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Bellini, la digitalizzazione per superare le gerarchie

Sfruttare le tecnologie digitali per creare un modello gestionale che permetta il superamento delle gerarchie, favorendo il raggiungimento degli obiettivi di crescita. È stato questo uno degli assi portanti della visione di Bellini Spa, impresa specializzata nella produzione di lubrificanti e fluidi per l’industria. Nata nel 1943 come realtà imprenditoriale per la commercializzazione di benzine e gasoli per autotrazione, l’azienda si è evoluta negli anni in modo dinamico e ha puntato sui lubrificanti industriali a partire dal 1972. Oggi Bellini SpA sta cogliendo tutte le opportunità legate alla transizione digitale ed ecologica.

Nel suo percorso di innovazione, l’azienda ha puntato, in particolare, sulla digitalizzazione dei processi, mettendo quest’ultima al servizio di una gestione efficace delle informazioni interne. “Abbiamo fatto in modo che le comunicazioni scambiate tra le persone e i reparti fossero gestite con tecnologie digitali. Ciò non si è tradotto in un semplice approccio paperless, bensì in un vero e proprio cambio di paradigma in base al quale gli incarichi sono veicolati tramite lo strumento digitale”, ha sottolineato Marco Bellini, Presidente del Gruppo, intervenuto l’8 luglio 2022 nella tappa di Brescia di FabbricaFuturo, il progetto multicanale promosso dalla casa editrice ESTE, che da 10 anni analizza quanto accade nel settore manifatturiero, dando voce alle aziende del territorio.

In sostanza l’azienda ha sfruttato la tecnologia per abilitare nuove possibilità di relazione tra persone. “Il driver della nostra scelta è stata la volontà di far incontrare le persone in sede non per un mero scambio di informazioni, ma per creare valore aggiunto nell’ambito di team interoperativi, dove è realmente necessario un confronto in presenza”, ha spiegato Bellini. Questo approccio, ha precisato l’imprenditore, ha portato come conseguenza a un modello di leadership  che andasse oltre le gerarchie: “I dipendenti ricevono gli incarichi da un software e ciò è molto meno frustrante, in quanto si elimina ogni riferimento a un contesto di gerarchia. Naturalmente c’è sempre una figura professionale preposta al governo dei processi, ma è stato accantonato il modello secondo cui qualcuno controlla qualcun altro. È infatti il software che misura il lavoro delle persone, consentendo di mettere in atto anche politiche retributive mirate sulla base delle performance”.

Porre la sostenibilità al centro 

Nella visione di Bellini un posto di particolare rilievo è occupato inoltre dalla sostenibilità ambientale. Su questo aspetto, il Presidente del Gruppo ha spiegato: “Per noi il tema è un elemento intrinseco nel prodotto. Nel 2008 abbiamo iniziato a proporre sul mercato i primi biolubrificanti a livello europeo, sviluppando una linea di prodotti che sostituisse quelli a origine petrolifera. Negli ultimi 15 anni abbiamo basato la nostra crescita aziendale proprio su questa scelta, che si è rivelata vincente”.

Un fattore chiave in questa operazione di successo è stata la capacità di adottare uno sguardo lungimirante per anticipare i tempi: “Siamo stati dei precursori, perché abbiamo cavalcato un’onda green prima di tanti altri e quando ancora la sostenibilità ambientale era considerata accessoria. Oggi invece la tutela ambientale è ormai un driver della crescita”. Seguendo questo percorso virtuoso, l’imprenditore ha precisato inoltre, che l’azienda è arrivata a concentrare, ormai da 10 anni, tutti i nuovi progetti di ricerca e sviluppo sulla sostituzione della componente minerale con i prodotti green.

Per quanto riguarda le prospettive future, la sfida, secondo il Presidente del Gruppo Bellini, è saper cogliere i cambiamenti del mercato, reagendo in modo proattivo. “Per esempio in questa fase l’inflazione potrebbe creare un rischio di domanda, un fenomeno che, però, potrebbe rivelarsi per l’Italia un’opportunità”, ha commentato l’imprenditore. Questo perché nel contesto globale, caratterizzato dal tentativo di accorciare le catene di fornitura, la manifattura meccanica italiana, che è prevalentemente terzista verso quella tedesca , sta acquisendo quote di mercato, mentre quella indiana o cinese le stanno perdendo.

Uno scenario di questo tipo, tuttavia, non durerà troppo a lungo, in quanto l’accorciamento delle filiere potrebbe terminare una volta che la situazione mondiale trovi il suo nuovo equilibrio. Bellini ha commentato così: “Una carta vincente che le aziende possono giocare è quella di sfruttare le risorse economiche acquisite in questa fase con l’obiettivo di incominciare a creare un know how intrinseco legato alla titolarità del prodotto, ponendolo al centro dello sviluppo dell’impresa”.