Innovazione dei processi produttivi, la via allo sviluppo di Gualini

All’ingresso della Gualini Lamiere International c’è una grande incudine. Apparteneva a Lorenzo Gualini, il fondatore dell’impresa. “L’ufficio di mio padre era la stanza più grande dell’azienda, ma non ci stava mai, era sempre in mezzo agli operai”, spiega Miriam Gualini, Amministratore Delegato di Gualini Lamiere International, indicando il grosso blocco di ferro che troneggia al centro dell’atrio.

“Diceva sempre: la mia scrivania è la mia incudine, su di essa ho firmato i miei contratti più importanti. Quando abbiamo ampliato la sede l’anno scorso, l’abbiamo posizionata all’ingresso per ricordare a tutti le nostre origini”.

La storia di Gualini Lamiere

E ne ha fatta di strada l’azienda da quel 1956, quando Lorenzo Gualini si è iscritto alla Camera di Commercio facendo partire la storia aziendale. “In realtà l’impresa ha radici molto più antiche, abbiamo trovato documenti risalenti al 1850”. Con il tempo, l’impresa si è allargata e modernizzata.

“Negli Anni 70 abbiamo acquistato la prima cesoia e la prima piegatrice, poi la seconda e la terza, fino a diventare uno dei più importanti centro servizi in Europa per la lavorazione della lamiera”. In Gualini Lamiere si è sempre guardato con molta attenzione all’innovazione tecnologica applicata ai processi e alla gestione aziendale. “Dal 1999, abbiamo iniziato a costruire anche pali: principalmente eolici, ma anche pali per le telecomunicazioni e per le torri faro. Ancora oggi questo settore è molto importante, tanto che a gennaio 2019 abbiamo aperto un’azienda anche in Germania, a Monaco, nella quale abbiamo cinque ingegneri che si occupano della statica e della progettazione di pali per la trasmissione di energia”.

Nel 2005, l’azienda ha reintrodotto la carpenteria per realizzare un grande progetto di carpenteria strutturale: la galleria per la metropolitana nella città di Rotterdam. “Per noi è stata un’ulteriore sfida, ma l’abbiamo colta molto volentieri e forse anche con un po’ di incoscienza, perché abbiamo dovuto creare un’azienda nell’azienda e assumere diversi saldatori per questo progetto. Al termine di questa entusiasmante esperienza ci siamo trovati con una capacità progettuale e produttiva che non pensavamo di poter avere e da quel momento l’abbiamo sviluppata, cercando di introdurre, anche in questo caso, tecnologie innovative: dalla saldatura robotizzata con robot cooperanti a impianti di saldatura ad arco sommerso”.

L’ultima grande svolta dell’azienda risale al 2018, quando la Gualini Lamiere è ‘salita’ per la prima volta a bordo delle navi. “Abbiamo brevettato una macchina per la filtrazione delle acque di scarico delle navi da crociera. Inoltre produciamo scrubber  per la depurazione dei fumi per le navi sia da crociera sia mercantili”.

L’azienda oggi

“Oggi l’azienda opera su più business unit: quella del centro servizi, la business unit dei pali, quella navale, quella del sollevamento, quella della carpenteria strutturale e la business unit dell’Energy&Power”. Il centro servizi da solo rappresenta il 30% del fatturato, che per il 2019 è stimato a 20 milioni. La forza lavoro dell’azienda è di 95 persone in Italia e cinque in Germania. La destinazione finale dei prodotti è per il 95% all’estero.

L’anno scorso, Gualini Lamiere ha investito circa 10 milioni di euro per la sua nuova sede, tra stabilimento e impianti, raddoppiando la sua superficie. Il nuovo stabilimento conta 20mila metri quadrati coperti e altrettanti scoperti. “Con il nuovo stabilimento, oltre a mantenere tutte le attività che avevamo prima, abbiamo introdotto tre nuove tecnologie: la lavorazione meccanica, la sabbiatura e la verniciatura”.

L’articolo integrale è pubblicato sul numero di ottobre 2019 di Sistemi&Impresa.
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