L’industria ai tempi dell’umanità aumentata

| Chiara Lupi |

Sta cadendo il confine tra industria e artigianato. Un’affermazione che sintetizza la rivoluzione del nostro modello industriale. Paolo Viti, Direttore di Stabilimento di Benel­li Armi – azienda italiana basata a Urbino con 272 dipendenti – con­densa il senso di tutto ciò che eti­chettiamo con Impresa 4.0.

Oggi anche le Piccole e medie impre­se devono basare il loro business sui dati. Le macchine connesse li scambiano dando vita a network intelligenti, la realtà aumentata si applica alla manutenzione e le mansioni ripetitive e faticose ven­gono eseguite da robot.

Ma bisogna investire in conoscenza: i colletti blu devono diventare rapidamente bianchi, perché la quarta rivolu­zione industriale ha tempi veloci. E spetta a noi decidere se subire o guidare il cambiamento.

La differenza rispetto al passato è che ora le macchine sono intelligenti e connesse. Se prima, spiega Anto­nio Rizzi, le macchine automatizza­vano il lavoro dell’uomo in maniera ripetitiva, oggi iniziano a compor­tarsi come l’essere umano: l’uomo elabora attraverso il cervello infor­mazioni che provengono dai cinque sensi e genera risposte o azioni coe­renti; allo stesso modo le macchine connesse ricevono input dal mondo esterno attraverso sensori sofisticati e possono inviare informazioni a un ‘cervello’ che rappresenta il model­lo virtuale del sistema, il cosiddetto digital twin.

I parametri che proven­gono dal campo vengono elabo­rati, simulano scenari e generano output, inviati nuovamente alle mac­chine. Anche il prodotto, intelligen­te e connesso, potrà prendere vita acquistando un file.

In questo nuovo mondo, alla forza si deve sostituire la capacità intel­lettiva, chiamata a svolgere un ruo­lo di programmazione, controllo e avvallamento delle decisioni. Nel nuovo Millennio si è tornati a pro­durre localmente, in piccole fabbri­che, per assecondare velocemente le richieste di un mercato in cui si è passati da una prospettiva prodot­to-centrica a una cliente-centrica, in cui il servizio rappresenta la com­ponente fondamentale.

Ma ci sono barriere, culturali e organizzative, da superare. È necessario adottare un approccio sistemico fondato su alleanze, sulla co-creazione di valo­re e sulla co-partecipazione di sfor­zi e benefici, ma deve essere il ma­nagement a volere il cambiamento.

Nel numero di Novembre/Dicembre 2018 di Sistemi&Impresa abbiamo approfondito lo sviluppo dei dispositivi wearable che ora si integrano nel nostro abbigliamento. Un processo che sta già investendo l’industria e che apre nuovi scenari nel lin­guaggio uomo-macchina.

Stiamo passando dall’Augmented Reality all’Augmented Humanity, ci ha raccontato Mario Derba, e abbiamo bisogno di le­ader lungimiranti, che attraverso una Digital governance sappiano cogliere tutte le opportunità.

Sistemi&Impresa chiude il 2018 più forte: aumentano i lettori, si ampliano le collaborazioni con università e la­boratori di ricerca. Anche questo è un prodotto co-creato e fonda la propria forza sulla conoscenza generata da una rete di alleanze tra imprese, ac­cademia e territorio. Il mio augurio è che i grandi cambiamenti che stiamo vivendo si traducano in opportunità per valorizzare la bellezza di un saper fare unico al mondo. Buon anno.

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FabbricaFuturo è il progetto di comunicazione rivolto a tutti gli attori del mercato manifatturiero (responsabili delle direzioni tecniche, imprenditori e direzione generale, responsabili organizzazione e HR) che ha l’obiettivo di mettere a confronto le idee, raccontare casi di eccellenza e proporre soluzioni concrete per l’azienda manifatturiera di domani.

Nasce nel 2012 dalla rivista Sistemi&Impresa come reazione alla crisi finanziaria del 2011. Negli anni il progetto è cresciuto significativamente, parallelamente alla definizione di politiche pubbliche in ambito industria 4.0 (Piano Calenda e successivi).
Oggi FabbricaFuturo affronta i temi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per offrire alle aziende gli strumenti per affrontare le sfide nella fabbrica di domani.

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