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Zapi, filosofia 4.0 e prodotti del futuro

| Redazione |

ZAPI S.p.A. è una società italiana che ricerca, sviluppa, produce e distribuisce biocidi per la protezione dell’ambiente domestico e civile e agrofarmaci e fertilizzanti per la difesa e la cura del verde.

Impresa di proprietà familiare – conta oggi circa 140 dipendenti, con un fatturato attorno ai 30 milioni di euro – raccoglie attorno a sé un consorzio composto da altre società che lavorano nel settore professionale, per un ulteriore giro di una decina di milioni di euro come gruppo. I prodotti Zapi sono venduti al 50% in Italia e al 50% all’estero, di cui 40% in Europa e 10% nel resto del mondo (il 90% resta in Europa).
“Il nostro obiettivo è proteggere le persone e l’ambiente in cui vivono con soluzioni efficaci e sostenibili: per questo la nostra attività si basa su qualità e affidabilità di prodotti e servizi, sulla riduzione dell’impatto ambientale dei processi produttivi e sulla sostenibilità dei prodotti immessi sul mercato”, spiega Andrea Favaro, Direttore Operations & Supply Chain dell’azienda abbonato a Sistemi&Impresa da ottobre 2016.

Per quanto riguarda l’Italia, qual è il vostro modello di business?

In Italia il 90% del fatturato avviene nel settore consumer, dove serviamo direttamente circa 4mila punti vendita che sono composti da ferramenta, garden center e vivai: punti vendita che arrivano direttamente al consumer finale. Un altro 10% in questo momento arriva dal settore industriale: noi facciamo prodotti per altri distributori che poi rivendono a loro volta con il proprio marchio.
Ora stiamo cercando di entrare anche nella GDS e nella GDO, con prodotti a marchio del cliente (per esempio Bricoman, Coop) per la distribuzione di nostri prodotti.

All’estero qual è la situazione? Avete nuove prospettive?

All’estero invece lavoriamo prevalentemente in private label: la produzione figura con registrazione nostra, ma il prodotto viene venduto con il marchio del cliente. Infatti i nostri prodotti per essere immessi nel mercato hanno bisogno di un’autorizzazione che viene normalmente rilasciata dai vari ministeri: dobbiamo depositare una richiesta al Ministero, presentando dei dossier che illustrano il nostro prodotto, e viene rilasciata un’autorizzazione; conseguentemente possiamo arrivare al mercato. In alcuni casi produciamo anche con la registrazione e il marchio del cliente.

Qual è la modalità di lavoro?

Lavoriamo prevalentemente su commessa, con ordini che vengono evasi just-in-time.
Stiamo sviluppando ulteriore business anche attraverso nostre società di distribuzione.
Il modello, attraverso le nostre consociate, ci permetterà di fornire i prodotti con una modalità non più di commessa, ma di make-to-stock, alimentando i magazzini delle consociate, che a loro volta escono nel mercato con un prodotto a loro marchio.
Mentre in Italia siamo presenti soprattutto nel settore amatoriale, all’estero prevale la componente professionale, in particolare disinfestatori professionali e aziende agricole.

Come declinate l’Industria 4.0?

L’Industria 4.0 per noi ha sostanzialmente due risvolti: quello di riuscire a portare all’interno della nostra fabbrica nuovi investimenti che possano andare verso la filosofia del 4.0, ovvero sistemi automatizzati e di controllo, che permettano di avere un governo della produzione, della consuntivazione non più come si faceva una volta su carta, ma in digitale. Dall’altra parte, stiamo tentando di sviluppare anche tutto ciò che non riguarda strettamente la produzione, ovvero la gestione del cliente, la gestione dei dati tecnici, la gestione del prodotto e la ricerca e sviluppo, con l’utilizzo del digitale. Stiamo sfruttando da una parte quello che prevede il piano 4.0 a livello nazionale per quanto riguarda investimenti, ammortamenti, super-ammortamenti; dall’altra, la vediamo come una filosofia da continuare a sviluppare e attraverso la quale far crescere l’azienda.

Quali sono le sfide che vi siete dati per questo nuovo anno?

Il progetto Zapi ha un business plan che si sviluppa nell’arco di quattro-sei anni e poi va calato nello specifico degli obiettivi dell’anno, in funzione di quella che è una strategia più a lungo termine.
Rispetto alla mia area, stiamo lavorando alla rivisitazione di quello che riguarda la catena del valore interno della supply chain e stiamo rivedendo quelli che sono i modelli di business e i canali attraverso cui vogliamo lavorare.
Detto che in Europa lavoriamo con private label su commessa, ora ci dovremo spostare attraverso i nostri consociati in un’ottica diversa: loro avranno dei cataloghi, lavoreranno con noi attraverso forecast, e quindi assomiglieranno molto a dei make-to-stock. Di conseguenza stiamo rivedendo tutta quella che è la supply chain. Parallelamente stiamo implementando un sistema di pianificazione APS (advanced planning system) a supporto della produzione, per avere dati sempre più aggiornati e fornire alle vendite strumenti di controllo dell’avanzamento delle produzioni e delle giacenze sempre più veloci, snelli e affidabili.

Sul fronte dell’industria, quali sono invece gli obiettivi?

Dal lato dell’industria, la sfida è quella di entrare con prodotti completamente nuovi rispetto a quelli che oggi facciamo. Stiamo cercando di rivedere i layout di fabbrica: dovremo inserire nuove linee produttive e stiamo progettando oggi quelli che saranno i prodotti che entreranno nel mercato fra due o tre anni; perciò da una parte siamo nella fase pre-industriale, dall’altra in una fase di disegno di quelli che saranno i prodotti del futuro. Sono tre le grandi sfide che l’aria industriale sta affrontando: supply chain, revisione dell’officina produttiva e inserimento di nuove linee di produzione.

Come siete entrati in contatto con Este?

Un primo contatto c’è stato in occasione di una presentazione della nostra azienda all’evento Fabbrica Futuro di Verona qualche anno fa, al quale ho partecipato. Poi sono rimasto in contatto con voi, venendo agli eventi organizzati nel Nord Est e ora sottoscrivendo l’abbonamento a Sistemi&Impresa. Mi piacciono molto gli eventi di Fabbrica Futuro che organizzate: sono momenti di incontro importanti, ci sono testimonianze di aziende diverse, si affrontano temi reali del sistema manifatturiero, c’è un momento di scambio, si vedono importanti novità, sia alla mattina, dove ci sono le sessioni generali, sia al pomeriggio con quelle più specifiche. Trovo sempre molto interessante quello che viene presentato ed è anche un modo per capire come si evolve la manifattura in Italia, in che direzione si muovono le aziende e per avere anche un confronto. Di riflesso trovo interessanti queste stesse tematiche su Sistemi&Impresa.