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L’Intelligenza Artificiale guida l’innovazione tecnologica

| Martina Midolo |

Il mercato dell’Intelligenza Artificiale (AI) in Italia ha registrato una notevole crescita, raggiungendo i 435 milioni di euro nel 2022 (con un aumento del 32% rispetto al 2021). Si prevede che il mercato continuerà a espandersi con un tasso medio annuo del 28,9% fino al 2026, raggiungendo 1,2 miliardi di euro, eppure, nonostante la crescita, l’adozione dell’AI tra le aziende italiane (in particolare tra le Piccole e medie imprese (PMI), che rappresentano la maggioranza del nostro tessuto economico) è ancora limitata. Secondo i dati Istat del 2021, infatti, solo il 6,2% delle imprese con almeno 10 addetti ha integrato soluzioni basate sull’AI.
I settori considerati trainanti sono Banking, Telecomunicazioni e Media, con volumi di mercato oltre gli 80 milioni di euro e un tasso di incremento superiore al 30%. Altri, come la Sanità, la Manifattura e le Assicurazioni, mostrano tassi di crescita significativi.

La limitata adozione dell’AI può essere attribuita a vari fattori, tra cui la mancanza di consapevolezza delle sue potenzialità, la percezione di complessità o inaccessibilità e una formazione accademica spesso troppo teorica e poco orientata alle esigenze concrete delle imprese. In occasione dell’evento #IArevolution: l’Intelligenza Artificiale per un’impresa più competitiva e sostenibile, l’Associazione italiana per l’Information and communication technology (Ict) Anitec-Assinform ha presentato il white paper L’IA in azione, uno studio che offre una panoramica completa dell’ecosistema dell’AI, suddiviso in quattro parti (evoluzione del contesto tecnologico; mercato italiano dell’AI; use cases e scenari di applicazione). “L’Intelligenza Artificiale sta innovando tutti i settori e può garantire la competitività delle imprese italiane nel prossimo futuro. Oggi dobbiamo però far sì che la sua adozione diffusa diventi un obiettivo chiave per l’Italia. Con il nostro white paper abbiamo voluto fornire un quadro delle applicazioni e degli sviluppi di questo abilitatore digitale, ma è necessario che si definisca una strategia forte per far sì che idee e potenzialità si trasformino in investimenti”, ha commentato Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform.

Preparare la strada all’AI

L’AI è identificata come un elemento chiave per affrontare le sfide del cambiamento, in particolare considerando i recenti sviluppi nell’IA generativa. Tuttavia, il report sottolinea un divario significativo tra il potenziale dell’AI e l’utilizzo effettivo nel panorama produttivo italiano. L’evoluzione tecnologica, inclusa l’Internet of Things (IoT), il Cloud computing e il Quantum computing, offre nuove opportunità di business, ma richiede anche nuove competenze. Sviluppo del capitale di conoscenza e competenze digitali, risorse e strumenti di sostegno all’innovazione, regole semplici ed equilibrate sono gli ‘ingredienti’ principali per far sì che l’Italia benefici al massimo dell’utilizzo di questa tecnologia.

“L’avvio del Centro nazionale sull’AI di Torino annunciato dal Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso è un tassello chiave in questa strategia, per accompagnare le imprese lungo i due binari delle trasformazioni digitale sostenibile. Così come l’AI Act avrà un ruolo chiave per indirizzare gli investimenti in questo settore: dobbiamo creare un ambiente in cui l’innovazione possa prosperare senza trascurare le questioni etiche e di sicurezza”, ha osservato Gay.

Inoltre, Anitec-Assinform propone l’implementazione di una strategia pubblico-privato e basata su tre pilastri fondamentali: sviluppo di competenze e conoscenze (in un’ottica non solo tecnica, ma manageriale), risorse significative per la ricerca, sviluppo e innovazione e Industria 4.0, e un quadro normativo semplice ma efficace rispetto alle potenzialità dell’AI. Per esempio, il contesto regolatorio comunitario è ancora in fase di definizione, con un focus sui possibili rischi associati all’AI anziché sulle opportunità che può offrire. Spetta all’Europa, e in particolare all’Italia, garantire una regolamentazione che favorisca l’innovazione, senza trascurare le questioni etiche e di sicurezza.