Tecnologia e innovazione per un welfare su misura

Da brand consolidato nel campo del mobility management a società che cambia nome e muta la propria offerta nel segno del benessere organizzativo. Il segreto di Easy Welfare? L’innovazione continua

 

Muoversi, azienda nata nel 2007 per rispondere alle esigenze legate al mobility management, muta oggi il proprio DNA per concentrarsi su un’offerta specifica, fruibile in full outsourcing e capace di soddisfare le esigenze dei dipendenti di ogni singola azienda. Questo grazie alla realizzazione di piani welfare personalizzati e all’utilizzo di una piattaforma tecnologica proprietaria altamente scalabile e integrata. Ulteriore novità di questa fine 2015 è il lancio del nuovo nome Easy Welfare e del nuovo marchio di consulenza RWA che completa la suite di servizi.
In un contesto nel quale il welfare pubblico fatica a soddisfare i bisogni delle persone, le aziende hanno l’opportunità di generare valore reale per i dipendenti attraverso un’offerta di soluzioni e servizi che vanno a impattare sul potere d’acquistodei singoli e a migliorare il loro benessere, dentro e fuori il contesto di lavoro. Anche la Legge di Stabilità 2016, recentemente approvata, pare sostenere, attraverso specifici incentivi e rinnovamenti normativi, tali percorsi di welfare privato a integrazione di quello pubblico. Si prevede, dunque, per il prossimo futuro, un aumento degli investimenti in welfare aziendale e una crescita delle società che offrono tali servizi.
Abbiamo chiesto a Federico Isenburg, Presidente di Easy Welfare, di raccontarci come quest’idea di business ha visto la luce e come si è concretizzata nella pratica. Quale, infine, il ruolo che ha assunto il concetto di ‘innovazione continua’ in questi quasi 10 anni di attività.
“Quando abbiamo iniziato con il mobility management” – fa sapere Isenburg – “nonavevamo idea delle potenzialità della nostra piattaforma. Poi con l’esplosione del caso Luxottica, è diventato lampante il valore che avremmo potuto portare – attraverso il nostro portale e per merito della sua versatilità – alle aziende che iniziavano a sviluppare politiche di welfare aziendale. Così abbiamo fatto di questo tema sempre più il nostro core business e oggi decidiamo con consapevolezza di cambiare nome”.

 

 

Cosa si nasconde dietro alla scelta di cambiare nome?

Al di là del fare bene il nostro mestiere, sappiamo che conta tantissimo comunicare adeguatamente la propria offerta al cliente finale. Nel nostro caso non si tratta solo di aziende, ma anche dei singoli dipendenti che fruiscono dei nostri servizi. Poiché oggi le persone sono ancora troppo diffidenti nei confronti del tema, abbiamo pensato fosse utile far passare il concetto che fare welfare è semplice. Da qui la scelta di Easy Welfare!

 

 

Da un’azienda di consulenza a un’azienda di servizi…

Come ha impattato questa svolta sull’organizzazione del lavoro? Sicuramente abbiamo dovuto ripensare tutti i processi orientandoli al cliente. Per farlo, abbiamo suddiviso il personale in varie aree, ognuna dedicata a un cluster specifico (territorio, settore merceologico ecc.). Poi abbiamo dovuto portare a bordo nuove competenze e rafforzare soprattutto la rete vendita, nella logica dell’efficienza e per abbattere le distanze con il cliente finale. A tal proposito, dal 2013 abbiamo attuato un forte turnover di personale che ci ha consentito di inserire menti fresche e desiderose di innovare all’interno della nostra organizzazione.
Abbiamo, infine, differenziato le proposte dei due marchi – Easy Welfare e RWA – andandole a caratterizzare in maniera specifica, pur mantenendole sotto lo stesso tetto e permettendo una integrazione tra i servizi.

 

Quanto la digitalizzazione di questi ultimi anni ha influito sulla scelta di incentrare l’offerta su una piattaforma tecnologica?

Il lavoro che abbiamo portato avanti in questi anni poteva benissimo essere fatto sulla carta. Abbiamo scelto con cognizione di lavorare in digitale e, di conseguenza, abbiamo convertito tutta l’azienda nella stessa logica, allo scopo di incontrare la domanda degli utenti finali.

 

 

Come si incontra la domanda del cliente?

Quello che posso dire, dopo aver avuto a che fare con tante aziende diverse, è che non esiste un piano di welfare ‘ideale’. Se vogliamo che il welfare sia davvero una leva per la gestione strategica delle risorse umane, per accrescere il loro engagement e incidere positivamente sulla produttività dell’intera azienda, dobbiamo costruire percorsi personalizzati, noncalati dall’alto. Ecco perché è importante conoscere le esigenze dei singoli ed ecco perché la tecnologia è fondamentale. Soprattutto quando bisogna gestire un flusso importante di dati; pensiamo, per esempio, alle innumerevoli survey e indagini di clima che costituiscono sempre il punto di partenza dei progetti di welfare aziendale.

 

Dati in entrata e dati in uscita. Per essere efficace, un piano welfare dev’essere anche adeguatamente comunicato.

Non si tratta solo di raccogliere informazioni, ma anche di informare le persone affinché percepiscano il reale valore delle iniziative a sostegno del loro work-life balance e di rendere l’accesso ai servizi il più agile possibile. Con una piattaforma userfriendly come Easy Welfare i dipendenti possono avere conoscenza immediata del proprio portafoglio welfare e dei servizi tra i quali scegliere.

 

 

Dare al dipendente la possibilità di scelta sembra essere oggi il vero asset strategico…
L’alta personalizzazione della piattaforma in base ai colori e ai valori aziendali, i tool di comunicazione chiari ed efficaci e la customizzazione dei servizi in base ai desiderata dei diversi cluster di popolazione sono i punti chiave del prodotto Easy Welfare, che è stato scelto da oltre 180 aziende e che oggi conta quasi 400mila utenze attive.

Qual è il suo tratto distintivo?
Easy Welfare è una piattaforma che si adatta a qualsiasi tipo di organizzazione per gestire flexible benefit, servizi, convenzioni, cassa sanitaria e fondi previdenziali. La piattaforma è studiata nei minimi dettagli per garantire una gestione ottimale, da parte dell’azienda, e una fruizione agile, da parte dei dipendenti, dei contenuti proposti. Easy Welfare mette, inoltre, a disposizione un canale di assistenza dedicata per facilitare la navigazione dell’utente.

Rendere l’accesso al dato il più semplice possibile fa la differenza. Come risponde la piattaforma Easy Welfare alle esigenze di semplificazione?
Easy Welfare permette la fruizione dei servizi in modalità as-a-service 24×7 e da qualsiasi dispositivo tramite una appmobile che lanceremo nei primi mesi del 2016. Inoltre è integrabile con qualsiasi sistema. Essendo da sempre al servizio di grandi aziende, abbiamo lavorato, come prima cosa, sull’integrabilità, garantendo il dialogo della piattaforma con tutti i principali software gestionali. E come la mettiamo con la sicurezza? Easy Welfare si affida a un sistema di data protection interno. Tutti i nostri server sono in cloud e collocati in tre Paesi diversi. Questo per garantire l’accesso al dato e dare continuità al servizio. Un’azienda al servizio delle persone con un’offerta tecnologica che si affianca a quella consulenziale necessita di continui investimenti in ricerca e sviluppo. Sì, gli investimenti in R&D non si sonomai fermati, in quella logica di innovazione continua che da sempre ci contraddistingue. Molti oggi pensano che innovare significhi introdurre una singola novità che spesso ha a che vedere con la tecnologia. Nella concezione di Easy Welfare innovare è un processo costante, di ricerca, che spinge ad adattarsi a un contesto in rapida e continua evoluzione. Innovare significa ‘mutare pelle’, in termini tecnologici, ma soprattutto organizzativi.

 

 

Possiamo approfondire cosa intende per innovazione organizzativa?
Per esempio, non si fa che parlare di organizzazioni ‘smart’. Noi abbiamo deciso di esserlo davvero, dotandoci di un modello organizzativo moderno e flessibile. Lo smart working, che viene concesso a tutti i dipendenti per un totale di 4 giorni al mese, è solo la punta di un iceberg in quella ricerca del benessere volta alla conciliazione dei tempi di vita con quelli di lavoro. Si tratta di introdurre l’orario flessibile in entrata e in uscita; o ancora, il desk sharing. I dipendenti Easy Welfare non hanno scrivanie assegnate. Quando arrivano la mattina scelgono dove posizionarsi e si connettono con il proprio portatile. Anche i telefoni sono plug-in: una volta scelta la postazione, il dipendente inserisce un codice che gli permette di fare e ricevere telefonate all’interno desiderato. E ancora, abbiamo dotato l’ufficio di spazi per le diverse esigenze lavorative: c’è l’area per concentrarsi e lavorare in solitudine, quella per condividere e confrontarsi e c’è n’è una per lo svago dove abbiamo addirittura messo un biliardino!
E poi la nostra è un’azienda paperless perché la vera innovazione è al servizio di quelli che verranno dopo di noi.

A proposito di futuro, per chiudere, quale augurio vorrebbe fare a sé e alla sua azienda?
Considerati i buoni risultati ottenuti, mi auguro di continuare nel solco dell’innovazione e dell’azienda smart. Ci piacerebbe, inoltre, esportare questo modello a tante altre imprese, soprattutto PMI, che ancora fanno fatica a comprendere i reali vantaggi del lavoro agile. In quest’ottica stiamo lavorando a un’offerta consulenziale ad hoc che ci permetta di seguire le organizzazioni passo passo nel percorso verso l’azienda del futuro.

 

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FabbricaFuturo è il progetto di comunicazione rivolto a tutti gli attori del mercato manifatturiero (responsabili delle direzioni tecniche, imprenditori e direzione generale, responsabili organizzazione e HR) che ha l’obiettivo di mettere a confronto le idee, raccontare casi di eccellenza e proporre soluzioni concrete per l’azienda manifatturiera di domani.

Nasce nel 2012 dalla rivista Sistemi&Impresa come reazione alla crisi finanziaria del 2011. Negli anni il progetto è cresciuto significativamente, parallelamente alla definizione di politiche pubbliche in ambito industria 4.0 (Piano Calenda e successivi).
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