Tripel Due, la Manifattura degli “artigiani industrializzati” italiani
La poca attratività della Pelletteria agli occhi dei giovani
Per poter mantenere vive le competenze, serve poter trasmettere alle nuove generazioni le esperienze come in un passaggio di testimone, ma anche qui la situazione è complessa, perché secondo l’Amministratore Delegato di Tripel Due, il problema è attrare i giovani, vista la tendenza che considera limitante un lavoro manuale rispetto a un percorso universitario. Inoltre, non è diffuso il desiderio di entrare nella Pelletteria, perché il settore è associato a stipendi bassi. “È un lavoro che regala molte soddisfazioni sia umanamente, perché si acquisiscono delle professionalità importanti, sia economicamente. Quando sento il contratto nazionale Pelletteria prevede stipendi molto bassi, rifletto che tra i nostri dipendenti ad avere il minimo sindacale sono forse solo quelli appena entrati”. Infine, l’ultimo problema riguarda la costanza di impegnarsi negli anni per diventare un professionista: “Per diventare pellettiere non bastano mesi, ma servono anni. È un lavoro delicato e di tanta precisione, ma manca la pazienza verso il futuro”. L’attenzione e la valorizzazione del personale sono, però, fondamentali in ottica di una sostenibilità della produzione italiana, basate su una lavorazione ancora al 70% manuale. Per concorrere con organizzazioni internazionali caratterizzate da lavoro intensivo, produzioni ad alti volumi e basso prezzo, le aziende devono puntare su fattori strategici come la sostenibilità di un lavoro altamente qualitativo e l’elasticità mentale degli “artigiani industrializzati” italiani, come li definisce Rulli. La sostenibilità non deve però essere declinata solo in questa ottica, ma anche come tracciabilità. “Stiamo lavorando sulla tracciabilità, perché lo richiede il cliente finale, ma questo comporta investimenti in tecnologia, come l’implementazione di Enterprise resource planning (Erp). Serve lavorare in sinergia sia con i fornitori sia con i brand”. Essendo questo un investimento, si ritorna, però, allo scenario di riduzione delle commesse degli ordini dove le aziende faticano a sostenere le spese. Nonostante le difficoltà, essere lungimiranti rimane la chiave, come sottolinea Rulli, per essere competitivi.
Alessia Stucchi è giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne in triennale e in Sviluppo Economico e Relazioni Internazionali in magistrale. Nel 2023 ha vinto il premio America Giovani della Fondazione Italia Usa che le ha permesso di conseguire il master Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy. Nel tempo libero si dedica alle camminate, alla lettura e alle serie tivù in costume.
David Rulli, erp, moda, sostenibilità, Tripel Due