Sit Group: l’Industria 4.0 che parte dalla cultura aziendale

| Alessandra Peluzzi |

Digitalizzazione, robotizzazione e automazione. È a questo ciò cui si pensa quando è si parla di Industria 4.0: un’integrazione dei processi per sfruttare al meglio il potenziale della tecnologia applicato ai macchinari così da ottimizzare la produzione e individuare anche nuovi modelli di business. La Quarta Rivoluzione industriale richiede un cambiamento che va oltre l’innovazione e che si concentri sugli esseri umani che lavorano nella fabbrica, tenendo conto dei valori organizzativi e della cultura aziendale.

Non è un caso che, nonostante i comprovati vantaggi e gli incentivi governativi (dal Piano industria 4.0 del 2016 al Piano Transizione 4.0 del 2021), il modello 4.0 fatichi ancora a diffondersi: lo conferma anche un recente sondaggio di YouGov per l’istituto di ricerca Handelsblatt e TeamViewer, che riporta come solo il 23% di 1.500 aziende europee coinvolte nell’iniziativa compia azioni di trasformazione digitale e meno della metà pianifichi di farlo. Tra le motivazioni alla base di questo fenomeno c’è proprio che la cultura organizzativa aziendale non è ancora al passo con l’innovazione tecnologica; anzi spesso è il vero freno al cambiamento, come ha rivelato il 71% dei Chief Information Officer italiani che hanno partecipato a una ricerca di Cionet, la business community internazionale di direttori informatici e leader digitali del settore IT.

Dunque, l’Industria 4.0 parte dai valori prima ancora che dall’introduzione delle nuove tecnologie. È grazie a questa consapevolezza che Sit Group, tra i principali player sul mercato europeo del packaging flessibile, porta avanti con successo la sua rivoluzione digitale in azienda. A provarlo sono i dati: nel 2020, nonostante la crisi, il fatturato ha superato i 168 milioni di euro, con una capacità produttiva di più di 800 milioni di metri quadri di packaging realizzata nei quattro stabilimenti tra Crema, Padova, San Marino e Pesaro.

Creare la cultura del dato con obiettivi a medio e lungo termine

A illustrare numeri e dinamiche innovative dell’azienda è stato Adriano Barbieri, Industrial Director di Sit Group, in occasione della tappa di Ancona di FabbricaFuturo, l’evento promosso dalla casa editrice ESTE (editore anche del nostro web magazine) dedicato all’analisi dei macro trend del Manufacturing. “Siamo partiti dall’esplicitare i valori fondanti il gruppo SIT. Poi abbiamo definito una vision: rendere migliore la vita delle persone, per ispirare i nostri collaboratori. Come conseguenza, l’abbiamo tradotta in maniera concreta nella mission, cioè produrre soluzioni innovative a valore aggiunto, e in una unique value proposition per indicare che cosa deve essere proposto al mercato per distinguerci dalla concorrenza”, racconta Barbieri. È su queste fondamenta che Sit Group ha sviluppato un piano per il decennio 2020-30 che ha come obiettivo principale quello di raggiungere i 300 milioni di fatturato (vuol dire +140 milioni rispetto al 2019).

Definiti gli obiettivi a lungo termine, l’azienda ha sviluppato un piano di tre anni che coinvolge tutta l’organizzazione: la funzione Commerciale ha indicato gli obiettivi che ciascuna delle 2000 linee produttive deve raggiungere in termini di fatturato; la funzione Industriale ha stabilito gli standard di performance ed i progetti di miglioramento continuo; e la funzione Acquisti e Supply chain ha stimato il fabbisogno di materie prime, i prezzi target e calcolato un budget di spesa totale. “Il risultato sono tre conti economici che sono analizzati e approvati e diventano lo standard da rispettare per tutte le divisioni”, ha spiegato il manager.

È questa la base della cultura di Sit Group, che punta in particolare ai dati. A questo proposito Barbieri ha chiarito: “Obiettivi ben definiti e standard di performance rigidi creano la necessità di utilizzare a pieno i dati, da cui dipendono tutte le decisioni, sia operative sia strategiche”. Ecco, quindi, che l’Industria 4.0 non è solo un’occasione, ma anche una necessità per l’azienda, che grazie agli strumenti che fanno della fabbrica una Smart factory ha la possibilità di raccogliere le informazioni indispensabili per massimizzare l’efficienza di tutti i suoi ingranaggi.

Guidare la fabbrica attraverso i dati

L’analisi dei dati, dunque, è lo strumento principale per il raggiungimento degli obiettivi a medio e lungo termine. Questo approccio all’interno dello stabilimento si traduce in due macro-attività: il controllo quotidiano di tutte le commesse per garantire che i lavori procedano in maniera attinente agli standard stabiliti a monte; la ricerca di miglioramento continuo, superando gli standard di produzione definiti a monte e fissandone di nuovi.

Perché ciò sia possibile è necessario avere costante accesso ai dati per ottimizzare i processi e intervenire tempestivamente in caso di fermi e guasti. Ecco che entra in azione uno strumento che fornisce un’analisi quotidiana dello storico confrontandolo con lo standard: “Grazie a questa tecnologia abbiamo sostituito i vecchi report statici in pdf con file interattivi che permettono di guardare ai dati secondo diverse angolazioni”, ha spiegato Barbieri. Ma non è abbastanza, perché le analisi arrivano a fine giornata, quando ormai è troppo tardi per intervenire in tempo reale; è per questo che Sit Group implementa anche una soluzione di produzione in real time che permette ai capi reparto di rimanere aggiornati su tutte le metriche necessarie per garantire i flussi di lavoro – e soluzioni di Visual management (schermi fissati ai macchinari che guidano gli operatori offrendo feedback sul numero di commesse da completare e la velocità dei processi rispetto allo standard)

Grazie alla cultura del dato, l’azienda può così sfruttare al massimo le potenzialità e gli strumenti dell’Industria 4.0. È grazie a questa scelta che il gruppo si è affermato come un’eccellenza nazionale e internazionale. Nel 2022, infatti, Sit Group prevede di raggiungere i 228 milioni di euro di fatturato, superando di 90 milioni quello del 2021 e avvicinandosi sempre di più all’obiettivo di 300 milioni per il 2030. “Siamo partiti dalla vision e siamo arrivati fino alle squadre di lavoro che operano in fabbrica. Grazie a obiettivi chiari, analisi in tempo reale e coinvolgimento di tutti gli operatori, abbiamo avviato un processo di miglioramento continuo che ci permette di essere sempre più ambiziosi”, ha concluso Barbieri.

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FabbricaFuturo è il progetto di comunicazione rivolto a tutti gli attori del mercato manifatturiero (responsabili delle direzioni tecniche, imprenditori e direzione generale, responsabili organizzazione e HR) che ha l’obiettivo di mettere a confronto le idee, raccontare casi di eccellenza e proporre soluzioni concrete per l’azienda manifatturiera di domani.

Nasce nel 2012 dalla rivista Sistemi&Impresa come reazione alla crisi finanziaria del 2011. Negli anni il progetto è cresciuto significativamente, parallelamente alla definizione di politiche pubbliche in ambito industria 4.0 (Piano Calenda e successivi).
Oggi FabbricaFuturo affronta i temi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per offrire alle aziende gli strumenti per affrontare le sfide nella fabbrica di domani.

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