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Chi governa i robot?

| Chiara Lupi |

Il settore della robotica può rappresentare un giro d’affari importante per l’economia dell’Unione europea. I robot saranno sempre più numerosi e avranno un ruolo importante nelle nostre vite. Pensiamo alle auto senza conducente: in questo caso ci troviamo di fronte a macchine progettate per prendere decisioni autonome, che saranno integrate in contesti cosiddetti smart. Le Smart city sono ecosistemi, all’interno dei quali i cittadini e le imprese potranno usufruire di servizi sostenuti da infrastrutture digitali. Si stanno progettando robot in grado di svolgere mansioni nel sistema sanitario e di sostituire l’uomo in agricoltura.

Lo scenario che si prospetta è nuovo, e serve un nuovo quadro normativo. Il tema è legato alla responsabilità: nel caso dell’auto senza conducente, chi risponde di eventuali danni? Il costruttore della macchina, il programmatore… Anche la sicurezza non è da sottovalutare. Quali le conseguenze di un attacco informatico? Il traffico impazzito potrebbe non essere l’effetto peggiore… Un robot in grado di autoapprendere raccoglierà enormi quantità di dati dall’ambiente, che vanno gestiti e custoditi. E poi c’è un tema etico: chi decide dove sta la soglia tra quello che un robot può fare o non fare? Di tutti questi temi si sta occupando l’Eurodeputata lussemburghese Madi Delvaux che ha curato un rapporto presentato in Commissione europea.

Il tema al centro della discussione è il lavoro: i robot sono destinati a sostituire gran parte delle nostre occupazioni? Da qui nasce la paura. O vedremo nascere nuove professioni chiamate a governare questa rivoluzione? I sistemi educativi e il mondo della formazione dovrebbero lavorare in questa direzione, creando professionalità sempre più qualificate e indispensabili per governare robotica e intelligenza artificiale. Anche Barack Obama in vista a Milano ha sottolineato come sia indispensabile occuparsi di cosa accadrà tra 20 o 30 anni, quando le tecnologie elimineranno interi settori della nostra economia.

Un sistema sociale dove la maggior parte dei lavori viene eseguito dai robot non è sostenibile, per questo è fondamentale anticipare gli scenari e trovare delle risposte. Anche partendo da ragionamenti sulla sostenibilità del sistema sociale arriva la proposta di Delvaux di prevedere una tassa per il lavoro dei robot, a compensazione dell’impoverimento che questo determina sulla popolazione. La perdita del lavoro è uno spettro che si aggira, per questo si inizia a parlare di reddito universale, per garantire una vita dignitosa a tutti i cittadini dell’Ue. Una tassa dunque per alimentare i fondi di disoccupazione, un intervento a garanzia del welfare, in ultima analisi, che trova però una accesa contrapposizione in tutti coloro che invece sostengono che non si debba porre alcun freno all’innovazione.

La convivenza dell’uomo con le macchine è un argomento che non si può né ignorare né sottovalutare, ed è importante porre la questione al centro del dibattito. L’anima delle macchine è il titolo dell’ultimo libro di Paolo Gallina: di come cambierà la nostra vita, anche in azienda, a contatto con macchine sempre più in simbiosi con noi, ne parliamo a Fabbrica- Futuro l’8 giugno.