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Fabbri 1905 si apre a nuovi mercati

| Federica Biffi |

È conosciuta per l’amarena e i vasi decorati bianchi e blu. Con l’avvento della televisione e del Carosello negli Anni 50 entrò nelle case di milioni di italiani: il ricordo più comune è legato al personaggio “Salomone, il Pirata pacioccone”, un beniamino nel panorama degli spot televisivi. Era l’inizio del Novecento quando nacque Fabbri 1905, inizialmente come una piccola distilleria che ha saputo affermarsi come holding familiare, attiva oggi in molteplici settori come gelateria, pasticceria, largo consumo, beverage e caffetteria, divenendo una multinazionale impegnata a dif­fondere il Made in Italy dolciario nel mondo.

Sono passati 118 anni, ma l’impronta artigianale, l’etica e la ricerca dell’innovazione restano caposaldi della storia aziendale e familiare e l’inconfondibile vaso di ceramica dell’Amarena Fabbri è oggi emblema del gusto italiano. Nel Registro speciale dei Marchi storici italiani – istituito con decreto del 10 gen­naio 2020 dal Ministero dello Sviluppo Economico – si trovano quattro “Marchi storici di interesse nazionale” riconosciuti all’azienda; un caso che testimonia il profondo legame con la storia del Paese, del costume, della società e dell’industria manifatturiera. Marchi storici sono il corporate brand “Fabbri”, il product brand “Amarena Fabbri”, il decoro faentino con gli arabeschi blu su campo bianco identificato come segno distintivo della produzione dell’azienda, il packaging inconfondi­bile delle bottiglie degli Sciroppi Fabbri, divenuti famosi come “Inventa Bibite”.

La filosofia dell’azienda è quella di mettere a punto prodotti ispirati alla tradizione italiana, ma profondamente innovativi e anticipatori di mode e tendenze, oltre che ‘risolutori di problemi’, non solo per il consumatore, ma anche per gelatieri, pasticcieri, ristoratori, gestori di bar e pubblici esercizi. Come le importanti novità lanciate nell’an­no appena concluso: nella divisione beverage il Dry Gin Fabbri (rivisitazione di una ricetta messa a punto negli Anni 30 dal fondatore Gennaro Fabbri) e in quella largo consumo sono le praline al cioccolato fondente BomBon e le creme spalmabili.

Queste segnano l’ingresso in mercati nuovi rispetto ai tradizionali per proseguire in un percorso di crescita confermato dai numeri: il 2022 ha visto un forte aumento del fatturato consolidato che si attesta sui 100 milioni di euro segnando un aumento 25% rispetto al 2021, con 300 dipendenti, 1300 prodotti, 10 sedi nel mondo (quattro in Europa, quattro nelle Americhe, due in Asia). La fotografia di una realtà imprenditoriale in ascesa che deve molto al solido impianto familiare, alla cui guida è attiva la quarta generazione con Nicola, Paolo e Umberto, sempre più affiancata dalla quinta: Michele Magli, Direttore Generale di Fabbri 1905, entrato di recente nel Consiglio d’amministrazione (Cda) dell’azienda, Carlotta, Stefania, Federico, Pietro, Giovanni Quattrocchi e Fabio Macrì.

La selezione è uguale per tutti

L’ingresso nel Cda di Michele Magli, che Sistemi&Impresa ha intervistato, è diventato uffi­ciale da gennaio 2023 e consacra un anno di lavoro particolarmente sfidante, che ha visto l’azienda impegnata a consolidare tutte le aree di business, recuperando anche l’impatto che la crisi pandemi­ca ha avuto sul settore. Magli fa parte della quinta generazione della famiglia Fabbri ed è arrivato in azienda sulla scorta di un percorso a partire da studi classici, una laurea in Ingegneria Gestionale, specializzazioni post-laurea ed esperienze mana­geriali in Europa, Sud America, Asia ed Africa: “Sono molto lusingato da questa nomina che conferma l’apprezzamento della proprietà verso le scelte compiute in poco più di un anno dal mio ingresso in azienda come Direttore Generale a gennaio 2022”. È stato un periodo intenso, rivela, di grande impegno, ma di piena soddisfazione sia professionale sia per l’intesa che si è creata con il board, la proprietà e i dirigenti.

“Ho trovato una squadra affiatatissima, coesa, con un orgoglio d’appartenenza raro. E parlo per esperienza, per aver conosciuto nel mio per­corso prima di arrivare in Fabbri tantissime realtà aziendali”, continua Magli, aggiungendo che cono­sceva già bene l’azienda da prima, in quanto parte del Dna di famiglia; tanto è vero che a guidarla sono suo zio Paolo Fabbri e i cugini Nicola e Umberto. “Ci tengo a specificare che non si entra per ‘diritto di famiglia’; anzi, la selezione è uguale per tutti, se non più dura in questi casi. Quindi, è massima la soddisfazione per un compito ben eseguito alla cui radice c’è sempre competenza ed empatia con tutti i reparti aziendali”, precisa Magli, che continuerà ad affiancare la proprietà puntando a rafforzare i due asset strategici di innovazione di prodotto e internazionalizzazione a cui si deve notorietà e diffusione in tutto il mondo del brand, oggi consi­derato ambasciatore dell’eccellenza italiana.

L’articolo integrale è pubblicato sul numero di Gennaio-Febbraio 2023 di Sistemi&Impresa.
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