Faccin Group: dalla gestione familiare a quella manageriale

Portare a termine il passaggio da una gestione di tipo familiare a una manageriale è un’operazione che non può essere improvvisata. Per riuscire a realizzarla in modo efficace è fondamentale coinvolgere nel processo di cambiamento tutte le risorse aziendali, in un contesto capace di valorizzare il know how che l’impresa ha maturato negli anni e lo slancio verso il raggiungimento di obiettivi sempre più sfidanti. Il tutto garantendo la sostenibilità del progetto di business.

Un esempio concreto di questa visione è il progetto di managerializzazione di Faccin Group, azienda bresciana di macchine utensili e per la piegatura della lamiera, che ha saputo affrontare e gestire il cambiamento di governance puntando un elemento in particolare: le persone. “I nostri collaboratori sono molto legati al territorio e a ciò che l’impresa rappresenta per la zona. Abbiamo fatto capire loro che il ruolo che rivestivano era fondamentale e che avevano tutte le competenze per continuare a svolgerlo al meglio”, ha spiegato Andrea Ceretti, CEO di Faccin Group nella tappa di Brescia di Fabbrica Futuro, il progetto multicanale promosso dalla casa editrice ESTE che da 10 anni analizza quanto accade nel settore manifatturiero dando voce alle aziende del territorio. Oltre a questo aspetto, il manager ha aggiunto che l’organizzazione ha sempre cercato di coinvolgere il più possibile il personale nelle decisioni aziendali, condividendo per esempio l’introduzione di nuove tecnologie, senza imposizioni dall’alto.

L’introduzione dell’HR Manager per sostenere la crescita

In questo percorso di evoluzione del modello aziendale, un ruolo di primo piano è stato rivestito dal tema della sostenibilità, affrontato in tutte le sue sfaccettature: dagli aspetti economici al ciclo produttivo, fino a quelle inerenti la gestione delle persone. Su quest’ultimo punto, tra le varie misure adottate, c’è stata anche l’introduzione di un HR Manager: “Abbiamo spiegato, in termini concreti, il ruolo di questa figura professionale e i vantaggi che potevano derivare dalla possibilità di gestire in modo mirato la formazione e la gestione delle persone per metterle al servizio del percorso di crescita dell’azienda”, ha sottolineato Ceretti.

Altri due fattori che hanno avuto importanza nell’evoluzione di Faccin Group sono stati i sistemi informativi e la conseguente possibilità di gestire i dati ottenuti. Questi elementi hanno contribuito in modo determinante alla riduzione dei tempi decisionali: “Accettiamo che il dato sia ‘sporco’, ma che ci consenta di prendere decisioni nel giro di un’ora”, ha sottolineato il manager, puntualizzando come sia fondamentale focalizzarsi su informazioni recenti per poi rapportarle – in un secondo momento – a quelle archiviate. Su questo aspetto Ceretti ha proposto un parallelismo chiarificatore: “Concentrarsi su dati raccolti troppo in là nel tempo è come guardare lo specchietto retrovisore per decidere come andare avanti; preferisco guardare avanti e dare solo un’occhiata veloce allo specchietto per vedere se sono dentro i limiti. È questo il modo con cui le aziende 4.0 si devono muovere”.

Questo cambio di mindset proiettato al futuro è stato attuato da Faccin Group attraverso un vero e proprio ribaltamento di prospettiva. “Il fatturato non è l’obiettivo, ma la conseguenza del modo in cui si lavora”, ha detto Ceretti. “Siamo partiti dall’analisi di ciò che l’azienda sa fare bene, l’abbiamo consolidato, scoprendo anche di avere competenze che potevano essere valorizzate meglio. E poi i risultati sono venuti da sé. Il nostro obiettivo è essere vicini ai clienti, che devono vedere in noi un partner capace di anticipare le loro necessità, ma anche le soluzioni migliori per risolverle”.

Mettere al centro comunicazione e formazione

Uno dei temi chiave nella visione di Faccin Group è la comunicazione. “È fondamentale che gli obiettivi dell’azienda siano comunicati correttamente a più livelli: dall’officina, alla parte commerciale, a quella di marketing. È un aspetto che rientra nell’ambito di una visione ‘umanocentrica’, utile a valorizzare e dare significato all’operato delle persone”, ha detto il manager. In quest’ottica rientra, per esempio, anche la scelta di coinvolgere nel processo di selezione dei fornitori il team di persone che poi utilizzerà concretamente una specifica soluzione: “Sono tutte iniziative che, a nostro giudizio, aumentano il livello di coesione e permettono di far sentire le persone parte dell’azienda. Bisogna creare una dimensione di collaborazione per ottenere risultati”.

In questa visione, l’ambito più tecnico non è mai svincolato da quello più simbolico dei valori aziendali. La scelta, secondo il manager, è quella di veicolare, in modo efficace, a tutti i dipendenti il know how più legato alla loro mansione, contestualizzandolo però nel quadro più ampio del purpose dell’organizzazione. In questo modo, le persone diventano parte di una squadra che lavora verso un obiettivo comune di crescita. Per questo l’azienda sta puntando sempre di più sulla formazione: “Ci stiamo concentrando su un piano di corsi che è già stato strutturato e partirà a breve”, ha concluso Ceretti.

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FabbricaFuturo è il progetto di comunicazione rivolto a tutti gli attori del mercato manifatturiero (responsabili delle direzioni tecniche, imprenditori e direzione generale, responsabili organizzazione e HR) che ha l’obiettivo di mettere a confronto le idee, raccontare casi di eccellenza e proporre soluzioni concrete per l’azienda manifatturiera di domani.

Nasce nel 2012 dalla rivista Sistemi&Impresa come reazione alla crisi finanziaria del 2011. Negli anni il progetto è cresciuto significativamente, parallelamente alla definizione di politiche pubbliche in ambito industria 4.0 (Piano Calenda e successivi).
Oggi FabbricaFuturo affronta i temi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per offrire alle aziende gli strumenti per affrontare le sfide nella fabbrica di domani.

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