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La svolta digitale di Benelli Armi

| Redazione | ,
Paolo Viti
Paolo Viti

L’interesse di Benelli Armi per il piano Industria 4.0 nasce a giugno 2016: in quell’occasione Paolo Viti, Direttore di Stabilimento per l’azienda di Urbino, ha effettuato uno study tour a Stoccarda in Germania e ha avuto l’occasione di visitare la sede del Fraunhofer Institute, il centro di ricerca che ha redatto e proposto il modello industriale 4.0 al governo federale tedesco nel 2011.

Lo scopo della visita in Germania era proprio quello di comprendere e studiare le caratteristiche e i vantaggi offerti da questo nuovo paradigma di produzione e capire come interpretarlo e applicarlo al meglio allo stabilimento di Benelli Armi.

Innovazione continua

L’azienda ha sempre avuto un occhio di riguardo per le tematiche legate all’innovazione prodotto, ma anche dei processi. Non è dunque estranea alle logiche dell’automazione.

Basti pensare che già nel lontano 1989 all’interno del proprio stabilimento Benelli aveva già implementato linee di produzione basate sul Flexible Manufacturing System (FMS), al tempo realizzate dalla MCM di Piacenza, azienda specializzata nella progettazione e costruzione di sistemi di produzione flessibili.

Questa installazione in un certo senso anticipava già le prerogative che sarebbero state fatte proprie dal 4.0 e lo faceva integrando software di supervisione di linea di montaggio e programmi di gestione e controllo di produzione.

Le linee FMS erano piccole ‘isole’ produttive in grado di fornire notevoli benefici tramite una serie di risorse interconnesse. I vantaggi principali del sistema si concentravano su cinque aree. In primo luogo, una vasta diminuzione del Lead time, avendo a disposizione la possibilità di lavorare su particolari differenti senza ricorrere a nuovi attrezzaggi.

Così facendo– e questo è il secondo vantaggio – la percentuale di tempo di utilizzo della macchina rimaneva molto alta, garantendo un’operatività di produzione h24. Andava a incrementare, inoltre, il livello di affidabilità del sistema, grazie alla gestione integrata di più fasi e al controllo continuo.

Allo stesso modo venivano abbattute le necessità di stoccaggio e di work in progress, limitando la produzione agli ordini in corso con l’effetto collaterale di migliorare la puntualità di consegna vista la mancanza di interferenze esterne.

L’evoluzione di Benelli di certo non si è fermata nel 1989 con l’introduzione delle linee FMS, per quanto queste fossero all’avanguardia al tempo. Per contestualizzare la crescita dell’azienda di armi da fuoco basti pensare che all’inizio degli Anni 90 le linee ‘sfornavano’ oltre 40mila fucili all’anno e impiegavano un organico di 124 dipendenti.

“Oggi abbiamo una capacità produttiva di 220mila fucili all’anno e il nostro organico è salito a 272 lavoratori, anche a riprova di come automazione e robotizzazione non abbiano tolto posti di lavoro, tutt’altro”, sottolinea il Direttore di Stabilimento.

Per leggere l’articolo completo, scopri il numero di Novembre-Dicembre 2018 di Sistemi&Impresa.
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