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Progettare l’interazione con le macchine assecondando i bisogni delle persone

Nei sistemi socio-tecnici complessi che interessano progettualmente i settori della sanità, dei trasporti, dell’Internet of Things (IoT) e della produzione industriale si manifestano in maniera ricorrente criticità che coinvolgono direttamente il rapporto tra le persone e le tecnologie. In particolare, in contesti in cui l’azione si rivolge ad ambiti in cui è necessario un approccio di tipo sistemico queste problematiche sono ancora più evidenti. Questo fenomeno, descritto dallo psicologo americano Donald Norman nel suo saggio DesignX: Complex sociotechnical systems del 2016, mostra come i fattori distintivi che caratterizzano i progetti in questi ambiti implicano interazioni tra cognizione, comportamento umano ed elementi di natura tecnica negli scenari culturali, sociali, economici e politici.

Nell’attuale contesto della fabbrica, i sistemi produttivi sono caratterizzati dalla crescente integrazione di tecnologie flessibili di trasformazione dei materiali con sistemi intelligenti di controllo e di supervisione (tecnologie ICT), per affrontare con qualità, rapidità ed efficienza le richieste di clienti evoluti e le variabili di competizione di mercati avanzati. Le macchine automatiche non operano solamente su materiali e prodotti, ma cooperano in forma intelligente e sicura sia con gli operatori sia con altre unità presenti in fabbrica e si integrano con i sistemi di livello superiore per la gestione e il monitoraggio dei processi manifatturieri. Questa caratteristica sistemica del contesto della fabbrica contemporanea pone una riflessione progettuale sulle caratteristiche delle nuove interfacce di controllo della macchina industriale.

Il cambiamento di oggi è molto orientato allo sviluppo tecnologico, alla creazione di un luogo intelligente, automatizzato e interconnesso. Sono i paradigmi della Quarta rivoluzione industriale, meglio nota come Industria 4.0. Come tutte le rivoluzioni, non è destinata a esaurirsi nel corso di pochi anni, ma ha bisogno di molto tempo prima di assumere dei connotati riconoscibili e storici. La possibilità data oramai dalla Rete di mettere in connessione le macchine, di poterle controllare e monitorare da remoto, di raccogliere e inviare dati per predire malfunzionamenti o situazioni anomale sono a pieno titolo i pilastri per eccellenza di questo momento di trasformazione.

La progettazione sui bisogni dell’utente

Dal punto di vista dei designer di interazioni e di interfacce di sistemi complessi emergono in maniera evidente le potenzialità di una progettazione centrata sull’utente (User-centred design) come elemento essenziale e cruciale dell’Industria 4.0, al pari dell’IoT. Come in questi ultimi anni, nel contesto dei prodotti consumer, la facilità di utilizzare internet da smartphone e da tablet ha cambiato in maniera radicale l’esperienza delle persone relativa all’accesso alle informazioni e ai servizi, richiedendo una nuova progettazione di modelli di interazione innovativi, così, oggi, la diffusione dell’IoT nei contesti produttivi può portare a nuove interfacce con i sistemi interconnessi sempre più complessi e remotizzati.

Tuttavia, è facile intuire che in questo ambito il livello di difficoltà sia assai più elevato e richiede un’attenzione particolare a tutti quegli aspetti che influiscono nel rapporto macchine-persone, necessario per generare prodotti e servizi. Proprio per questa ragione, lo User-centred design può essere considerato un supporto progettuale per migliorare gli scambi tra gli individui e gli elementi del contesto produttivo, intervenendo nelle varie fasi del processo in maniera preventiva o correttiva.

La digitalizzazione degli strumenti e delle interfacce sta progressivamente cambiando le linee di produzione: schermi multi-touch, mobile device, sistemi cloud e strumenti a controllo remoto stanno diventando elementi ricorrenti del processo di innovazione delle macchine industriali. Questa trasformazione in atto deve garantire agli operatori una crescente percezione intuitiva dei sistemi di interfaccia che offrano una piena consapevolezza del lavoro che si sta svolgendo e, al tempo stesso, una partecipazione collaborativa nel processo di innovazione di cui loro stessi sono parte.

L’articolo integrale è pubblicato sul numero di Aprile-Maggio 2022 di Sistemi&Impresa.
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