Alluflon, la versatilità per adattarsi ai cambiamenti

| Cecilia Cantadore |

Una realtà fortemente radicata nel proprio territorio, che da oltre 50 anni interpreta lo stile italiano in cucina: è Alluflon, azienda produttrice di pentole, strumenti di cottura e utensili proposti sui mercati europei con i marchi Moneta e Berndes, che nello stabilimento di Mondavio in provincia di Pesaro e Urbino concentra la produzione che coniuga l’industrializzazione con le caratteristiche proprie di un’impresa artigianale di alto livello: una sfida vinta grazie a una grande versatilità organizzativa, che consente di gestire i picchi produttivi e di adattarsi ai cambiamenti. A raccontarlo è Michele Montagna, Socio di Alluflon, durante il suo intervento alla tappa di Ancona di FabbricaFuturo, il progetto multicanale promosso dalla casa editrice ESTE (editore anche del nostro web magazine) dedicato ai temi del Manifatturiero.

E così nei suoi prodotti Alluflon punta a inserire le caratteristiche tipiche che contraddistinguono il Made in Italy, a cominciare dalla ‘bellezza’: “Siamo italiani, viviamo nel Paese più bello del mondo e questo si riflette in ciò che facciamo. In azienda possiamo discutere per ore sulla curva di una padella o sulla forma di un manico”, ha spiegato Montagna. La bellezza è anche quella del territorio che circonda lo stabilimento di 15mila metri quadrati: intorno all’edificio c’è una campagna coltivata, oggi come lo era già nel 1970 quando l’impresa è stata fondata e che ha portato l’industria in un mondo prevalentemente agricolo.

Da qui anche la capacità di unire l’approccio aziendale a quello di un artigiano, che opera pensando all’utilizzatore finale del prodotto ed è guidato dalla volontà di ‘fare le cose per bene’: “Vogliamo far sì che in Alluflon sia possibile continuare a esercitare la passione per la bellezza, insita nel Dna degli italiani e che vediamo quotidianamente nel territorio che ci circonda. Un ambiente di lavoro vivibile e che trasmette bellezza favorisce la voglia di fare del proprio meglio e di creare un buon prodotto, l’ ecosistema in cui si opera spinge a migliorare”.

La curiosità che si trasforma in innovazione

Il miglioramento continuo parte sempre da un approccio curioso, che nel corso degli anni ha consentito all’azienda di ottimizzare i processi produttivi e di sviluppare soluzioni tecnologiche brevettate. Per esempio, per velocizzare il processo di verniciatura dei dischi piatti sono state mutuate e modificate soluzioni tecnologiche già in uso nel settore dei mobilifici; per creare pentolame forgiato, che proponesse la forme del tradizionale pentolame fuso migliorandone le caratteristiche di cottura, l’azienda ha riadattato le presse idrauliche ad alto tonnellaggio provenienti dal comparto della ceramica: “Ci consideriamo dei ‘nani’, e per crescere saliamo sulle spalle dei giganti”, è la metafora usata da Montagna per descrivere la filosofia di Alluflon.

Tutto ciò trova completamento in un una robusta infrastruttura tecnologica, nella quale il sistema di Manufacturing execution system (MES) ottimizza un ciclo produttivo sostenibile. La soluzione tecnologica porta innegabili vantaggi nell’organizzare la produzione e nella gestione delle numerose macchine, ma l’intelligenza che abilita l’innovazione, secondo Montagna, è tutta umana:Il MES rende la produzione un ambiente unico e interconnesso, permette di avere una visione completa dei processi, ma servono persone curiose rispetto ai dati raccolti e in grado di condurre analisi”. E se in azienda si può imparare tanto, ci sono competenze che devono essere insite nel profondo di ognuno: “Essere appassionati, curiosi, avere voglia di crescere, sono qualità che non possiamo insegnare, ma solo stimolare e mettere a disposizione tutti gli strumenti necessari per alimentarle”, ha spiegato Montagna.

In un contesto come quello attuale, in cui la situazione geopolitica si affianca ad aumento dei prezzi e difficoltà di reperire materie prime, la parola d’ordine per Alluflon è ‘versatilità’. “È difficile avere una prospettiva a lungo termine, è però fondamentale essere consapevoli che la situazione genera da parte del mercato una ricerca di novità che rimette in discussione tutti i rapporti di business, anche i più consolidati”, ha sottolineato il socio dell’azienda, convinto che sia fondamentale convivere con l’incertezza e mettere in campo versatilità e capacità di adattamento.

La crisi energetica, però, non ha colto impreparata l’azienda marchigiana, che essendo ‘energivora’ ha da sempre messo in atto strategie per contenere i consumi basate sul monitoraggio dei dati. A questo si affianca la costante ricerca di materiali sostenibili e l’attenzione al riciclo dell’alluminio: tutti gli scarti di produzione sono recuperati, diventano materie prime seconde e danno vita a nuovi prodotti come la serie Recy, fatta di pentole interamente realizzate da lattine riciclate.

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FabbricaFuturo è il progetto di comunicazione rivolto a tutti gli attori del mercato manifatturiero (responsabili delle direzioni tecniche, imprenditori e direzione generale, responsabili organizzazione e HR) che ha l’obiettivo di mettere a confronto le idee, raccontare casi di eccellenza e proporre soluzioni concrete per l’azienda manifatturiera di domani.

Nasce nel 2012 dalla rivista Sistemi&Impresa come reazione alla crisi finanziaria del 2011. Negli anni il progetto è cresciuto significativamente, parallelamente alla definizione di politiche pubbliche in ambito industria 4.0 (Piano Calenda e successivi).
Oggi FabbricaFuturo affronta i temi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per offrire alle aziende gli strumenti per affrontare le sfide nella fabbrica di domani.

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