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Fabbrica Futuro Bari 2017, integrare tecnologia con l’organizzazione

| Chiara Lupi | ,

L’ultima tappa del ciclo di incontri Fabbrica Futuro del 2017 è stata Bari che si è svolta il 24 ottobre 2017. Oltre 130 i partecipanti all’evento di ESTE e della sua rivista Sistemi&Impresa: tra i presenti Responsabili di Produzione, Innovation Manager, Imprenditori e rappresentanti delle istituzioni del territorio e del mondo accademico hanno affollato la sala del Nicolaus Hotel.

Pasquale Lorusso, Presidente di Confindustria Basilicata

Con i saluti di Pasquale Lorusso, Presidente di Confindustria Basilicata, sono iniziati i lavori della mattinata. Vito Albino, Commissario Straordinario dell’Agenzia Regionale per la tecnologia e l’innovazione ha sottolineato l’impatto di Industria 4.0 sulla manifattura italiana. Il cambiamento nel quale siamo immersi ha influenze che travalicano il manifatturiero. La digitalizzazione del nostro mondo ne cambia la percezione e le persone devono maturare una nuova consapevolezza per agire al suo interno. L’azienda connessa e digitalizzata è lo specchio di un ecosistema che si sta modificando con grande velocità: comprenderne le opportunità è l’unica leva per dare una spinta a produttività e competitività delle nostre imprese.

Per concretizzare tutto questo è però necessario, come ha sottolineato Massimiliano Grassi, Marketing Manager, SouthEastern Europe & Israel di Citrix,  abbattere la complessità dei sistemi IT, creando spazi di lavoro digitali, mobili e sicuri. Tecnologie Mobile, Big data, Intelligenza Artificiale e IoT abilitano la trasformazione digitale, ma è necessario svincolarsi dalla complessità della loro articolazione tecnologica. Lo spazio di lavoro del futuro è mobile, sicuro e virtuale, ma deve essere ben gestito.

Un comparto che si sta sviluppando con grande velocità è l’Agricoltura, tant’è che ormai si parla di Smart Agricolture, o Agricoltura 4.0. Di cosa parliamo? Fabio Santeramo, Docente di Economia Politica Agroalimentare dell’Università di Foggia ha spiegato che Smart Agricolture si basa su un profondo legame tra tecnologie sul campo, utilizzo di computer e Internet e condivisione di dati e informazioni non solo tra macchine, ma anche tra operatori diversi della filiera. Due le testimonianze durante la sessione plenaria di aziende che hanno portato il digitale all’interno dei propri contesti produttivi: Molino Casillo e Tormaresca. Due realtà differenti, il primo leader mondiale nella lavorazione del grano, la seconda azienda vinicola del gruppo Antinori.

Davide Cascella di Casillo Group

Le tecnologie 4.0 sono entrate ‘a gamba tesa’ nei processi produttivi di Casillo Group e i principali interventi hanno riguardato la valorizzazione di prodotto e processo attraverso la ‘virtual industrialization’, il miglioramento della qualità delle informazioni legate alla lavorazione del grano mediante l’utilizzo di sistemi MES, l’ottimizzazione della gestione di impianto e delle manutenzioni basata su automazione cognitiva. E l’intervento ne ha sottolineato i risultati: riduzione dei costi di processo del 7%, investimenti in efficientamento di impianti con ritorni inferiori ai tre anni e miglioramento dei principali KPI industriali.

Vito Palumbo di Antinori

Nelle tenute Tormaresca sono stati avviati progetti di agricoltura di precisione e l’intervento di Vito Palumbo, Brand Manager di Antinori ha presentato esempi concreti di utilizzo di dati satellitari con un focus specifico sulle tecniche di ‘precision farming’ nell’ambito del progetto H2020 EUGENIU. Il successo e l’efficacia dei progetti che possono essere sviluppati sul territorio dipende però anche dalla capacità di mettere a sistema reti, digitali e di competenze, risorse strumentali e distretti tecnologici e produttivi, come ha ben raccontato Valerio Miceli, ricercatore tecnologo di ENEA. Occorre costruire condizioni di simbiosi territoriali, tecnologiche e agroindustriali in grado di favorire approcci innovativi verso l’uso efficiente delle risorse, la creazione di valore nelle diverse fasi della filiera di produzione, la qualità, tracciabilità e sicurezza delle produzioni agroalimentari da comunicare ai consumatori.

Michele Dalmazzoni di Cisco

In questo scenario diventa indispensabile favorire lo scambio di informazioni tra diversi organi, enti ed istituti e promuovere l’integrazione e la condivisione delle risorse. Con questa logica il Governo ha infatti promosso la costituzione di Digital Innovation Hub e Competence Center: la chiave sarà la diffusione della conoscenza sul territorio e il superamento di un sistema di ricerca chiuso e autoreferenziato.

Per affrontare contesti competitivi sempre meno prevedibili dovremo poter disporre di un capitale umano in grado di esprimere competenze funzionali allo sviluppo dell’economia digitale. Mario Greganti, Partner IdeaManagement Human Capital ha spiegato come individuare quali competenze possano servire oggi in funzione dell’azienda di domani, significa anche individuare strumenti di aggiornamento e crescita continua delle competenze. L’obiettivo? Rendere ogni persona ‘employable’ lungo l’intero arco della sua vita professionale.

Massimo Gurrad di Warrant Group

Fin qui abbiamo parlato di trasformazione digitale e della necessità di creare ecosistemi di conoscenza a supporto. Altro tassello, non secondario, riguarda gli strumenti finanziari e i contributi a fondo perduto a supporto di processi di ricerca e innovazione delle imprese. Massimo Gurrado, Area Manager Centro Sud di Warrant Group ha fornito un approfondimento sull’utilizzo complementare e sinergico di diversi strumenti per la pianificazione strategica degli investimenti.

La giornata di lavori è poi proseguita con tre sessioni parallele che hanno affrontato le seguenti tematiche: Dall’automazione allo Smart manufacturing; Progettazione del prodotto del futuro; Competenze e processi di lavoro.