messi a rischio dalla transizione. Proprio rispetto al futuro dei lavoratori, secondo una recente indagine dell’Unione italiana lavoratori metalmeccanici (Uilm), più di 110mila lavoratori del settore automobilistico rischiano di rimanere disoccupati nel passaggio dalla produzione dei motori termici a quelli elettrici. Dall’altro lato, ci sono molte case automobilistiche che sono ormai convinte del cambiamento intrapreso. Tra queste c’è Porsche, che ha ospitato l’appuntamento del Wmf negli spazi del Porsche Experience Center Franciacorta, l’ultimo polo esperienziale inaugurato dal produttore tedesco di auto. Intervenuto ai microfoni di Fabbricafuturo.it, Josef Nierling, Amministratore Delegato di Porsche Consulting Italia, ha spiegato: “Dal nostro punto di vista il percorso è avviato e non sarà la dilazione, o l’anticipo, della totale dismissione dei motori a combustione a cambiare le sorti. Dobbiamo comprendere che il settore ha preso una direzione chiara e, quindi, bisognerà cercare di prendere uno spazio all’interno di queste nuove catene del valore”. La dichiarazione di Nierling risuona come un monito a tutti gli attori del settore: aderire ai cambiamenti o esserne esclusi.
Laureato in Comunicazione e Società presso l’Università degli Studi di Milano, Alessandro Gastaldi ha iniziato il suo percorso all’interno della stampa quasi per caso, già durante gli anni in facoltà. Dopo una prima esperienza nel mondo della cronaca locale, è entrato in ESTE dove si occupa di impresa, tecnologia e Risorse Umane, applicando una lettura sociologica ai temi e tentando, invano, di evitare quella politica. Dedica il suo tempo libero allo sport, alla musica e alla montagna.
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