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Vic Matié, produrre calzature con una filiera smart

| Elisa Marasca |

Rispetto del territorio e dell’ambiente, qualità delle materie prime, esperienza artigianale trasformata in processo industriale, creatività e moda. Sono i pilastri su cui si basa l’attivi­tà di Vic Matiē, azienda marchigiana parte del gruppo Siva che produce calzature e accessori per donna e uomo nel segmento del lusso accessibile.

La sua storia è iniziata nel 1972 ad Arcevia (in provincia di Ancona), con il nome Bamar e una specializzazione: la produzione di scarpe in gomma antinfortunistiche, progettate per la sicurezza sul lavoro (il cliente più importante era Eni). Dopo alcuni anni, l’azienda decise di esten­dere il business alla produzione di calzature civili uomo e donna, prima vendute attraverso i grossisti, e solo successivamente nei negozi. Uno dei soci dell’azienda era Renato Curzi, che tanto era convinto delle potenzialità del Made in Italy e del marchio, che nel 1992 decise di rilevarla, con un’operazione di Management buyout, la prima in Italia nel settore delle calza­ture. Fu sua la scelta del nome Vic Matiē, primo brand aziendale di calzature femminili. Renato, fondatore dell’azienda, è il padre dell’attuale Brand Manager Silvia Curzi e di Valentina Curzi, Designer degli accessori.

Nel corso degli anni, in particolare dal 2018, la Brand Manager ha infatti deciso di ampliare l’offerta di prodotto includendo anche borse e accessori, insieme con la linea di calzature uomo. Attualmente, l’azienda conta 380 punti vendita in 34 nazioni, con 74 dipendenti diretti presso la sede di Arcevia e un indotto che occupa 150 operai specializzati. Uno showroom direzionale di 400metri quadri si trova invece a Milano.

Cresce l’internazionalizzazione grazie al Global store e alla filiera corta

Un’altra novità introdotta da poco è l’avviamento di un processo di digitalizzazione aziendale ini­ziato nel 2020, pensato per trasformare la rete distributiva in un unico Global store a servizio della clientela internazionale. L’idea iniziale era di creare un’interconnessione tra l’ecommerce del brand e i magazzini dei suoi clienti B2B. “Una scelta forte e un segnale di fiducia totale al mer­cato wholesale, basato sulla non concorrenza e sul supporto reciproco tra noi e i rivenditori, e che a oggi è stato adottato da circa 60 store mul­tibrand, con una stima di affiliazione a quota 100 entro la fine del 2024”, afferma Curzi. L’affidabilità della struttura, la completa riqualificazione del sistema distributivo, il valore aggiunto della filiera corta (ormai essenziale per rendere com­petitiva la logistica a livello globale), il rispetto dei tempi di consegna, il servizio su misura e just in time ai clienti di tutto il mondo, supportati dalla Customer care, hanno permesso quindi al marchio di inserirsi in maniera più capillare in Italia, Europa ed Est Europa. “Nonostante la particolare complessità della situazione geopo­litica e geoeconomica, la società ha mostrato nell’anno 2022 dati in evidente crescita rispetto al 2021. La capacità di produrre in Italia, con una supply chain cortissima e nel rispetto delle persone e di un’economia sana, rende il nostro marchio strategico, in un momento in cui i tempi delle consegne dei prodotti creano non poche difficoltà al comparto Retail”, aggiunge la Brand Manager. L’industria delle calzature, infatti, è stata colpita in modo particolarmente duro a causa dei tempi di consegna più lunghi rispetto ai rivenditori di abbigliamento, che si estendono a mesi, anziché a settimane (Fonte: Associazione nazionale dei costruttori italiani di tecnologie per calzature, pelletteria e conceria).

Il passo successivo è stato, a febbraio 2023, proporre ai partner multibrand di unire tecnolo­gicamente i loro magazzini con quello aziendale. Oggi il sito ecommerce di Vic Matiē è il risultato della condivisione in rete dei magazzini degli stessi rivenditori, attraverso la piattaforma Theshhhop, con lo scopo di riunire l‘esperien­za di acquisto offline e quella online in unico Marketplace. La scelta di Vic Matiē ha dato l’op­portunità di un ulteriore canale di vendita per il brand, quello digitale, attraverso i suoi clienti. Prima, infatti, i prodotti comperati tramite il sito erano spediti dal magazzino centrale dell’azien­da, con due possibili conseguenze: la produzione di calzature ad hoc per l’ecommerce nel caso non fossero disponibili subito e la creazione di una sorta di ‘concorrenza’ con i rivenditori fisici più piccoli, che non disponevano del canale di ven­dita online rimanevano limitati alle vendite off line. “Ora abbiamo caricato nel sito ufficiale tutti i prodotti presenti nei negozi, trattandoli come se fossero hub di magazzino”, spiega Curzi.

L’obiettivo è quello di non produrre articoli in eccesso e di ridurre le distanze di spedizione (insieme con i costi e l’inquinamento). Il consumatore, infatti, arriva al sito e finalizza l’ordine, che viene geo­localizzato e poi assegnato al negozio più vicino. “Se ci arriva una richiesta dalla Germania, per esempio, non ha più senso far partire la scarpa dalla nostra sede centrale se lo stesso prodotto è disponibile a pochi chilometri di distanza da chi l’ha ordinato”, specifica Curzi. Quella che prima poteva essere una ‘concorrenza’ tra brand e negozi, quindi, è diventata una partnership reale. Attualmente il progetto è in funzione in Italia e in Europa, ma nei prossimi anni l’azienda vuole ampliare i propri confini con partner anche extra­europei. “Prima vogliamo farlo funzionare bene a livello nazionale, perché già l’integrazione con i software gestionali dei negozi è una sfida a sé”, aggiunge la Brand Manager.

L’articolo integrale è pubblicato sul numero di Aprile 2023 di Sistemi&Impresa.
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