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Startup e lavoro, Gellify fa il punto sull’innovazione

| Redazione |

Si è svolta presso l’Openzone di Bresso, il campus dedicato alle Scienze della Vita alle porte di Milano, nelle giornate del 18 e 19 ottobre, la seconda edizione di Explore Innovation and Design Trends, l’evento annuale di Gellify, la prima piattaforma di innovazione B2B in grado di connettere le start-up software digital alle aziende tradizionali.

Il tema principale è stato “The future of work” (Il futuro del lavoro), argomento affrontato grazie alla testimonianza di svariati manager, ricercatori ed esperti nel settore dell’Intelligenza Artificiale (AI), della Robotica, della Genomica e della Blockchain che hanno focalizzato l’attenzione sul rapporto tra uomo e macchina, nella società e nelle organizzazioni, guardando al futuro.

L’apertura dei lavori è stata affidata proprio al CEO e Fondatore di Gellify, Fabio Nalucci, che ha affrontato la delicata questione della percezione dell’innovazione rispetto alla quotidianità delle organizzazioni attraverso un provocatorio talk.

Questo perché, secondo Nalucci, in Italia non abbiamo infatti ancora raggiunto una massa critica che consenta di incidere sulla crescita delle startup su cui si investe. Uno dei motivi chiave è rappresentato dalla scarsa propensione delle aziende tradizionali e corporate di riuscire ad andare oltre delle mere operazioni di marketing collegate all’ecosistema delle startup.

“Avevamo dei piani ambiziosi e stiamo crescendo oltre ogni rosea previsione perché ci siamo trovati a giocare in un terreno di gioco dove non esiste avversario. E credo che questo rappresenti la chiave dei risultati raggiunti sinora”, ha ribadito il CEO di Gellify.

Di percezione ha parlato anche Stefano Trombetta, Managing Director di Accenture Strategy, Talent e Organization Lead, che, citando una ricerca realizzata dalla società società di consulenza, ha sottolineato come l’AI sarà ampiamente usata nello svolgimento di mansioni lavorative, ma nonostante ciò, l’Italia resta l’unico Paese, tra quelli analizzati da Accenture, nel quale i datori di lavoro e i manager ritengono che ciò comporterà una riduzione del tasso di occupazione.

“Le aziende italiane sono più focalizzate sugli aspetti di automazione e risparmio, mentre non considerano un’altra area ad ampio potenziale che noi chiamiamo “The Missing Middle”, ovvero una nuova alleanza uomo-macchina che permetterà di creare nuove opportunità dal punto di vista della qualità e dei servizi erogati da un lato e di valorizzare la componente umana dall’altro”.

Ha ribatido questa titubanza nell’innovare anche Barbara Cominelli, COO di Microsoft Italia: “L’80% delle imprese si dice molto interessato a sviluppare progetti di AI, ma attualmente solo il 15% se ne sta occupando concretamente in Italia. Per questo motivo la nostra azienda ha lanciato il progetto Ambizione Italia: per accompagnare le imprese nel percorso verso l’AI, sviluppando le competenze”.

Non solo AI

Si è anche parlato di automazione durante la conferenza. Sul tema si è soffermato Cosimo Accoto, Research Affiliate al MIT di Boston, che ha illustrato le tre dimensioni di questo fenomeno: robotica, che lavora alla pari o meglio degli esseri umani; la produzione della conoscenza grazie alle reti neurali artificiali che sta trasformando molte professioni e saperi; le modalità con cui oggi le imprese organizzano il lavoro attraverso le piattaforme, trasformando profondamente le modalità di relazione con dipendenti e professionisti.

“Nel futuro vedremo nuovi tipi di lavoro che ancora non ci immaginiamo e sarà d’obbligo ridisegnare i sistemi educativi e informativi. Secondo le indicazioni recenti del World Economic Forum le prime tre skill in graduatoria sono pensiero creativo, pensiero critico e pensiero della complessità, tipiche dei saperi umanistici e del sapere filosofico”.

È successivamente intervenuto Stefano Tascone, Managing Director di Accenture Digital, che ha presentato i tre pilastri sviluppati da Accenture Italia per implementare una strategia Data driven nelle organizzazioni: raccolta dei dati, elaborazione dei dati, processo decisionale.

Dei limiti attuali nello sviluppo dell’AI ha parlato Barbara Caputo, Fisico e Professore associato al Dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università La Sapienza di Roma e attualmente ricercatrice all’Istituto Italiano di Tecnologia.

Per Luca De Biase, Direttore di Nòva,le previsioni sul lavoro nel futuro e sulla sostituzione dell’uomo con le macchine diventano difficili, viste le numerose fonti che condividono dati e ricerche. Molti lavori cambieranno, ma pochi saranno totalmente superati dal cambiamento tecnologico e organizzativo (si stima solo il 5%).

Marco Bulgheroni, Vice Presidente Global R&D and Design di Electrolux Professional, ha presentato 3GM2, formula che ha sviluppato durante tutta la propria esperienza lavorativa e che si compone di quattro elementi utili ad affrontare le sfide del futuro: geography, generation, gender e man-machine. Quattro elementi che integrati rappresentano la vera sfida del futuro legato alla diversità culturale, anche nel rapporto tra l’uomo e la macchina.

L’intervento di Ferdinando Ametrano Professore Associato del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca dal si è focalizzato sull’emergere dell’equivalente digitale dell’oro.

“Questo passaggio caratterizza un cambiamento di paradigma culturale, che segna una transizione da una sicurezza centralizzata, che genera forme di consenso validate da un certificatore centrale, a una sicurezza decentralizzata, che genera forme di consenso distribuito”.

 Giovanni Rizzo, Chief of Innovation Division ZCube-Zambon, ha condiviso con la platea alcune considerazioni sull’applicazione dell’AI nelle scienze della vita e su come gli algoritmi possano cambiare il modo di creare farmaci, di dare supporto al paziente, creare e fornire terapie digitali al paziente che possono migliorarne la qualità della vita.

Andrea Landini, Managing Partner e Head of Community di Gellify, ha concluso i lavori della prima giornata con un messaggio che ha confermato quanto condiviso dall’intervento introduttivo di Nalucci.

“Stiamo operando in una fase nuova, si tratta di un’era in cui la presenza della Rete in ogni ambito, servizio e prodotto non rappresenterà più l’elemento distintivo di un determinato prodotto ma diventerà una commodity”.

“In questo scenario che si sta delineando le aziende della Old economy possono scegliere se subire l’invasione nei loro ambiti da parte del nuovo establishment digitale rappresentato da colossi come Amazon, Google e Facebook, oppure se posizionarsi come partner ideale per le nuove startup per fare innovazione”, ha concluso Landini.

L’appuntamento organizzato da Gellify si è successivamente concluso con una giornata interamente dedicata a quattro nuovi workshop tematici tenuti dai Managing Partner della piattaforma che hanno condiviso le proprie testimonianze dirette.