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Piccolo è bello, ma non in tempi di inflazione

L’inflazione dei consumi è una questione cruciale per la manifattura italiana, e ha colpito in particolare l’industria alimentare, protagonista dell’edizione speciale del convegno FabbricaFuturo, che si è svolto a Parma venerdì 22 settembre 2023. Ad aprire la giornata è stato l’intervento di Francesco Pugliese, Vicepresidente di Confcommercio, che ha ritenuto importante affrontare il tema inflazionistico offrendo alcuni spunti di riflessione e proposte per contrastarlo: “L’inflazione è un fenomeno complesso, soprattutto in un settore come l’alimentare, che è passato dalla deflazione degli ultimi 10 anni a una rapida crescita dei prezzi. Questo cambiamento ha preso di sorpresa molti imprenditori e dirigenti aziendali, che hanno dovuto rivedere in modo abbastanza improvviso e rapido la loro strategia”, ha commentato il Cavaliere del Lavoro.

Inoltre, la complessità dell’inflazione attuale è amplificata dai costi delle materie prime e dalla loro imprevedibilità. Pugliese ha sottolineato l’importanza di ridare valore alle diverse categorie di prodotti alimentari: il settore non è omogeneo e ci sono molte categorie che richiedono un’attenzione particolare. “Si pensi per esempio all’olio di oliva, una delle industrie che subirà inevitabilmente ulteriori aumenti non solo dovuti all’inflazione, ma alla carenza stessa di olive. Può sembrare strano dire che finalmente oggi una bottiglia di olio ha un prezzo medio di nove euro, ma ricordiamo che in passato questo prodotto e la stessa filiera sono stati impropriamente svalutati”, ha ragionato Pugliese.

La necessità di un patto di filiera

Il Vicepresidente di Confcommercio ha riportato che a settembre 2023 il settore alimentare ha registrato un’inflazione di circa il 10%, mentre in termini generali l’Italia ha un tasso che è oltre il 5%: “Considerando che il comparto vale il 15% del nostro Prodotto interno lordo, questo significa che la sua inflazione incide per un punto e mezzo sul totale… Data la necessità di questi prodotti, è chiaro che le famiglie italiane stanno subendo un notevole calo del loro potere d’acquisto”.

In questo scenario, l’export rappresenta una delle opportunità per contrastare l’inflazione (e la minaccia di una relativa recessione). Tuttavia, l’Italia deve affrontare sfide significative per diventare competitiva a livello globale. La manifattura italiana è infatti caratterizzata da molte piccole e medie imprese che, per competere a livello internazionale, devono trovare il modo di unirsi e collaborare. Pugliese ha proposto quindi di dare vita a un ‘patto di filiera’ che delinei e stabilisca le priorità per il settore. Questo accordo dovrebbe includere la promozione dell’export, la facilitazione dell’integrazione tra aziende e la semplificazione delle procedure burocratiche.

“Non è vero che ‘piccolo è bello’ quando devi affrontare i mercati globali, perché le spese da sostenere sono alte. Solo attraverso la cooperazione sarà possibile abbattere i costi e affrontare le sfide globali, altrimenti rischiamo di diventare un Paese irrilevante nell’economia internazionale”, ha messo in guardia il Vicepresidente di Confcommercio. Solo attraverso un impegno comune sarà possibile preservare e rafforzare la posizione dell’Italia nel panorama economico mondiale, una logica molto cara al progetto FabbricaFuturo, che intende riunire le eccellenze del territorio e incentivare gli scambi e la collaborazione.