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Lo sguardo dall’alto per guidare la Manifattura

Editoriale
“La questione principale riguarda l’innovazione che ogni azienda deve concretizzare affinché il mercato non ‘spenga’ l’impresa stessa: posso essere un’organizzazione attenta all’ambiente, ai temi sociali e in possesso di un’ottima governance, ma se non faccio attenzione a innovare c’è sempre il rischio che arrivi un player a mettere a rischio la mia stessa sopravvivenza. […] È importante uscire dall’azienda per interpretare i fenomeni che accadono, conoscere i competitor e avere sempre chiara la percezione da parte del consumatore finale”. Estrapolo questa riflessione dal pensiero di Paola Pomi, CEO di Sinfo One, società specializzata in System integration di Parma. La considerazione è molto significativa quando si approccia, per esempio, un tema come la sostenibilità: certamente non è una questione nuova, ma ora si inizia a percepire l’urgenza di affrontarla con approccio scientifico. In casi come questo occorre evitare una focalizzazione eccessiva, che rischia di allontanare da una visione di insieme, necessaria a gestire l’ecosistema nel suo complesso. Lo sforzo di chi fa impresa oggi è proprio questo e Pomi lo spiega bene: si può resistere non solo se si è più performanti dei competitor, ma se si è anche in grado di creare un solido legame con i clienti, se si è percepiti come affidabili. Per questo è necessario mantenere uno sguardo ‘dall’alto’ sul funzionamento dell’impresa e progettare un’evoluzione tecnologica che abbracci il sistema nella complessità, perché l’impresa è come un organismo vivente e tutti gli organi concorrono a tenerlo in vita. Per raggiungere l’obiettivo è necessario investire nella trasformazione digitale per ottimizzare i processi e migliorare l’efficienza operativa, mantenendo però un equilibrio tra utilizzo delle tecnologie e coinvolgimento delle persone. L’ecosistema, ancorché digitalizzato, deve stimolare creatività e ingegno, che rappresentano risorse fondamentali. Per questo la formazione personalizzata, che asseconda le esigenze di ogni operatore, è un’attività alla quale dedicare attenzione e risorse. Ne sanno qualcosa in Carioca, azienda che si è focalizzata sull’innovazione di prodotto e di processo e sullo sviluppo delle persone: la formazione di un operatore richiede tempo, per questo la collaborazione con gli istituti tecnici è fondamentale per trovare profili da inserire. L’azienda, oggi nelle mani della famiglia Toledo, mantiene la produzione in Italia, in provincia di Torino. Una scelta che ha un impatto concreto sulla sostenibilità sociale del territorio. Queste riflessioni sul corretto approccio all’innovazione acquisiscono ancor più significato in momenti nei quali la ripresa sembra essersi fermata. Se le attività industriali rallentano, le imprese devono esprimere livelli di eccellenza ancora superiori per riuscire a ottimizzare la produzione senza compromettere la qualità.

editoriale, manifattura, trasformazione digitale


Chiara Lupi

Chiara Lupi ha collaborato per un decennio con quotidiani e testate focalizzati sull’innovazione tecnologica e il governo digitale. Nel 2006 sceglie di diventare imprenditrice partecipando all’acquisizione della ESTE, casa editrice storica specializzata in edizioni dedicate all’organizzazione aziendale, che pubblica le riviste Sistemi&Impresa, Sviluppo&Organizzazione e Persone&Conoscenze. Dirige Sistemi&Impresa e pubblica dal 2008 su Persone&Conoscenze la rubrica che ha ispirato il libro uscito nel 2009 Dirigenti disperate e Ci vorrebbe una moglie pubblicato nel 2012.Le riflessioni sul lavoro femminile hanno trovato uno spazio digitale sul blog www.dirigentidisperate.it. Nel 2013 insieme con Gianfranco Rebora e Renato Boniardi ha pubblicato Leadership e organizzazione. Riflessioni tratte dalle esperienze di ‘altri’ manager.