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L’HR alleato del business per la crescita del Manifatturiero

Puntare su una visione olistica rappresenta la carta vincente, a disposizione della Direzione del Personale, per affrontare in modo mirato le complesse sfide dell’attuale scenario economico, che richiede alle imprese di essere sempre più resilienti di fronte al cambiamento. In quest’ottica le Risorse Umane diventano la funzione che può fare la differenza, diventando il centro nevralgico per la creazione di sinergie virtuose tra le diverse competenze presenti in azienda, anche nel settore manifatturiero.

È questo il messaggio emerso con forza dalla sessione dedicata ai temi della formazione della tappa di Brescia di Fabbrica Futuro – il progetto multicanale promosso dalla casa editrice ESTE che analizza quanto accade nel Manufacturing dando voce alle aziende del territorio – che si è svolto l’8 luglio 2022. A dare concretezza alla discussione teorica, sono stati proprio i rappresentanti delle imprese locali, che hanno raccontato la loro esperienza.

Per esempio, Simona Raimondi, HR director di Guna, azienda specializzata nella produzione di farmaci omeopatici, ha paragonato l’azienda all’agorà, la piazza che gli antichi Greci consideravano il luogo per eccellenza del confronto e della condivisione di idee: l’immagine rimanda al nuovo ruolo della Direzione del Personale, chiamata a collocarsi nel mezzo di questa piazza, ormai sempre più digitale, per valorizzare in modo sinergico le diverse figure professionali che operano all’interno dell’impresa. Per raggiungere l’obiettivo, però, è necessario che l’HR punti su alcune caratteristiche precise.

Secondo la manager, chi si occupa di gestione del personale deve avere capacità di analisi e di ascolto della ‘sua agorà’, cercando di carpire, anche in situazioni informali e apparentemente banali come la pausa caffè, tutti quegli elementi utili a migliorare la valorizzazione delle competenze dei lavoratori. A ciò si deve poi aggiungere l’adozione di uno sguardo creativo, che individui i punti di forza di ogni persona attraverso un’analisi delle soft e delle hard skill. Questi due aspetti, tuttavia, da soli ancora non bastano, ha sottolineato l’HR Director di Guna, perché a suo giudizio è necessario passare dall’essere erogatori di servizi a diventare generatori di sinergie, ponendosi come promotori di innovazione. Da questo punto di vista, per Raimondi, la sfida è avere un vero e proprio spirito rivoluzionario per aiutare i manager a rompere gli schemi mentali consolidati e a essere preveggenti, anticipando gli eventi.

Puntare sulla formazione per affrontare le sfide dell’innovazione

Dal dibattito di Fabbrica Futuro è emerso inoltre come “sinergia” sia diventata una parola chiave anche nell’ambito della formazione, da quella universitaria fino a quella aziendale. In particolare, per quanto riguarda il mondo accademico, Giovanna Campopiano, Professoressa Associata presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale dell’Università di Bergamo, ha spiegato come sia opportuno affiancare, a un percorso curriculare tradizionale, una serie di corsi sulle competenze più trasversali, come la comunicazione o la negoziazione. Per la docente è fondamentale stimolare l’imprenditorialità come mindset e far passare il  messaggio che, anche in altri contesti lavorativi non prettamente legati al mondo del business, mutuare questi modelli operativi, incentrati sulla continua innovazione, può fare la differenza.

Proprio l’obiettivo di fornire una formazione professionale trasversale e sinergica per affrontare le sfide tecnologiche più all’avanguardia, è alla base delle scelte operate da due aziende come Agrati, multinazionale specializzata nella produzione di sistemi e componenti di fissaggio, e Bondioli & Pavesi, realtà impegnata nella realizzazione di pompe e motori a pistoni assiali, pompe e motori a ingranaggi e servocomandi, utilizzate in numerose applicazioni industriali e della meccanizzazione agricola: entrambe le imprese hanno realizzato un’Academy aziendale, instaurando rapporti virtuosi con scuole e università.

Come spiegato da Raffaella Vaccari, Talent, People Development & Employer Branding Manager di Agrati, l’iniziativa ha richiesto 10 anni di lavoro e di analisi delle esperienze di chi aveva già intrapreso lo stesso percorso, per poi plasmarlo sulle particolari necessità della multinazionale. E oggi Agrati può contare su 65 corsi interni con 45 docenti, che sono alla base della modalità di formazione che, da quanto raccontato, si è rivelata particolarmente efficace.

Anche Eleonora Bondioli, HR Manager di Bondioli & Pavesi, ha sottolineato come, nell’ambito dell’Academy aziendale, la relazione con le scuole e l’università abbia rappresentato un’importante occasione per rendere le persone sempre più resilienti alle sfide dell’innovazione e sempre più coinvolte nella visione dell’organizzazione. Rispetto a quest’ultimo aspetto, Bondioli ha raccontato l’iniziativa chiamata “Cultura aziendale in pillole”: si tratta di brevi incontri in cui si raccontano le innovazioni e la mission del dell’azienda, con l’obiettivo di consolidare ulteriormente il coinvolgimento dei collaboratori nel percorso di crescita professionale.

Adottare, dunque, un approccio sinergico alla formazione e in generale a tutte le attività di competenza della funzione della Direzione del Personale, per sua natura è trasversale ai diversi ambiti aziendali, è oggi, ancor più che nel passato, centrale per promuovere la resilienza di tutte le persone dell’organizzazione. È questo un obiettivo che le imprese non possono permettersi di trascurare, in particolare nell’epoca delle crisi che sembra non conoscere una ‘normalità’.